Home Cronaca “Da qui si domina il mondo”: Crovi ora riposa a Cola

“Da qui si domina il mondo”: Crovi ora riposa a Cola

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COLA DI VETTO (sabato 1 settembre, 2007) - Poco più a valle del cimitero, in segno di rispetto, l’agricoltore Corrado ha interrotto l’aratura. E la Chiesa di Cola, gremita di fedeli, paesani e autorità, dà per prima in terra Reggiana l’ultimo addio al suo figlio più illustre, lo scrittore Raffaele Crovi, spentosi nella giornata di giovedì a 73 anni a Milano.

Poco prima il feretro si era fermato davanti alla casa dove Raffaele aveva vissuto sino ai quindici anni, quanto basta perché il profumo della sua terra permeasse tantissime sue opere. Nella mattinata, nella chiesa di Sant’Ildefonso, si erano già svolti i funerali solenni.

Ha lottato per due anni contro un male incurabile “al scritùr”, come bonariamente qui chiamavano l’autore che aveva fatto fortuna lontano da qui, ma col cuore qui. Composti, nel loro dolore, sono la moglie Luisa, i figli Alessio, agronomo, e Luca, laureato in filosofia e impegnato nel ramo editoriale caro al padre. Commovente il ricordo degli ultimi tempi, col progredire della malattia. “Resisteva col lavoro alla vita”, raccontano i figli, e Raffaele, purtroppo, era consapevole di quanto lo aspettava. Nonostante questo dolore, ha continuato a faticare la sua mente sino in ultimo, quando solo a tre giorni dalla morte ha perso di lucidità. Nei suoi programmi “c’era di tornare, come ogni anno, a Cola per Ferragosto”.

E come l’estate di ogni anno sono tanti che avrebbero voluto rivederlo qui, i parenti, i paesani, i suoi lettori. Il parroco don Carlo Castellini ha recitato coi fedeli le preghiere a suffragio dell’anima dell’autore: in chiesa, e al cimitero, le massime autorità civili reggiane. Sonia Masini, presidente della Provincia di Reggio Emilia, Leonilde Montemerli, presidente della Comunità Montana, Mimmo Spadoni, assessore del Comune di Reggio Emilia, Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale, Fabio Filippi, il consigliere regionale vistosamente ingessato dopo l’aggressione dei malviventi, Clementina Santi, assessore alla cultura della Comunità Montana, Sara Garofani, sindaco di Vetto in fascia tricolore e col gonfalone, Paolo Bargiacchi, sindaco di Baiso, Davide Dazzi, sindaco di Ramiseto; e poi esponenti del mondo della cultura, come Giovanni Lindo Ferretti, Eolo Biagini, lo scrittore (pure lui originario di Cola) Francesco Genitoni, Romolo Fioroni, Ermanno Beretti, Gino Badini, i membri dell’Associazione scrittori reggiani, l’amico Athos Nobili, molti giornalisti e tanti altri.

Sulla riva del monte Berghinzone, un tempo dominato dal castello omonimo, ora Raffaele riposa nella tomba di famiglia, accanto al padre Virgilio, scomparso nel 1972 e alla madre Elena, deceduta ultranovantenne nel 2003 nella casa di riposo di Vetto.

Era la sua volontà, il ritorno alle radici, in quella tomba dove “si domina il mondo”, perché affacciata sull’Enza, al Ventasso, al Cusna e con quella finestrella in direzione della Pietra di Bismantova.

La sua scomparsa ha interrotto le sue ultime opere, ma anche un curioso incontro che doveva andare in scena proprio le settimane scorse. Raffaele aveva sentito parlare e letto di Narvalo Siscuffi (nome d'arte, anagramma di quello vero, di Silvano Scaruffi), il giovane scrittore di Ligonchio. Tramite Giovanni Lindo Ferretti avrebbero dovuto trovarsi a Milano. La malattia ha impedito questo “ritrovo” di menti.

Intanto, i mattoni sigillano l’ultima dimora in quest’angolo della valle dei cavalieri e poco più sotto l’aratro torna a incidere la terra, affinché qui possano di nuovo crescere i germogli, le parole della vita infinita.

(Studio Arlotti Notizie)

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Eolo Biagini, conosciuto scrittore ed intellettuale della nostra montagna, già sindaco di Carpineti, presente questo pomeriggio a Cola alle onoranze e al seppellimento di Raffaele Crovi, ricorda un episodio che lo lega allo scomparso.

"Raffaele Crovi era uno tosto, che non si tirava indietro. Abbiamo anche 'litigato'. Ma facendo questo abbiamo imparato a stimarci e quindi fatto amicizia". Continua: "Nel momento della stesura del suo romanzo Appennino ricordo che c'era un personaggio, Eolo (il riferimento è piuttosto lampante, non ci sono molti Eoli per queste contrade...), che era tratteggiato con caratteristiche che non mi piacevano. Abbiamo discusso. Avevo insistito perchè facesse modifiche, altrimenti... ". E il risultato? "Mi era venuto incontro, facendo bellissime descrizione del mio paese, Giandeto... ".

(gd)

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Pezzi correlati:
- Raffaele, la valle dei cavalieri in cielo (30 agosto 2007).