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“E ora attendiamo gli sviluppi”

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"Attendiamo gli sviluppi". Questa la prudente sostanza scaturita dalla conferenza stampa sulla tragica vicenda del giovane Giacomo tenuta questa mattina in Municipio a Castelnovo ne' Monti. Era presente al completo la Giunta comunale, con in testa il sindaco che ha introdotto e poi risposto alle domande dei tanti giornalisti intervenuti.

E' una vicenda che scuote nel profondo la cittadinanza. Per questo gli amministratori hanno ritenuto di incontrare i rappresentanti della stampa.

In verità non sono uscite particolari novità rispetto a quanto già si legge in questi giorni sulla cronaca dei quotidiani. Nè del resto era probabilmente questa la sede adatta.

Ha detto il sindaco Gian Luca Marconi: "Rispettiamo e teniamo a tracciare bene i confini delle rispettive responsabilità delle istituzioni coinvolte, come la magistratura e i carabinieri. Noi abbiamo svolto finora e cerchiamo di svolgere il nostro ruolo recependo le testimonianze dai cittadini e girandole per le opportune verifiche agli organi preposti. Siamo stati noi a dare il via alle indagini, con la confidenza raccolta il giorno dopo il fatto dal vicesindaco Bezzi". "Il pm Pantani sta lavorando con molta determinazione e credo che entro breve tempo si giungerà alla chiusura delle indagini, almeno me lo auguro".

Non è previsto al momento alcun Consiglio comunale incentrato su questa vicenda, come richiesto da alcuni esponenti della minoranza, perchè, ha detto il primo cittadino, "i consiglieri comunali non sono giudici di un tribunale. Con la presenza di rappresentanti delle forze dell'ordine, poi, mentre sono in corso le indagini... No, non credo sia proprio il momento migliore, questo".

In un comunicato consegnato alla stampa in contemporanea alla conferenza la Giunta teneva a sottolineare che Castelnovo “è un paese sano, dove i giovani studiano e lavorano, c'è una forte coesione sociale, una vivace vita associativa ed un volontariato attivo”.

Ma “oggi la necessità più grande, la richiesta più forte che arriva dalla nostra comunità è quella di avere la verità”. Forse proprio per questo uno dei giornalisti presenti in sala aveva chiesto cosa intendesse fare l'Amministrazione, se avesse qualche iniziativa in programma. “Ora come ora nulla di particolare – ha risposto il sindaco – se non quello che abbiamo già fatto e continuiamo a fare: porci come punto di riferimento dei cittadini e costituire il tramite con le autorità inquirenti”.

Sempre dal comunicato della Giunta: “Deve uscire una verità più forte dei pettegolezzi, dei sospetti, della paura, per dare fiducia alle famiglie, sicurezza e serenità ai giovani”. Forse proprio per sgombrare il campo dalla ridda di voci e mettere qualche punto fermo, oltre che per confrontarsi sui temi cruciali indotti da questa storia, si era inteso proporre una seduta del Consiglio, il luogo istituzionale dei rappresentanti della comunità locale per eccellenza. Proprio perchè, come recita sempre il medesimo documento municipale, “se non si arriverà alla verità crescerà in paese il clima di sospetto e ostilità”.

Circa il locale in cui si sarebbero svolti i fatti ora al vaglio dei magistrati, dice ancora il sindaco in risposta a precisa domanda: “Per decidere misure come l'eventuale chiusura il potere è nelle mani del questore, con cui mi sono sentito per uno scambio di impressioni. Se verranno accertati i fatti chiederemo la chiusura”. Per questo motivo specifico o anche perchè avevate elementi precedenti? “Stiamo ai fatti, ma, certo, da tempo recepivamo preoccupazioni”.

“Sento voci secondo cui ci sarebbero pressioni sui ragazzi coinvolti tendenti a influenzarne le risposte davanti al magistrato”, ha affermato un giornalista. Replica del sindaco: “Fosse così sarebbe molto grave e la cosa andrebbe certamente approfondita”.

“Clima da caccia alle streghe in paese... ”, afferma-osserva un altro. “Non bisogna avere paura della verità, bisogna andare a fondo”.

Altra domanda: “Vi costituirete parte civile nel caso si presenterà l'occasione?”. “Non ci abbiamo ancora pensato. E' una cosa che eventualmente valuteremo”.

“Cosa succedeva in quel locale?”. “Portando le segnalazioni che ci sono arrivate, abbiamo riferito alla magistratura. Nel dettaglio preferirei quindi non dire nulla qui”.

“Avete incontrato le famiglie dei ragazzi coinvolti?”. “No, ancora non è capitato”.

Ancora Marconi: “Mi voglio augurare che il fatto accaduto non sia motivo di risvolti polemici in sede politica. Rivolgiamo ancora un appello ai cittadini che sanno qualcosa di farlo sapere. Bisogna avere fiducia nelle istituzioni”.

Il sindaco aveva tenuto in apertura, come prima cosa, a ribadire la vicinanza, sua personale e degli amministratori tutti, alla famiglia del ragazzo morto, ma anche proprio a quelle dei ragazzi coinvolti, di cui tra l'altro (dopo tanto spifferare da un orecchio all'altro in paese i chi-è-chi-non-è) oggi un giornale ha pubblicato tutti i nomi.