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Latterie d’Appennino, dal formaggio al turismo

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Non solo strutture produttive fondamentali per l’economia montana, ma anche fattore di attrazione turistica, di valorizzazione dell’ambiente anche nei suoi contenuti storici e culturali e, perché no?, simbolo di un’ospitalità che si è mantenuta nel tempo nelle aree dell’Appennino reggiano.

E’ questa identità composita, articolata, complessa e spesso sconosciuta delle latterie sociali che mira a valorizzare un nuovo progetto varato dalla Comunità montana. Un progetto che, facendo leva proprio su queste strutture di trasformazione, punta all’incentivazione del turismo e a favorire un contatto più diretto tra consumatori e strutture produttive che ora si propongono in modo assolutamente inedito.

“Per troppo tempo – sottolinea Leana Pignedoli, presidente della Comunità montana dell’Appennino reggiano e senatore della Repubblica – ci si è occupati delle latterie di montagna solo sotto un pur fondamentale aspetto economico legato alla produzione del parmigiano-reggiano. Per parte nostra crediamo vi siano invece tanti altri valori aggiunti nella loro attività, che certo partono dal ruolo che svolgono all’interno dell’economia montana e a sostegno del lavoro delle aziende agricole, ma raccontano la storia di queste terre, si inseriscono in contesti ambientali che possono concorrere a valorizzare e possono diventare centri di un’attrazione basata sia sulla vendita dei prodotti tipici dell’Appennino, sia sulla realizzazione di eventi e sulla individuazioni di percorsi escursionistici che a tutti possono consentire di scoprire o di riscoprire tanta parte della montagna reggiana”.

“Gli obiettivi del progetto – spiega Leana Pignedoli – sono dunque diversi ma complementari: e associano gli impegni del pubblico a quelli richiesti alle latterie. Da na parte vogliamo concorrere ad incentivare l’attività propria di tutte le latterie montane sul fronte commerciale e, dall’altra, abbiamo chiesto alle latterie di lavorare ed attrezzarsi (rendendosi disponibili a visite guidate, all’adeguamento degli spacci di vendita, all’apertura in giorni ed orari compatibili con le esigenze di chi desidera fruire della loro accoglienza) per promuovere non solo la loro attività, ma un ampio territorio che può e deve ampliare i suoi elementi di richiamo, generando nuove opportunità di crescita economica, sociale e culturale”.

“Un progetto rilevante – sottolinea Roberta Rivi, assessore provinciale all’agricoltura – che si muove in una logica di sviluppo territoriale e non solo di settore, evidenziando una pluralità di funzioni che fanno riferimento al mondo agricolo, alle sue storie di coesione sociale, al radicamento in una cultura e non solo in un luogo, alla tutela dell’ambiente e alla sua promozione”.

“Rendere le latterie un luogo vivo per tutti – afferma il presidente del Consorzio del parmigiano-reggiano, Giuseppe Alai – significa valorizzarne davvero la funzione e la missione, che è quella di unire le persone attorno a progetti, lavoro e responsabilità condivise. La promozione della vendita diretta in latteria è tra l’altro un aspetto fondamentale, inserito non a caso anche nel nuovo piano operativo del Consorzio di tutela”.

Da luglio ad ottobre, le 15 latterie montane che hanno aderito al progetto – realizzato dalla Comunità montana insieme alla Provincia, alla Camera di Commercio, al Consorzio del parmigiano-reggiano, a Confcooperative e Legacoop e al Gal Antico Frignano e Appennino reggiano – saranno aperte pressochè tutti i giorni, compresi i festivi, per la vendita di parmigiano-reggiano, burro, ricotta e altri prodotti tipici dell’Appennino. Contemporaneamente – secondo un calendario che sarà diffuso nei prossimi giorni in 30.000 copie – proporranno degustazioni, offerte speciali, produzione di formaggio con l’antico metodo della cottura a fuoco e saranno protagoniste di eventi speciali: feste, concerti, manifestazioni sportive, serate a tema dedicate al “re” dei formaggi.

“Nello strumento informativo che diffonderemo nei prossimi giorni e nella comunicazione che svilupperemo fino ad ottobre – osserva Sergio Fiorini, presidente del Consorzio Fare Appennino, cui è affidato il coordinamento del progetto – saranno anche indicate le camminate e le escursioni che le persone potranno effettuare partendo dalle latterie, alla scoperta di luoghi di particolare fascino da un punto di vista storico, artistico e ambientale”.

SABATO 24 GIUGNO IL PRIMO EVENTO CON IL CRITICO GASTRONOMICO EDOARDO RASPELLI

Il progetto “Latterie d’Appennino” partirà sabato 24 giugno con un evento particolarmente rilevante.
Il critico gastronomico Edoardo Raspelli condurrà infatti un’intensa giornata che si avvierà alle 11,30 all’agriturismo Il Ginepro di Castelnovo ne' Monti, a ridosso della Pietra di Bismantova.

Si inizierà con una “Tavola critica” che prevede la degustazione di piatti a base di parmigiano reggiano, per proseguire poi con una visita guidata in latteria e la cottura del latte e, infine, con un buffet degustazione aperto a tutti i partecipanti.
L’evento sarà segnato anche da una mostra fotografica dal titolo: “Parmigiano-Reggiano: i luoghi e la sua lavorazione”.

LE LATTERIE CHE HANNO ADERITO AL PROGETTO

Al progetto della Comunità Montana hanno aderito le seguenti latterie sociali:

Selvapiana (Canossa), Cà Talami (Baiso), Sordiglio (Casina), Migliara (Casina), “San Giorgio” (Cortogno di Casina), “Cigarello” (Carpineti), Cavola (Toano), Minozzo (Villa Minozzo), Parco (Gazzolo di Ramiseto), Quara (Toano), Madonna della Pietra di Bismantova (Castelnovo né Monti), Garfagnolo (Castelnovo né Monti), Fornacione (Felina di Castelnovo né Monti), Bismantova (Castelnovo né Monti), Cagnola (Castelnovo né Monti),