Home Economia “Più consumo diretto e meno trasformazione in formaggio”

“Più consumo diretto e meno trasformazione in formaggio”

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Il Parmigiano-Reggiano è la parte prevalente (circa il 70%) del valore della produzione agricola reggiana; le difficoltà che attraversa da un punto di vista di mercato è una cosa che le aziende agricole difficilmente potranno sopportare per il terzo anno consecutivo. Di qui la necessità di un'azione incisiva per un rilancio, all'insegna della massima valorizzazione della qualità e del rigore per il rispetto delle regole.

E' quanto emerso dal Consiglio provinciale della Cia di Reggio Emilia tenutosi nei giorni scorsi presso la sede dell'organizzazione agricola, con la partecipazione di Giuseppe Alai, nuovo presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, e di Graziano Salsi, nuovo presidente della sezione reggiana del Consorzio stesso.

La riunione, allargata ad un gruppo di allevatori, è stata introdotta dal responsabile per i settori economici Giorgio Davoli, che ha ricordato le posizioni della Cia definite lo scorso autunno, favorevoli a spostare una parte del latte dalla trasformazione in formaggio al consumo diretto. Davoli ha ricordato che ora sta per essere attuato il piano produttivo, che corrisponde di fatto alla produzione dello scorso anno, ma anche la necessità di contrastare il fenomeno del latte in nero, che alimenta un mercato parallelo che danneggia quello ufficiale ed i produttori che stanno alle regole.

Intensa e vivace è stata la partecipazione degli allevatori al dibattito: in particolare si contesta l'insufficienza di controlli rispetto a soggetti ritenuti "industriali" che sono entrati negli ultimi anni nel settore, che si ritiene in alcuni casi tendano ad applicare una logica appunto industriale anche alla produzione di Parmigiano-Reggiano, con questo aggirando per alcuni versi i disciplinari e le regole produttivi.