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“Giovanelli, presidente inconcludente”

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Il presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, ex sen. Giovanelli, ha profuso ogni energia affinché dagli organi elettivi che governano l’Ente fossero escluse sia una rappresentanza delle minoranze democratiche (circa il 40% degli elettori) sia le istituzioni che pure al Parco hanno dato il territorio, come il Comune di Ligonchio.

L’attività politica dimostrata è proporzionale all’inconcludenza di questo presidente, che si prodiga in performances eccezionali nello sprecare i soldi pubblici, cioè quelli dei contribuenti.
Gli esempi non mancano: dalle attività sportive elitarie alle manifestazioni inutili e costose come la settimana del lupo a Cervarezza, tanto per citarne due. Di questo il presidente ha dato buone prove in questi pochi mesi di governo del Parco.

E le scelte concrete, semplici, condivise, con ritorni tangibili? Quelle cioè che potrebbero favorire sviluppo, economia, turismo, lavoro, popolazione e quant’altro? E la progettazione di interventi significativi? E la pianificazione, che potrebbe dare ai montanari la ragionevole speranza di un futuro possibile per la nostra terra e per i giovani che vogliono continuare a sceglierla? Per ora nessuna traccia.

Si comprende così perché, con il massimo della concentrazione di potere, dal Governo nazionale al Parco, la montagna reggiana continui ad indebolirsi. L’inconcludenza non dà frutti ma solo sperperi.
L’ultima trovata di Giovanelli è quella di convocare, nel meraviglioso paesaggio di Cerreto Laghi, una riunione con gli eletti ed i simpatizzanti del nascituro Partito Democratico per una riflessione ed un approfondimento sul futuro del Parco… probabilmente in qualità di segretario del PD all’interno del Parco nazionale.

Ciò che mi risulta difficile capire è su cosa dovrebbe vertere la riflessione del presidente, sul nulla si fa fatica a riflettere.

Certo è che simili comportamenti confermano la tradizione di questa sinistra, cioè la confusione tra istituzioni e partito. La vuol capire, l’ex senatore, che siamo ormai fuori dal sistema sovietico e che le istituzioni e i partiti sono e devono essere distinti tra loro? Nelle istituzioni, infatti, tutti si devono riconoscere, indipendentemente da chi le guida, e le stesse non devono essere lo strumento in funzione solo di una parte o degli interessi di qualcuno.

In effetti sarebbe meglio che l’ex senatore si occupasse della sezione del nascente PD piuttosto che del Parco nazionale: il danno per la comunità forse sarebbe minore. Ma tant’è, fino a che sarà presidente pretenderà di fare l’una e l’altra cosa, distinguendo ben poco (se non nulla) ruoli e contesti, e purtroppo per la montagna sarà una sciagura.

(Robertino Ugolotti, membro direzione Udc Reggio Emilia)

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LA RISPOSTA DI GIOVANELLI

Robertino Ugolotti dell’Udc ha torto sui presunti sprechi del Parco, ma ha ragione sulla necessità di un confronto collegiale che coinvolga anche i rappresentanti del centrodestra. “La settimana del lupo” non è stata uno spreco, ma un impegno rigoroso ed efficace di risorse già stanziate dalla Comunità del Parco.

Ora Cervarezza ha una nuova riconoscibilità della sua piazza principale, ha una sala convegni degna di questo nome, e sta rilanciando la sua identità di luogo di valore del turismo naturalistico. Dopo la settimana del lupo, c’è stata la serata dell’acqua, e lavoriamo su un progetto di valorizzazione della zona della Sparavalle come alto crocevia tra val Secchia e val d’Enza. Molti operatori a Cervarezza hanno compreso che serate di successo come quella di musica e poesia nella Chiesa sono state realizzate senza spendere un euro, grazie alla generosità di Giovanni Mareggini e Giovanni Lindo Ferretti, che ringrazio.

Invece per quanto riguarda il bisogno di confronto con le minoranze, condivido l’approccio critico di Ugolotti. Per quanto mi riguarda occorre costruire una presenza istituzionale della voce della minoranza di governo del Parco. Inoltre c’è un bisogno di discussione pubblica aperta e di collegialità che sento direttamente. Anche in agosto ho riunito i membri del direttivo ancorché le nomine non siano perfezionate, ma sento che non basta: per questo sollecito incontri con le forze politiche. Non posso convocare una riunione di dirigenti locali del centrodestra, ma, se mi viene proposto, sono pronto a farla, anzi la sollecito.

L’ente Parco non è del centrosinistra: è una ricchezza di tutti, in quanto grande progetto di qualità per il futuro dell’Appennino. Sto lavorando con gli amministratori di centrodestra con lo stesso impegno di idee e di risorse impiegati con quelli di centrosinistra. Valga come esempio la riuscitissima rassegna “Ligonchio energia”, unita all’impegno a portare a Ligonchio la sede della Comunità del Parco e del CTA.

Infine segnalo che stiamo lavorando per portare come ospite alla fiera di San Michele il Parco nazionale d’Abruzzo, nella persona del suo presidente Giuseppe Rossi e con immagini e prodotti in uno stand dedicato. Lo stiamo facendo proprio raccogliendo un’idea dei consiglieri di minoranza castelnovesi Umberto Casoli e dallo stesso Ugolotti, che hanno suggerito di portare un segno di novità alla fiera, ospitando ogni anno un Parco nazionale diverso. Quest’anno cercheremo di farlo con il più antico e famoso dei parchi italiani. Negli anni prossimi potremo puntare ancora più in alto, ai parchi canadesi o all’americano Yellowstone, ma già la scelta di quest’anno dimostra che il Parco ascolta le proposte del centro destra e quando sono buone cerca di realizzarle.

Mi auguro veramente che oltre che criticare legittimamente sui giornali, i partiti del centro destra accettino un confronto diretto sul bilancio e le strategie del parco che sono all’ordine del giorno del lavoro delle prossime settimane.

(Fausto Giovanelli, presidente Parco nazionale Appennino tosco-emiliano)

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Pezzi correlati:
- Giovanelli, il Parco e il Partito (27 agosto 2007).

1 COMMENT

  1. è possibile un Parco svincolato dalla politca?
    Non diamo mai per scontata la malafede.
    Il Parco, probabilmente, diverse cose utili le ha fatte. E Giovanelli giustamente le rivendica. Nella sua, interessante e per certi versi inaspettata risposta, dice: “Per quanto mi riguarda occorre costruire una presenza istituzionale della voce della minoranza di governo del Parco”. Ma non si potrebbe pensare a un Parco che, dovendo presidere alla tutela di una zona, sia svincolato dalla politica (a partire dal presidente per arrivare ai vari membri dei comitati?).

    (E.F.)