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Vita nel kibbuz

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Il problema di fondo dei comunismi nel ventesimo secolo è che erano forme dittatoriali che si imponevano dall'alto. In antitesi con ciò che volevano realizzare, i regimi che si sono insediati nell'est dell'Europa, e che persistono tuttora in paesi come Cina e Cuba, sono forme di potere assoluto.

Leviathani di Hobbes in cui il popolo cede i propri diritti ad una autorità centrale per vedere in cambio riconosciuti i propri bisogni primari. Finchè si vorrà imporre un sistema utopistico con una lotta di classe esso non potrà che trasformarsi in un totalitarismo. Non è il caso di leggere "La fattoria degli animali" di George Orwell per capire che qualsiasi movimento salito al potere non fa altro che portare avanti i propri interessi contro quelli del popolo.

Ma allora il comunismo, o meglio la collettività, è un sistema davvero irraggiungibile su questa terra? Non se si prendono in considerazione le comuni, esaltate dallo stesso Marx, situazioni in cui è il popolo, o meglio un piccolo gruppo di individui a mettere assieme i propri beni e mezzi di produzione per poi ripartirsi in maniera equa gli utili.
E' il caso allora di parlare di un comunismo bianco in cui rientrano le comunità cristiane, le comuni hippie e non per ultimi i kibbuzzim (plurale dell'ebraico kibbuz) e sono proprio questi che analizzeremo.

Nel nostro resoconto ci appoggeremo a un testo di Avraham Yassour. I kibbuzim nascono all'inizio dello scorso secolo con la fondazione di Degania A, si tratta di piccole comunità collettive sioniste in cui il popolo vive secondo leggi socialiste, mettendo assieme i mezzi di produzione e ripartendo in maniera eguale gli utili. Non ultimo come scopo quello di colonizzare la Palestina. Il kibbuz come sistema di vita è prettamente ebraico; per quanto non vi siano esclusioni di razza, lo stile di vita è fortemente pervaso dalle idee sioniste e dal bisogno di separarsi dagli ebrei fondamentalisti. Nasce quindi una comunità in senso proprio in cui i bambini ricevono una educazione in comune e in cui i capi, ma sarebbe improprio usare questo termine, i metapelet vengono eletti da una assemblea comune.

Il kibbuz nasce come comunità agricola. Non sono parole il fatto che gli israeliani hanno fatto rifiorire il deserto. Per quanto la percentuale di persone che vivono nei kibbuzim non ha mai superato il dieci per cento, un terzo dell'attività agricola israeliana si deve a queste straordinarie comunità. Altra cosa, i kibbuzzim sono totalmente apolitici. Sono infatti supportati dalle diverse parti politiche, riuniti in leghe per ciascun partito.

Ora il problema grave per queste comunità è che il capitalismo sempre più pressante, secondo la legge di Oppenheimer, non può portare alla realizzazioni di forme di vita alternative senza che queste perdano ricchezze. Insomma, il kibbuz, nel mondo del terzo millennio non regge la concorrenza. Già nei decenni passati molti kibbuzim erano passati dal settore agricolo a quello industriale, con una conseguente verticalizzazione del potere ed oggi la popolazione sempre di più questa forma di azienda che ha lasciato e lascia indelebile nel cuore dell'umanità il sogno di una società migliore fatta di eguali.