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Chiari di Luna che piacciono

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I concerti della rassegna "Al chiaro di luna", circa a metà percorso dell'edizione 2006, stanno andando a gonfie vele.

Abbiamo incontrato il reggiano Matteo Malagoli, insegnante di violoncello all'Istituto musicale pareggiato "C. Merulo" di Castelnovo e direttore artistico dell'apprezzatissima rassegna che porta la musica di affermati professionisti negli angoli più remoti del nostro Appennino.

Prof. Malagoli, la vediamo particolarmente soddisfatto...

"E' una cosa sconvolgente - afferma - i concerti sono andati benissimo ovunque, facendo costantemente il pieno di spettatori. A Camporella di Ramiseto, un borgo di 10 abitanti, c'erano 100 persone; a Carpineti piazza Matilde era strapiena. Emblematico poi il caso di Levizzano di Baiso: era piovuto, ma il pubblico si è presentato comunque; concerto svolto al chiuso e via... ".

Questa rassegna è nata nel 1989, quindi ormai è ampiamente collaudata (godendo del patrocinio e della fattiva collaborazione di diversi enti, tra cui I Teatri di Reggio). Qual è il suo segreto?

"Beh, la qualità si è costantemente elevata ed oggi ha raggiunto ragguardevoli livelli. Vorrei sottolineare un particolare di indubbio rilievo: a quest'edizione partecipa - ed è la prima volta che succede - anche un gruppo di artisti stranieri, per la precisione croati. Possiamo dunque considerare e sottolineare anche questa 'piega' internazionale che ha preso la vicenda... Poi, per il resto, è ovvio, per quanto ci compete facciamo del nostro meglio in fase organizzativa".

Le provenienze degli spettatori...

"Oltre ai locali, molti vengono appositamente dalla città, da Reggio".

Supponiamo che abbia contato una promozione più in largo, a partire dalle conferenze stampa di presentazione, che si tengono appunto in città...

"Confermo, la promozione, in ambito provinciale, è stata capillare".

Pare che ci sia ben poco da rivoluzionare per il futuro, visto che la formula è apprezzata. C'è comunque qualcosa che può essere ritoccato o che pensate di rivedere al rialzo?

"Pensiamo che possa essere maggiormente sottolineata la specificità di ogni singolo appuntamento musicale, così che ciascun comune in cui si svolge (tutti i comuni appenninici partecipano - nda) possa mettere qualcosa di 'suo' in modo più incisivo. Questo potrebbe servire a migliorare sempre più il marchio identificativo del territorio".