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Lettera / “C’era una volta la Frescaspesa… “

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L'estate turistica va pian piano scemando e si comincia a fare qualche riflessione. Ve ne proponiamo di seguito una, di un commerciante di Castelnovo ne' Monti, pronti a raccogliere eventuali altri interventi e commenti al riguardo, dato che l'argomento ci pare di sicuro interesse e meritevole di approfondimento. Ringraziamo intanto il lettore che averci offerto, chiaro e pacato, il suo punto di vista.

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Mi permetto di esprimere il mio pensiero su questa Frescaspesa targata 2007. Onestamente, penso che gli oltre 10.000 euro versati dai circa 70 commercianti per le iniziative potevano essere investiti meglio. Questa nostra estate castelnovese ha offerto pochissime attrattive interessanti ai potenziali turisti!
Questo è lo spunto per fare un ragionamento più ampio. Forse è giunto il momento di voltare pagina e di chiedersi come mai Castelnovo ne' Monti, quel Castelnovo che nei trascorsi anni riempiva tutti gli appartamenti disponibili e gli alberghi, oggi ha la metà degli appartamenti sfitti.
Si leggono sui giornali articoli di alcuni politici che decantano le presenze di villeggianti!!!

Ma sorge spontaneo chiedersi: ma dove vivono? Ma queste persone sanno di cosa parlano? A mio avviso no! Basta girare guardare, chiedere agli operatori! Basti pensare che un noto supermercato della zona è sotto budget di alcune centinaia di migliaia di euro e parliamo non di cose futili ma di alimentari. Il voltare pagina deve coinvolgere tutti coloro che operano nel nostro comprensorio, perchè la croce non la si può addossare solo agli amministratori, ma la dobbiamo portare un po' anche noi come operatori commerciali e di servizi.

Perche dico questo? Semplice: ultimamente, ho avuto modo di visitare gli Appennini del modenese, piacentino, ligure, bolognese e parmense e ho potuto fare un confronto con quello che offriamo noi. E sono arrivato alle considerazioni che vado ad elencare qui di seguito, sia in negativo che in positivo.

STRADE - Il confronto ci vede in netto svantaggio, le altre sono meglio tenute, pulite e ordinate, non è offensivo dire che le nostre sembrano delle mulattiere!
PAESAGGIO - In questo non abbiamo nulla da invidiare a nessuno, anzi direi che la Pietra di Bismantova, l'Abetina Reale, il Ventasso battono tutti 1 a 0.
VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO - Qui abbiamo molto da imparare e forse i nostri amministratori avrebbero bisogno di un bagno di umiltà e cercare un dialogo con chi opera a livello economico sul territorio! E su questo punto mi auguro che il Parco nazionale sia un mezzo di SVILUPPO E non UNO SVILUPPO DI DIVIETI!!!
PREZZI - Nota dolente, cari colleghi!!! Siamo fuori dal mondo, ma veramente fuori. Ci sono posti dove si mangia benissimo con 20 €, posti dove si dorme con 35/40 €. La famosa croce che tocca anche a noi è proprio questa! Iin un mondo globale dove le voci viaggiano in rete il fattore prezzo è molto importante!!! Non si può pensare di far venire gente in un posto dove si spende quasi quanto in posti più rinomati.
A mio modesto parere, bisogna rimboccarsi le maniche e cercare di cogliere il meglio dalle esperienze altrui e smussare quegli spigoli che rischiano di far morire il nostro Paese.

Lancio una provocazione: andate a vedere alla voce presenze del comune di Busana, vedrete che snocciolando le cifre noterete che l'impressionante cifra e da attribuire alla voce CAMPEGGIO!!!

Sì, non a discoteche, mega alberghi o a futuri centri benessere! Ma solamente a pace e tranquillità. Meditate, cari amministratori e concittadini, alzate la testa e smettete di guardare solo al vostro orticello. L'unione fa la forza, le associazioni di idee fanno la forza. Un saluto a tutti.

(Roberto Malvolti)

5 COMMENTS

  1. C’era una volta il turismo a Castelnovo ne’ Monti…
    Ci uniamo alle riflessioni del commerciante Malvolti. Effettivamente, i confronti con altri comuni dell’Appennino, per quanto riguarda iniziative e vitalità estiva, sono tutti sfavorevoli per il paese in cui viviamo e ce ne dispiace molto. Non possiamo pensare che tenere aperti i negozi una sera alla settimana possa contribuire in qualche modo, se non supportato da manifestazioni interessanti. Ma parliamo delle risorse da valorizzare, quelle che hanno sempre attratto turisti e villeggianti, sia che si fermino un giorno che un mese. I prezzi sono effettivamente fuori dal mondo, sia che si parli di ristorazione che di alloggio, a fronte di attrattive inesistenti e non valorizzate. Una fra tutte la Pietra di Bismantova, emergenza paesaggistica come poche in Italia: sentieri bloccati per motivi di responsabilità e, ove accessibili, malamente segnati che impediscono alla gente di salire; vi assicuro che arrivare in vetta di sabato e domenica, in confronto con altri anni, mette tristezza. Concludendo, pensiamo che la desolazione degli ultimi anni sia dovuta all’assenza di iniziative interessanti, alla mancata valorizzazione del territorio ed ai prezzi esagerati. Per citare una nota rivista, qualcuno giù dalla Pietra dovrebbe finire…

    (g.r.)

  2. Giù dalla Pietra? No, grazie…
    Ho letto con attenzione le argomentazioni dell’amico Roberto Malvolti e ho letto anche il primo commento; critiche argomentate, che in gran parte condivido. Ho provato però anche un senso di disgusto, perchè ad un anno dalla tragica morte di Giacomo mi ripugna che qualcuno scriva, anche provocatoriamente, che “QUALCUNO, GIU’ DALLA PIETRA, DOVREBBE FINIRE…”.

    (Umberto Gianferrari)

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    @CIl giornale cui si è fatto cenno (#CTuttomontagna@C) ha infatti trasformato la simpatica rubrica in un più asettico “Pagellone”. Non tocca certo a noi assumere le difese di g.r., ma speriamo di non cadere in una specie di “fobia delle parole”. Che, come tutte le fobie…
    Comunque, come abbiamo dato spazio al primo lo stesso facciamo col secondo lettore, lasciando a ciascuno di interpretare e “soppesare” al meglio vocaboli e significati che con essi si vogliono esprimere.
    Per il resto, ci auguriamo che il tema (il turismo a Castelnovo) rimanga fermo e su quello chi volesse intervenire si concentri.#C

  3. Per fortuna che c’è il grigio…
    L’analisi del turismo e del commercio a Castelnovo non è certo semplice, e nessuna persona singola, anche che ci lavori dentro, può avere un quadro generale: tante cose dette da Malvolti sono condivisibili (un’edizione della Frescaspesa sottotono, la manifestazione stessa che non ha più l’appeal di una volta, i prezzi spesso assolutamente fuori mercato di Castelnovo), ma ci sono anche altri aspetti da considerare: il fatto che la montagna ormai nei mesi estivi veda un proliferare di iniziative in tutti i centri minori, i borghi e le frazioni, che, queste sì, guarda caso hanno tutte grande successo. Forse che al turista o anche al residente sul territorio piaccia girare un po’ e scoprire posti e ambienti nuovi anzichè tornare sempre a Castelnovo?
    Detto ciò, l’altro giorno parlavo con un’albergatrice del comune di Castelnovo che mi diceva che questa per lei è stata la stagione migliore da 10 anni a questa parte. E anche un negoziante di abbigliamento storico del centro parlando mi ha detto che quest’anno ha avuto come clienti tanti stranieri, e per di più spesso giovani. Poi è vero c’è anche chi ha visto un calo di presenze e affari, ma il quadro non può essere visto solo come bianco o nero, ci sono anche sfumature diverse.

    (B-Side)


  4. Colgo volentieri l’invito a “concentrarsi” sul tema del turismo a Castelnovo ne’ Monti rispondendo anche alle note del signor Malvolti con alcune brevi riflessioni. Avremo sicuramente occasione di approfondire queste ed altre importanti tematiche riguardanti la nostra comunità, nelle pubbliche assemblee che l’Amministrazione comunale organizzerà nei prossimi mesi in tutto il territorio comunale in occasione della presentazione del bilancio di previsione 2008. La crisi dei consumi, e quindi anche del turismo, è un fenomeno che interessa tutto il nostro paese. Il turismo del solo fine settimana è diffuso in moltissime località turistiche, anche ovviamente molto più rinomate della nostra. Durante la settimana sono pochi i turisti che frequentano i luoghi di villeggiatura. In generale si spende e si consuma meno. Non sono un esperto di turismo e sicuramente le tematiche che ho riportato andrebbero aapprofondite, ma confrontandomi con i colleghi sindaci di località come Levanto, Fontanellalto, Brisighella, Castel S. Pietro ed altri centri turistici aderenti al circuito delle Città Slow, ho trovato conforto e condivisione, purtroppo, alle mie valutazioni. Sulla “Frescaspesa” del 2007 vorrei ricordare l’impegno ad investire sui giovani come animatori della nostra estate, dando spazio alle loro band musicali. L’esperienza del loro coinvolgimento è stata certamente positiva, ma la manifestazione della “Frescaspesa” va sicuramente rivisitata e riportata alla sua originalità. Devono essere i commercianti i veri animatori e protagonisti di questo evento. L’Amministrazione comunale deve sostenerli anche con contributi economici ed organizzativi, ma devono essere soprattutto loro la forza trainante di questa bella iniziativa nata 20 anni fa e riprodotta da molti altri comuni. Non voglio polemizzare con il Signor Malvolti, che svolge le sue riflessioni per aiutare il dibattito, ma devo contraddirlo sul paragone del nostro Appennino con gli altri delle provincie confinanti. Forse ha percorso solo l’autostrada della Cisa o la Genova-Livorno, non certamente le strade interne all’Appennino parmense o ligure. Lo invito a venire con me a visitare importanti cittadine della riviera ligure o dell’Appennino emilia-romagnolo per fare paragoni sulle inziative turistiche, sulla pulizia delle strade e sull’arredo urbano. Nei territori montani vicini, caro Malvolti, hanno chiuso o notevolmente ridimensionato importanti servizi ospedalieri, servizi alle imprese e soprattutto alle persone (scuole, servizi culturali, servizi sociali), che, vorrei ricordarlo, funzionano anche come volano per il turismo. Disponibile ad un reciproco bagno di umiltà, se necessario, vorrei ribadire la più ampia e convinta disponibilità al confronto con tutti gli operatori turistici, economici e commerciali che portino idee e progetti per lo sviluppo del nostro territorio. Noi abbiamo fatto e faremo la nostra parte. Vorrei infine ricordare che si può essere contrari per i più svariati motivi… personali alle nuove piscine, al centro benessere, al teatro, a nuovi alberghi, alla nuova biblioteca, a nuovi interventi di mobilità ed arredo urbano, ma sostenere che tutto ciò sia dannoso per lo sviluppo turistico del nostro territorio è davvero singolare e, mi si permetta, un po’… strumentale. Mi auguro di incontrare davvero tantissimi cittadini nelle prossime assemblee tematiche per la preparazione del bilancio di previsione 2008, dove ci sarannno anche le nuove politiche turistiche dell’Amministrazione. Grazie per l’opportunità al confronto di idee.

    (Gianluca Marconi, sindaco del Comune di Castelnovo ne’ Monti)

  5. Cosa possiamo fare noi per il turismo…
    Sul turismo in montagna ci sarebbe veramente molto da dire. In primo luogo, non si può non vedere una generale ambiguità da parte di tutti quando parlano di turismo a Castelnovo sottintendendo turismo dell’Appennino reggiano e viceversa; fino a quando non si sarà sciolta questa ambiguità ci sarà sempre e solo da perderci.
    Che il sindaco di Castelnovo non sia un esperto di turismo ci può anche stare; tuttavia mi chiedo: chi sarebbe l'”esperto di turismo” a Castelnovo? E chi sarebbe l'”esperto” a livello di Appennino reggiano?
    Qualcuno ha mai visto in giro per Reggio degli opuscoli pubblicizzanti eventi e iniziative nell’Appennino reggiano? Personalmente, no. Quei pochi opuscoli (generalmente brutti e malfatti) che vengono fatti stampare, sembrano essere esclusivamente distribuiti sul territorio al solo scopo di mostrare agli amministrati che si sta facendo qualcosa per il turismo… Va da sè che con questo metodo l’unico turista che si può avere è uno di Carpineti che si sposta a Castelnovo o viceversa.
    Non posso approfondire sui prezzi, sulle competenze commerciali, sulla ricettività, etc, ma anche qui ci sarebbe da parlare per ore.
    Chi ha scritto la lettera ha nominato la Pietra. Il turismo dell’Aappennino reggiano credo consideri la Pietra per quello che è: una “pietra”, appunto. La sentieristica è imbarazzante e quest’anno, a causa di una chiusura del sentiero principale, lo è ancora di più. I manutentori (??) quest’anno hanno dato un particolare tocco di novità al tradizionale ed atavico abbandono, al posto dei tradizionali segni fatti con la vernice sulla corteccia degli alberi (svaniti da anni), hanno inchiodato direttamente sugli alberi (quale miglior esempio del rispetto per la natura?) dei lamierini pre-colorati con spigoli aguzzi e taglienti su cui hanno scritto con pennarello indelebile le indicazioni, il tutto ad altezza di mano, tanto che se qualcuno dovesse urtarli accidentalmente potrebbe causarsi seri danni. Quest’anno, stanco di vedere turisti che scendendo dal versante opposto a quello della salita principale arrivavano alle prime case abitate per chiedere dove si poteva trovare un sentiero che li riconducesse al piazzale Dante, dove avevano lasciato l’auto, ho deciso di prendere una tavola, sagomarla e dipingerla con le appropriate indicazioni, infine sono andato ad affiggerla nell’apposito incrocio dei sentieri dove mancava da anni. Da quel momento non mi è più capitato di imbattermi in sventurati che per un segnale mancante dovevano arrivare quasi in paese per poi farsi 2 km di strada asfaltata in più per arrivare a destinazione. Se mi sono dilungato in questi particolari è solo parzialmente per farmi un auto-elogio a cui tengo molto relativamente. Tuttavia non vorrei essere presuntuoso dicendo che il turismo, in fondo, è tutto qui: nell’avere cura del turista e nel risparmiargli la fatica di fare due km a piedi quando questo non è necessario. Forse un turista può anche passare oltre il fatto che le strade per arrivare fin qui non sono proprio impeccabili (però finiamola anche di dire che sono delle mulattiere, non credo che nessuna auto abbia mai rotto le sospensioni a causa di queste strade), forse può sorvolare sul fatto che l’Appennino non offra, dal punto di vista culturale e forse anche paesaggistico, quello che si può trovare altrove; ma sicuramente, se aggiungiamo a tutto ciò anche il fatto che quel poco che c’è è ben lungi dal raggiungere livelli di eccellenza, allora è facilmente comprensibile come la sfida rispetto ad altre località non potrà mai essere vinta. Una malagestione del turismo da parte delle pubbliche amministrazioni è solo un aspetto del problema, fors’anche il meno grave. Quello che serve è una riforma strutturale (non so cosa significhi ma lo dicono tutti… o forse lo dicono tutti perchè non significa niente… ) della mentalità. Forse i turisti cominceranno ad arrivare quando comprenderanno che c’è gente disposta a perderci pur di averli… Parafrasando una celebre frase: “Non chiediamoci cosa può fare il turismo per noi, chiediamoci cosa possiamo fare noi per il turismo”. Chissà, quando si sarà attuato questo radicale cambio di mentalità forse si potrà anche sperare di vedere dei risultati…

    (R.S.)