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Don Marco e la sua “parrocchietta” di Ipirà

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“Ci saranno sempre meno soldi provenienti dalle regioni”, è la frase introduttiva dell’assessore castelnovese al volontariato Savio Bertoncini. “E quindi occorre che gli enti locali ne prendano atto attivandosi diversamente”.

La questione-soldi è naturalmente riferita all’impegno che la comunità locale, rappresentata dall’ente pubblico, profonde in alcune iniziative di solidarietà. Come quelle di don Marco Ferrari in Brasile. La serata è appunto dedicata a questo.

Don Marco è presente nella sala “Poli” del Centro culturale polivalente di Castelnovo ne’ Monti per raccontare ai presenti (sono venuti ad ascoltarlo, ma ancor più, crediamo, a salutarlo, un centinaio di persone, che hanno naturalmente riempito la stanza) la sua attività missionaria, che sta per compiere sei anni: era infatti partito nel gennaio 2002, dal capoluogo montano, dov’era collaboratore dell'allora parroco don Battista Giansoldati.

Lo stile è quello conosciuto del don: poche parole (e sempre più “stentate”: sarà l’immersione nella lingua e nel mondo brasiliano… ) e pedalare. Coll’appoggio di immagini – anche di cascate d’acqua: “ma di queste non vi è traccia nel serto del nordeste carioca… “, commenta – riferisce dunque alla platea i lavori portati avanti col contributo dei castelnovesi, dei montanari e anche di alcuni enti come la Regione.

“Ma prima di tutto sono là come prete ad annunciare il Vangelo”, esordisce, quasi a ricordare un concetto elementare che, tra tanto “fare”, può addirittura rischiare di passare in secondo piano. Don Marco in quel vasto territorio è l’unico prete, aiutato da quattro suore brasiliane e da un certo numero di aiutanti laici (“bravissimi”), che gli consentono di portare avanti iniziative come “Dancar à vida”, per dare uno scopo ai ragazzi che non sia solo quello di stare sulla strada, o la pastorale per i bambini, di cui è particolarmente contento e che in Brasile è riconosciuta dallo Stato con un impegno finanziario. Ai ragazzi vengono inoltre offerti spazi per giocare a calcio (e cosa significhi là ben sappiamo… ), per cantare... “Abbiamo costituito un gruppo, con ragazzi che suonano i tamburi (e recentemente abbiamo rinnovato il parco strumenti, dato che prima la situazione era piuttosto precaria - e mostra le foto di ciò che vuol dire), che viene spesso chiamato ad accompagnare momenti e cerimonie varie pubbliche“.

I problemi maggiori che incontra? Violenza, condizioni meteo sfavorevoli, disoccupazione (“ma non manca anche la pigrizia, soprattutto maschile”), corruzione. Non è facile, ma in questo “lo spirito brasiliano aiuta molto”, dato il riconosciuto carattere gioviale e solare degli abitanti di quelle terre.

Il pubblico ha poi posto domande varie, al quale il don ha risposto sempre con disponibilità. Quando tornerà in Italia? “Non prima del 2009, credo”.

Ha quindi chiuso, ringraziando della testimonianza, il sindaco Marconi, intervenuto nel frattempo perché impegnato nel Consiglio della Comunità montana, “citato e paragonato” più volte dal giovane sacerdote nel corso della serata, allorquando ricordava che in Brasile quasi tutti i sindaci di professione sono medici…

Cari saluti ed auguri, don, e… um abraço!