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Problema immigrazione

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Quotidianamente si fa un gran parlottare del problema degli immigrati in Italia dopo gli ultimi episodi ed ovviamente la politica risponde prendendo misure precauzionali. Sorrette da nessuna ideologia, che risulterebbe dannosa nel caso, ma dal polso fermo di affrontare una situazione di emergenza.

Eppure le ideologie ci sono, costruite su basi illogiche dimorano nella mente degli uomini, cancrene degli emisferi cerebrali, tumori della società, aborti della storia. Così, mentre alcuni cercano di rimarginare, altri, pieni di nazionalismo nordico o romano, creano le basi per incoraggiare le masse ad atti di violenza contro popolazioni prive di tutela. Col risultato ovvio, banale, che per una violenza a Roma da una parte, non si sa quante violenze ci siano state dall'altra. Ovvio. Siamo italiani, pensiamo solo ai nostri di morti, no?

Dacia Maraini risponde dal lato delle femministe. Sconcertata dello stupro di una donna ha il coraggio e la forza di ricordare che se una ragazza romena non avesse denunciato il fatto oggi non sapremmo il nome del colpevole tanto meno la sua nazionalità. Prima dell'episodio, senza alcuna premonizione, il Venerdì di Repubblica ricordava che il 12,5% degli stupri non avvengono ad opera di familiari e conoscenti. Vale a dire che se una ragazza romena non avesse telefonato alle forze dell'ordine probabilmente avremmo dato l'intera responsabilità a un italiano.

Il secondo fatto che mi scoraggia è che stiamo facendo tutto questo a una nazione comunitaria, entrata nel 2007 a diritto nell'Unione Europea anche col nostro voto. L'Unione Europea ha nei propri scopi quello di diventare un'organizzazione sovraterritoriale capace di dettare la politica mondiale al pari degli Stati Uniti. Se accettiamo al nostro interno una nazione dobbiamo garantire ad essa dignità e tutela, favorirne lo sviluppo economico grazie a commerci e piani industriali e porla sullo stesso piano di Francia, Germania e Polonia. Invece l'Europa pare non esista e mentre Bruxelles ci inveisce contro ricordandoci di integrare le popolazioni dei campi nomadi, noi ci tappiamo le orecchie e litighiamo come sappiamo fare dall'epoca di Garibaldi. Vorrei poi sapere quanti sanno elencarmi gli stati dell'Unione. Io ne tengo una cartina in sala, ma credo che abbia un significato, non che ciascuno debba fare i propri comodi.

Ultimo punto. Sono d'accordo a costituire gli stati su un criterio nazionale. Sillabato: a ogni popolo uno stato. Ma una volta che in uno stato si insediano altre popolazioni non se ne possono ridefinire i confini. L'umanità - e vi invito a leggervi l'articolo sulle razze che mi è costato un pomeriggio - è da sempre stata costituita da popoli che migrano di sede in sede. Noi stessi siamo un miscuglio di gente diversa. Ergo, lo stato deve essere preparato ad accogliere le diverse popolazioni che ne acquistano la cittadinanza permettendo loro di mantenere i costumi. Ecco come è formata la popolazione degli Stati Uniti, in cui noi abbiamo importato un'azienda politicamente corretta chiamata Mafia:
- tedeschi 17%
- latini 13%
- neri 12%
- irlandesi 12%
- inglesi 10%
- Americani* 7%
- italiani 6%
- asiatici 4%
- francesi 4%
- polacchi 3%
- scozzesi 2%
- gallesi 2%
- olandesi 2%
- norvegesi 2%
- svedesi 2%
- indiani nativi 2%

* presenti da prima dell'Indipendenza.