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I cori di montagna avverano il loro sogno: sul palco con l’orchestra più famosa e il maestro Veneri

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PARMA, REGGIO EMILIA (8 giugno 2007) - Impiegati, operai, liberi professionisti, imprenditori, insegnanti, artigiani…: per alcuni di loro si avvera un sogno. Cantare accompagnati dall’orchestra della Fondazione Arturo Toscanini, il ‘Magnificat’ del Maestro Giovanni Veneri, uno dei cinque accademici d’Italia accanto a personalità del calibro di Muti, Abbado, Meta, Giulini.

Accade alle ugole dei cori di Parma e Reggio Emilia Voci dell’Alpe (di Badia Cavana) e Vocilassù (di Toano), diretti dai maestri Gianluigi Giacomoni (per i coristi di Badia Cavana) e Antonio Pigozzi, Paolo Tavars e Gaetano Borgonovi (per i coristi di Toano), chiamati, assieme ad altri tre cori italiani, a dare voce a uno degli eventi musicali più attesi dell’anno.

“E’ da settembre che stiamo provando l’interpretazione della partitura di questa meravigliosa opera – spiegano Franco Quaretti e Gabriele Arlotti, presidenti dei cori parmense e reggiano – e non ci aspettavamo certo il regalo del maestro Veneri di poterla cantare con un’orchestra così famosa. Per il nostro mondo, che raramente è alla ribalta, fa cassetta o è considerato importante dagli amministratori, questo resterà nella storia come il riconoscimento più bello”.

Giovanni Veneri e i cori incassano il plauso di Fedele Fantuzzi, presidente dell’associazione emiliano-romagnola cori (Aerco) “perché attraverso questo evento si stimolano culture musicali diverse a venire in contatto e per i cori sono occasioni irrinunciabili”.

Il coro Vocilassù e il coro Voci dell’Alpe canteranno assieme ai cori Monte Nero (di Piacenza), S. Ilario (di Trento) e Monte Cimon (Miane di Treviso). Nel Magnificat, oltre alla musica della sinfonica della Toscanini, ci sarà anche il canto di Tania Bussi, soprano e Michele Petrusi, basso. Mentre nella parrocchiale di Vetto si sono svolte alcune prove congiunte dirette dal maestro Veneri, lo scorso 2 giugno a sorpresa si è svolta una prova generale nella chiesa della Trasfiguarazione di Parma.

L’appuntamento per la prima mondiale è per venerdì 29 giugno alle ore 21 al Teatro Farnese a Parma, quindi a Salsomaggiore il 3 luglio e a seguire altre date in Italia.

Singolare la genesi del Magnificat, composizione del 2003 che avrebbe dovuto celebrare i Novecento anni del Duomo di Parma. “La melodia del Magnificat – racconta Giovanni Veneri – mi è salita alla mente in una piazzola di sosta di ritorno a casa in autostrada. L’ho scritta in auto e dopo quindici giorni di lavoro era pronta e intercalata sul testo in latino. L’ho scritta dedicandola a Madre Teresa di Calcutta”.

“La storia ha voluto che si creassero solo ora le condizioni per poterla presentare”, aggiunge il maestro, che, il 2 aprile 2006, è stato scelto, unico tra tutti i musicisti viventi, per dirigere il suo Requiem nella basilica della Madonna Nera di Czestochowa (Polonia) a un anno dalla morte di Giovanni Paolo II che, proprio dell’opera cha sarà cantata dai cori, ebbe a dire “col cantico del Magnificat Maria celebra le meraviglie compiute in lei da Dio. Il cantico è la risposta della Vergine al mistero dell'Annunciazione (…). La sua gioia nasce dall'aver fatto l'esperienza personale dello sguardo benevolo rivolto da Dio a lei, creatura povera e senza influsso nella storia…”.

(Studio Arlotti Notizie)

1 COMMENT

  1. Veramente Magnificat
    Che dire… veramente “Magnificat”. Un’emozione difficile da descrivere se non provata in prima persona. Sono uno dei coristi che ha avuto l’onore di cantare, il 2 giugno u.s., l’opera del M° Veneri, e pur dilettandomi con il canto corale da circa sette anni, mai e dico mai ho vissuto un’emozione così forte, unica e gratificante. Mai e poi mai mi è accaduto di vedere con questi occhi che fissano lo schermo le persone del pubblico alzarsi in piedi se non in qualche opera lirica alla tv. Come racconta nell’articolo l’amico e compagno di coro Gabriele Arlotti, l’essere stati scelti dal M° Veneri per interpretare la sua opera e l’essere accompagnati da un’orchestra famosa, rimarrà nella storia del coro di cui faccio parte e presumo anche in quella degli altri amici coristi quale riconoscimento più bello per un mondo, il nostro, raramente alla ribalta e sotto riflettori ben diversi. Non vedo l’ora di rivivere, nuovamente, tutte queste emozioni mescolate tra di loro ed è per questo che attendo con ansia l’arrivo del 29 giugno. Concludo complimentandomi con la soprano Tania Bussi per la splendida voce, vero e proprio dono del Signore.

    (Simone Calani)