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Le fasi dell’amore

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Stupendo (inteso anche in senso gerundio) un fatto. Il cronista, quasi incredulo, alle 22 è già in auto che si sta ridirigendo a valle, verso la sua abitazione. L’iniziativa è già terminata. Non è più roba dei nostri giorni una tempistica del genere… Ma, credete, apprezzatissima.

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Era iniziata puntuale, alle 20,45, nella chiesa di Cervarezza, la conferenza del vescovo di Mondovì (provincia di Cuneo), mons. Luciano Pacomio. Era la terza delle tre previste di un ciclo organizzato dai vicariati montani sulla scia del Convegno ecclesiale svoltosi tra 2002 e 2003 sul nostro Appennino. Vediamo per punti alcuni dei concetti espressi.

FAMIGLIA CRISTIANA OUT

“Non ci dobbiamo meravigliare del fatto che nei confronti della famiglia cristiana si verifichi una forma di reazione, che essa sia considerata alla stregua quasi di un reperto, fuori dalla cultura avanzante, senza molto senso in prospettiva… “. Il presule “getta l’amo” ed inizia così la sua oretta di conversazione con i presenti.

FELICITA’ POSSIBILE

“E’ il massimo che ci si possa porre come obiettivo”, afferma il monsignore, “quella ‘piena’, nella storia, non esiste”. “Per raggiungerla dobbiamo imparare a coniugare desiderio e limiti. E la coppia cristiana, pur esposta alle difficoltà che toccano tutti, deve saperlo testimoniare”. Come farcela? “Prima di tutto poniamoci davanti al quesito: cos’è il matrimonio cristiano? E’ lo sposarsi nel Signore, cioè innestarsi e innestare il proprio progetto di vita su Gesù”.

I TRE PIANI DELL’AMORE

Tre gradi nella qualità dell’amore. Quello che Pacomio definisce “epidermicità dell’amore”, pur importante, è solo il primo passo; poi c’è la “filìa”, l’amicizia, un sentimento che fa crescere il rapporto. Ma solo con l’agape si raggiunge quello che è il dono divino dell’amore. “Quando parliamo d’amore non si parla certo ‘contro’ il primo o il secondo stadio, ma il terzo comprende, compedia, supera tutto… “.

PROGETTO DI DIO

“Il progetto di Dio sulla persona umana? Da sempre essa è pensata in funzione relazionale”. Un apparente paradosso: come intendere dunque il celibato (vien subito in mente la figura del sacerdote… )? “Se sono celibe non è perché voglio pensare solo a me, ma perché voglio occuparmi di tutti… “.

FEDELTA’ E INDISSOLUBILITA’

Afferma il presule piemontese: “La fedeltà, lungi dal doversi considerare, come avviene ormai per la maggiore, un fastidioso legaccio, dovremmo imparare a intenderla e valorizzarla come dono per fugare l’insicurezza di fronte alla vita”. “Un progetto di definitività che permette la crescita nell’amore per tutta l'esistenza: ecco dunque l’indissolubilità”.

“QUANDO FINISCE IL DIALOGO COMINCIA IL MARTIRIO”

Naturalmente non si parla di martirio in senso stretto. La frase è pronunciata per sottolineare una delle caratteristiche, il dialogo appunto, che mons. Pacomio pone nell’elenco delle caratteristiche necessarie, a suo avviso, per alimentare proficuamente un rapporto. Ecco allora la tempestività, l’accoglienza, la preghiera…

LE XIV OPERE DI MISERICORDIA

L’atteggiamento positivo verso chi è in difficoltà scaturito dai Vangeli e dall’esperienza bimillenaria della Chiesa, le 14 opere di misericordia(*), o dell’amore, possono benissimo essere un programma completo per un matrimonio cristiano, asserisce l’oratore. “I coniugi cristiani dovrebbero cercare di metterle in atto tutte”.

NOVITA’ RADICALE

"Il matrimonio cristiano è una novità radicale". Ci si riaggancia alle prime cose dette. “Una novità radicale che prescinde dalle mode umane”.

GAY: ORGOGLIO O UMILTA’?

“Sento parlare di orgoglio gay (detto all’inglese, in formula forse più nota: gay pride)… Volete essere felici? Gesù diceva: ‘Fate come me, che sono mite e umile di cuore’. Ecco, umiltà è la parola giusta". Umiltà gay, dunque. "Una dote valida sempre e per chiunque. Dio garantisce più ed oltre le leggi naturali”.

I FIGLI E L’EDUCAZIONE

Avere dei figli è un’apertura verso il futuro e l’amore dei genitori ha come prima caratteristica il bene per loro e la loro educazione. Quest’ultima presenta però in questa generazione dei problemi enormi”. “Dobbiamo convincerci che l’educazione non è limitazione della voglia di vivere e di esprimersi ma è piuttosto la segnaletica stradale, la mappa dell’esistenza”. Il presule aggiunge: “Sentivo affermare – ed è una cosa che ancora non avevo considerato – che la grande maggioranza dei figli per la prima volta oggi è condannata a non superare i genitori nella qualità di vita”.

LA MEMORIA FELICE

“E’ quella – dice di vescovo di Mondovì – di una vita familiare d’amore. Ed è la cosa più bella”. Infine un avvertimento: “Non minimizzare la portata educativa dei nonni, anche se fisicamente distanti: i nipoti sono sempre nei loro pensieri”.

(RI)EDUCARSI ANCHE A DIO – IL TRAMEZZINO DELLA PREGHIERA

“C’è la necessità di rieducarci anche al rapporto con Dio. Cioè alla preghiera”. Mons. Pacomio suggerisce un minimo impegno: “Recitare bene un Pater non richiede più di un minuto e mezzo: ce l’abbiamo questo tempo nell'arco della giornata?”. E suggerisce anche quello che chiama il tramezzino della preghiera: un “Padre nostro” al mattino appena aperti gli occhi e tre “Ave Maria” alla sera: uno per noi, uno per i nostri cari, uno per le persone disperate”.

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(*) – Opere di misericordia corporale: dar da mangiare agli affamati; dar da bere agli assetati; vestire gli ignudi; alloggiare i pellegrini; visitare gli infermi; visitare i carcerati; seppellire i morti. Opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire i peccatori; consolare gli afflitti; perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare Dio per i vivi e per i morti.