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Op op… arriva la prima Op della montagna italiana

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La prima nella montagna italiana nel suo settore, la seconda nel comparto del Parmigiano Reggiano. Il consorzio “Latterie di Montagna Matilde di Canossa” ha ottenuto il riconoscimento di organizzazione di produttori (Op) ai sensi della legge regionale 24/2000. La società cooperativa, che ha sede a Castelnovo Monti di Reggio Emilia commercializza attualmente Parmigiano-Reggiano e panne dei soci prodotti in montagna. L’iscrizione all’Elenco Regionale delle organizzazioni di produttori per il settore latte e derivati, per il prodotto Parmigiano-Reggiano, è stato deliberata dalla Regione Emilia Romagna con la determina 12199 del 7 settembre scorso.
Merito di un progetto che aggrega già nove latterie dell’Appennino Reggiano, che detengono una quota superiore al 40% della produzione di Parmigiano-Reggiano in montagna di Reggio Emilia, ottenuto dalla lavorazione di 450.000 quintali di latte, il cui valore supera i 20 milioni di euro.
“Come prevede la normativa, rappresentiamo circa il 3% del Parmigiano Reggiano prodotto nel comprensorio – spiega Domenico Gariselli, presidente della Latteria Matilde di Canossa, oltre che del caseificio di Cavola – e deteniamo l’80% del prodotto dei soci che ci stiamo avviando a commercializzare. L’attribuzione dell’Op è un riconoscimento che premia i nostri sforzi progettuali”.
Quali vantaggi prevedete?
“Uno su tutti: quello di iniziare autonomamente a migliorare il reddito degli agricoltori grazie all’aggregazione dell’offerta. Redditi che nel comparto sono da sempre penalizzati dalla mancanza di commercializzazione, tant’è che la vendita del prodotto finito è effettuata da parte persone terze ai caseifici, i grossisti. A stagionatura completata, entro un anno, venderemo tutto il nostro prodotto: in questo modo perseguiamo obiettivi per migliorare la qualità, acquisire competitività e organizzazione, al pari delle più evolute zone rurali europee”.
Quali strategie vi siete proposti per partire?
“Innanzitutto quella del comprensorio di riferimento: associamo solo latterie delle zone montane del Parmigiano Reggiano, le quali devono adottare un disciplinare aggiuntivo di produzione per ottenere, in futuro, un formaggio non ogm. La prima azione del consorzio è stata quella di ritirare le panne dei caseifici per produrre burro locale: si è rivelata una scelta coraggiosa ed economicamente vantaggiosa. L’azione più importante è quella di avviarci alla commercializzazione man mano stagiona il prodotto. Già disponiamo di Parmigiano-Reggiano confezionato in maniera esclusiva, in 24 referenze merceologiche diverse. Intendiamo commercializzare sia verso la grande distribuzione organizzata, con cui abbiamo già contratti di fornitura, che attraverso il canale del dettaglio e dell’estero: il nostro prodotto arriva già in Svizzera e Germania”.
“Un’azione da sostenere – ha dichiarato in un recente incontro coi produttori l’assessore regionale all’agricoltura Tieberio Rabboni – perché agisce sulle problematicità storiche del Parmigiano Reggiano, sia in termini di differenziazione che di commercializzazione. Il vostro progetto è una novità in questi tempi”.
E per il futuro?
“Stiamo valutando l’allargamento dell’Op – conclude Domenico Gariselli -, anche fuori provincia. In sintonia col piano di sviluppo rurale saremo in grado di intercettare finanziamenti per sostenere l’innovazione tecnologica. In Appennino, a regime, ci doteremo di una struttura di porzionatura, confezionatura, spedizione, amplieremo così la gamma e la diffusione capillare del prodotto nei mercati”.

1 COMMENT

  1. Grazie di cuore
    Siete eccezionali e continuate con l’entusiasmo che vi anima anche se l’impresa che mettete in scena Vi porta via tantissime energie. Se c’è il video della stupenda Vostra Eco ed è possibile lo compro a qualsiasi costo. Grazie.

    (Gennaro Tedesco)