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Lettera ai padroni del vapore

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Chissà se sono al passo coi tempi? Chissà se sto per scrivere una sequela di lamentele da “ultim’ora”..? Non mi importa. Sono cose importanti, serie, ed anche se le giudicassero giurassiche sono determinanti della vita di chiunque leggerà.

Partiamo con un esempio classico: i CARBURANTI.
L’altro giorno sono tornato a fare benzina (a dire il vero gasolio), si perché ogni tanto ci vado, ma ahimè questa è una cosa tosta, non è un gioco per deboli di cuore.. Il prezzo non resta mai fermo, neanche giocassimo a rincorrerci.
Ho, infatti, comperato un’auto a diesel (usata) sperando di risparmiare qualche euro di benzina, tra i maggiori km che riesce a percorrere e il minore costo della benzina. Ma avrò fatto bene? Un giorno ricordo di avere pagato attorno a 1.271 euro al litro, pochi giorni dopo era già a 1.294 euro al litro (cercando il distributore più economico). E’ pazzesco, come all’asilo volti l’occhio un secondo ed ecco che il prezzo dei carburanti “più bassi” d’Europa (..) cercano di mettersi al passo (l’ironia diventa vergogna).

Io, come credo il 90% degli italiani, regoliamo attorno ad un bene quale è il carburante, per i mezzi di trasporto, la nostra vita. Se non siamo tanto fortunati da lavorare proprio sotto casa, dobbiamo spostarci per raggiungere il luogo di lavoro. Noi della montagna, poi, siamo stati abituati a spostarci per andare al lavoro, i nostri monti sembrano offrire molto, ma le città vicine sono le mete principali per lavorare, e da moltissimo tempo affolliamo le strade statali per raggiungere il loco lavorativo. Ma oramai si potrebbe dire “eravamo abituati” perché in questi tempi cambiare lavoro, in favore di uno più vicino (magari meno interessante e meno adeguato alle nostre professionalità) è un poco come avere un aumento di stipendio, considerevole.
Se poi lo stipendio è comunque basso, si inizia proprio a fare “fatica a lavorare”..
Ricordo una frase di una mia collega, qualche anno fa, che al limite dello stupore mi domandò se andavo a lavorare per pagarmi la benzina necessaria ad arrivarci.. Aveva ragione, tant’è che quel lavoro lo dovetti lasciare presto.

Ed è vero, con gli stipendi attuali anche spostarsi (per andare a lavorare) diviene un lusso – si parla tanto di un popolo dei 1.000 euro al mense, ma moltissimi a fatica raggiungono i 600/700 euro, magari con un secondo lavoro.

Ma forse è un intimazione governativa, per la salute?
Pensateci bene: così facendo ci invitano ad uno stile di vita corretto, e diviene inutile scrivere articoli su come perseguire un corretto stile di vita, ci pensa già il governo quando ci intima implicitamente a camminare, a riprendere in mano le biciclette, risolvendo così molti problemi gravi del nostro nuovo millennio come inquinamento, obesità dovuta alle cattive abitudine, aggressività, incanalandola nel moto, socializzazione, risparmi energetico, ecc. Insomma a pensarci bene (o meglio: a non pensarci troppo) sarebbero da ringraziare per questi aumenti dei prezzi - persino i beni di prima qualità, badate bene il cibo, il pane e il latte (!) crescono, così si limitano le abbuffate dei soggetti a rischio di un comportamento alimentare scorretto, che si risparmiano così anni di costose terapie (..).
Già Grazie.

Ma poi pensandoci bene, vedo che molti prezzi aumentano in maniera maggiore dei prezzi delle sigarette e degli alcolici, e ops.. forse vuole dire che mi sono illuso? Ma mi dico che avranno sicuramente altri motivi per questi aumenti sempre ingiustificati, dei quali danno colpa a l’uno e all’altro di turno, o forse non ne hanno nemmeno uno; chissà..

Guardiamo, velocemente, come aumenta il prezzo dei carburanti:
oggi, stando ad un sito che monitora i prezzi del carburante (www.prezzibenzina.it), la benzina verde più economica è quotata 1.325 euro al litro, il Diesel più economico a 1.240 (ma da noi, il corrispettivo marchio non c’è); il GPL va meglio con 0.603 euro al litro e il metano costa 0.764 al litro (prezzi interessanti, ma molte tasche non hanno i soldi per acquistare un’auto a gas in buono stato per viaggiare tra montagna e città).
Navigando, trovo anche altre notizie interessanti (http://www.oraziotassone.com/tag/tasse) che mi insegnano che paghiamo ben un 65% di tasse sulla benzina-carburante! Ci rimango molto male..
Significa che su un ipotetico 1.37 euro al litro, 0.94 euro li rivuole indietro lo stato con le tasse (altre tasse? E le mie tasche? Chissà se prendo i pantaloni sprovvisti..). Praticamente se acquistassimo il carburante esentasse la pagheremo soltanto 43 centesimi di euro! (Mi stupisco di non conoscere un mercato nero dei carburanti, ma forse sono troppo ignorante.)

Praticamente, ridotte le tasse in questo particolare caso, si tornerebbe a respirare un pochino, dimezzando il costo della benzina (considerando che almeno un 10/15 centesimi allo stato glie li possiamo lasciare di tassa sul carburante), ed il mio stipendio guadagnerebbe di almeno 100 euro sul costo carburante risparmiato per recarmi al lavoro. Sarebbe come dire che mi hanno dato un aumento..

Ricordo che alle scuole medie un insegnante mi spiegò che l’aumento del costo della vita aumenta sempre; però, da come lo ricordo io, gli aumenti dei prezzi devono essere seguiti da aumenti degli stipendi. Negli ultimi tempi abbiamo registrato un aumento, soltanto, del 2,3% sugli stipendi (http://www.tgfin.mediaset.it/tgfin/articoli/articolo389815.shtml), mentre per i prezzi natalizi sono previsti in aumenti dal 9% al 25% (http://www.agi.it/cronaca/notizie/200711271825-cro-rt11175-art.html). Direi che se la matematica non è un’opinione, i conti non tornano proprio tanto…

Tra le tante cose, oggi, sono certo che se un politico mi controfirmasse un documento in cui promette di fare il suo lavoro e che, se entro 6 mesi di carica non mi rispetta gli impegni presi, allora scivola via dalla sua poltrona per recarsi in una stalla o ai turni notturni in ceramica, d’inverno con il muletto senza vetri, a lavorare fuori dallo stabile per 5.7 euro l’ora, come fanno molti cittadini; in quel caso Lui (o Lei) avrebbe il mio voto assicurato.

Perché mi domando, come credo faccia anche la maggior parte degli italiani, come si possa operare in un paese assurdo come il nostro, dove le correnti politiche si presentano con un programma elettorale che non rispettano mai, promettono di appianare le tasse e sistemare i bugs del sistema, ed invece permangono nel macchinario del “tassa e spendi” rendendo quindi vani gli aumenti delle tasse. Non so, perché non ho verificato, ma non credo siano molti i paesi europei che fanno pagare l’Iva sulle loro stesse tasse: ovvero che su un prezzo l’Iva non è rapportata solo al costo singolo del servizio o del bene, ma anche al surplus delle tasse (costo del bene + tasse + Iva calcolata su entrambi gli addendi). Siamo il paese con i costi politici più elevati d’Europa, e abbiamo un debito pubblico immenso, forse addirittura eterno.
Siamo un paese cattolico dove formare una famiglia non è un lusso, E' UN RISCHIO CAPITALE! Non ci sono soldi per noi, figuriamoci per eventuali figli e per l’utopico costo delle case (considerando che per avere un mutuo bisogna avere un buon lavoro: merce rara in Italia). Un paese dove, quando Marco Travaglio (parola più, parola meno) dice ironico “già ti danno da lavorare, vuoi anche che ti paghino?” non sai se ridere o piangere; proprio come quando ti arriva la rara busta paga. Un lavoratore autonomo (co.co.pro. o alternativi, i contratti in voga - per approfondire: http://it.wikipedia.org/wiki/Contratto_a_progetto) prende pochissimo e si ritrova con tasse (a Lui) inutili perché non beneficia di NULLA, e in costante previsione di aumento (le tasse sul suo contratto, non lo stipendio).

Io oggi mi accontenterei, visto che di fare le cose per bene non se ne parla mai, purtroppo, di poche cose: la correzione del sistema tasse (tassare solo sul costo del bene originale, e non su quello implementato dalle tasse: ovvero non tasse sulle tasse) e un movimento attivo che imponga una riduzione drastica (e non di 10 centesimi) del prezzo della benzina, perché se il caro benzina non è dovuto all’aumento del costo del petrolio (al quale, però, si da sempre la colpa sperando di tacere le reali motivazioni) ma ad uno stato ipocrita che impone oltre il 60% di tasse a dei poveretti che non arrivano a fine mese, non si può non operare subito e drasticamente!
Altrimenti se “domani” scopro che esiste un mercato nero dei carburanti, non solo mi impongo perché questo non venga perseguito, ma (forse) ne divverò anche io cliente.. E’ assurdo ma la situazione è insostenibile!

Un po’ di tempo fa mi stupivo della mancanza di distributori di carburanti alternativi, avevo preso in esame il bio-diesel (o comunque bio-carburanti alternativi), ed ecco la risposta implicita che mi sovviene: essendo a impatto ambientale molto basso, ha un sistema di tasse estremamente basso, e siccome non c’è guadagno d’imposta non c’è necessità di promuoverlo..

Sarebbe possibile una petizione?
Una raccolta firme per eliminare almeno l’80% delle tasse sul costo dei carburanti?
C’è qualcuno di abile che ne prenderebbe le fila e proverebbe questa azione in favore dei cittadini?

Se fosse un politico sarebbe bello, ma come spesso vediamo, se vogliamo un’azione UTILE al popolo è meglio che ce la facciamo da soli: il popolo paga già moltissimo le persone che dovrebbero lavorare per il popolo, e queste non lo fanno – se non ci riescono è legittimo, ma allora se ne tornino subito a casa.

(E meno male che siamo “sempre governati” da governi che dicono di lavorare per il popolo e per le categorie più basse: dimenticando anche, ad esempio, che siamo ultimi in Europa pure per gli aiuti alle famiglie!).

Agostino Giovannini (uno di Voi)

41 COMMENTS

  1. D’accordissimo
    Sono d’accordo con Agostino… Purtroppo bisogna ammettere che siamo governati male e sempre a favore di pochi… Pensate che io ho aperto un’attività e il Comune mi sta bloccando tutto con motivazioni che vanno a pura discrezione dei politici locali… Anzi, non proprio dei politici ma di funzionari che in teoria non avrebbero potere… Siamo giovani perchè abbiamo (io e i miei “soci”) tra i 25 e i 30 anni… Cerchiamo di lavorare in montagna, di dare lavoro, ma veniamo sistematicamente bloccati dalla burocrazia e senza che chi di competenza ci dica cosa dobbiamo fare per essere in regola… Quindi oltre a essere mal governati siamo anche beffati, umiliati e raggirati… Ee poi si spendono parole e soldi per incontri e convegni a favore dei giovani della montagna… Ma dov’è l’aiuto se si blocca chi cerca di fare qualcosa!
    Ripeto, è giusto lavorare ed essere in regola, ma l’incompetenza di chi è al potere non ti permette di procedere con i tuoi progetti…
    Speriamo bene, ma ormai ho perso la fiducia (da 2 anni entro e esco dagli uffici comunali senza risposte e con sole prese in giro)… Invidio chi se ne va all’estero e se tornassi indietro quello che ho investito non lo reinvestirei di certo a Castelnovo e forse nemmeno in Italia!

    (Paolo)


  2. Anche io sono d’accordo con Agostino. Detto questo e provando a pensare a come organizzare una raccolta firme che abbia un peso e possa servire a qualcosa di più che farci sentire vicini a questa problematica, chiedo se sarebbe possibile contattare il Codacons della regione per trovare delle persone competenti ed informate che possano gestire la cosa.

    (c.r.)


  3. E come potremmo fare per “alzare la voce”? O, per dirla alla CameraCaffè, “per rompere i m….ni alla direzione” se non con una bella petizione che possa partire da Castelnovo ne’ Monti e possa giungere fino (magari) a Roma: una raccolta firme o altre iniziative (questo lo scopo della lettera-sfogo). Se fossi bravo in queste cose le promuoverei io, ma non sono bravo, mi accodo però volentieri a chiunque volesse partire, con senso e coscienza; non mi interessano più i valori fantoccio delle diverse correnti politiche: chi si muove per migliorare merita appoggio. MA NON FERMIAMOCI ALLE MERE POLEMICHE! Facciamo qualcosa.. cosa non lo so, ma facciamolo, forse produrrà effetti positivi… Oggi siamo stanchi, e con molti anni di ritardo, domani il rischio è peggiore (se rendo l’idea) e cosa faremo quando sarà troppo tardi (e già oggi lo è)?

    (Agostino)


  4. In lista ai commenti: @Lhttp://www.tgcom.mediaset.it/tgfin/articoli/articolo390484.shtml@=www.tgcom.mediaset.it/tgfin/articoli/articolo390484.shtml#L. Per le associazioni di consumatori sarebbe un ottimo punto di partenza; io ho scritto ad alcune segnalando il link della lettera, ma forse non presteranno molta attenzione, se invece lo facessimo in più contemporaneamente si interesserebbero di certo.
    Qualcuno di esperto delle modalità, anche tra i lettori, c’è? Si accettano consigli di ogni tipo, pur di potersi muovere.

    (Agostino)

  5. Benzina, Bersani e “a mossa”
    Una “vecchia” notizia reperita sul sito dell’ADUC dice quanto segue.

    @C(Roma, 10.08.07) – L’avevamo detto. L’incontro del ministro alla Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, e i petrolieri si sarebbe risolto in un flop. “A mossa” avevamo titolato la riunione. Come l’allora ministro Claudio Scajola (agosto 2005) annunciò una commissione per lo studio dei prezzi della benzina, che non ci risulta abbia prodotto alcunchè, così il ministro Bersani convoca una riunione i cui esiti sono chiari fin dall’inizio: il nulla.. Così come il ministro ai Trasporti, Alessandro Bianchi, annuncia sfracelli per i bagagli in ritardo all’aeroporto intercontinentale di Fiumicino e poi annuncia una task force aggiuntiva che non c’è perchè gli 80 facchini erano già stati assunti a giugno e attribuisce al direttore dell’aeroporto i compiti che già ha, così il ministro Bersani mena il can per l’aria e non fa quello che dovrebbe fare: rimodulare l’accisa in modo da tener costante il prezzo del carburante alla pompa. Il motivo è evidente: per ogni aumento di 1 centesimo lo Stato incassa 20 milioni di euro e in periodo di vacche magre tutto fa brodo. Al ministro Bersani chiediamo di restituirci quello che ci è stato ingiustamente tolto: 0,25 euro (486 lire) di maggiori tasse finalizzate a sostenere iniziative, che qui sotto riassumiamo, che da tempo non esistono più. Si tratta di semplice atto di giustizia:
    * 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
    * 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
    * 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
    * 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966;
    * 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
    * 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
    * 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
    * 205 lire per la missione in Libano del 1983;
    * 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
    * 39 lire (0,020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del 2004.#C

    (Commento firmato)

  6. Ma vi interessa?
    Ma l’argomento interessa (davvero) a qualcuno.. ? Nei giorni scorsi ho scritto a molte associazioni di consumatori e di categoria, sindacati, parlamentari, al Parlamento europeo come eventuale petizione, ecc; ma ad oggi, come risposta, ho ottenuto solo un marginale link sul sito dell’ADUC. E’ molto strano che l’argomento possa interessare solo me…
    E’ vero (come dice g.d.l.) che siamo un popolo di pecore, ma a fare (e non fare) così è come macellarsi da soli!

    (Agostino)

  7. Le cose peggiorano a vista d’occhio
    Qui c’è davvero da rispolverare la bicicletta: tutti su e giù per la montagna………
    – @Lhttp://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Tasse-la-benzina-costera-di-pi%C3%B9/1896827/6@=espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Tasse-la-benzina-costera-di-pi%C3%B9/1896827/6#L;
    – @Lhttp://www.corriere.it/solferino/severgnini/07-12-05/05.spm@=www.corriere.it/solferino/severgnini/07-12-05/05.spm#L;
    – @Lhttp://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=3451&titolo=Cara%20benzina,%20quanto%20ci%20costi@=www.voceditalia.it/articolo.asp?id=3451&titolo=Cara%20benzina,%20quanto%20ci%20costi#L

    (Commento firmato)

  8. Petizioni
    Agostino, ho letto con attenzione il Tuo sfogo e convengo che quanto scrivi è molto preoccupante per la situazione attuale in generale e per il futuro di tutti. I tempi sono cambiati parecchio da quando ero ragazzo io al primo impiego, ma l’impressione è che siamo tornati indietro in misura notevole.
    Forse quanto segue non serve a fare un paragone e/o non interessa a nessuno, ma volevo solo per un attimo parlare brevemente dei miei ricordi di ben oltre 40 anni fa quando, grazie ad un amico, trovai un “posto di lavoro in città” nel centro di Reggio Emilia! All’inizio ero eccitato dalla soddisfazione quando dentro di me pensavo al mio primo posto di lavoro in un negozio del centro e nel settore che aspiravo! Non importava se era tutto in nero, a quei tempi era più importante imparare un mestiere, ma il mio “stipendio” era di “ben” cinquecento lire al giorno! ….. Poi spendevo circa 200–300 delle vecchie lirette per la mensa a pranzo ed inoltre, con qualsiasi tempo, dovevo percorrere 10 km in bicicletta al mattino ed altri 10 per tornare la sera perché ero ospite dai nonni; quindi alla fine, a conti fatti, se qualche volta andavo al cinema (principale divertimento di quei tempi), mi rimaneva molto poco…! Questa situazione non poteva durare a lungo e dopo pochi mesi… naturalmente cambiai indirizzi.
    Ripeto che questo mio breve racconto non è paragonabile con quanto hai scritto qui sopra, perché erano altri tempi con altri problemi, ma si può dire che la vita è dura, sempre più frenetica e presenta di continuo delle incertezze (o ingiustizie?)!
    Tornando ai tempi attuali, di questo passo qualcosa deve cambiare per forza o forse è già troppo tardi; avete ragione quando parlate di petizioni sulle tasse dei carburanti…. è sempre meglio di niente, ma la mia convinzione è che le petizioni servano a poco. In questo sistema che ci siamo creati, purtroppo lo Stato non può fare a meno di rastrellare tasse esagerate su ogni cosa, sui carburanti, ai lavoratori autonomi e dipendenti, sulle bollette luce, gas, tasse sulle tasse, a volte anche nascoste, ecc. Secondo me, cercando di lanciare qualche idea, le petizioni bisognerebbe farle sulle enormi spese dello Stato, su certi stipendi e pensioni d’oro immeritati che hanno del vergognoso nei confronti di noi cittadini, sul numero dei nostri politici e portaborse che sono troppi, sui posti di lavoro fasulli ed improduttivi creati appositamente per stipendiare gli amici degli amici, sugli sperperi di denaro pubblico, sulle varie caste (a proposito ho letto circa 30 pagine del famoso libro di Rizzo e Stella sulle caste, poi l’ho chiuso perché mi causava una forte depressione e non l’ho mai più riaperto!).
    E la pubblicità invadente che crea bisogni illusori! Ma la pubblicità che tasse paga? Perché non mettiamo qui un bel 65% al posto dei carburanti? Sono convinto che riusciamo a vivere bene anche senza la pubblicità e forse ce la faremo ugualmente ad acquistare solo ciò che ci serve!
    Almeno si pubblicizzassero un po’ i valori della vita da… vendere nei supermercati, ma credo che questo non sia impossibile!! Ma qualcuno mi spiega perché in questo commercio globalizzato e consumistico, se mi serve un chilo di patate ne debbo comperare tre perché c’è l’immancabile offerta? Poi le offerte sottocosto riservate ad alcuni articoli civetta e per periodi limitati (purtroppo faccio la mia piccola parte anche io, sono obbligato a seguire la tendenza, mio malgrado), il 3×2, il 4×3, ecc.
    Posso aggiungere anche: per fare solo un esempio, come può una cartuccia costare più di una stampante completa?
    E ancora con queste domande senza risposta, con questa selva di tariffe telefoniche c’è qualcuno che capisce quella che è la più conveniente?
    Alle prossime votazioni sceglierò il partito o la persona che farà le primarie o raccoglierà le firme con gazebo organizzati in tutto il territorio, proprio su questi problemi ed altri ancora più importanti, come la giustizia, la sicurezza, l’equità fiscale, ecc.
    Grazie.

    (Elio Bellocchi)


  9. Sì, i tempi son cambiati, Elio, molti giovani come me sono anni che prendono poco (a dire il vero una miseria) nell’illusoria speranza di un lavoro decente futuro, che non serva solo a pagarne altri (che si fanno titolo gratuito in una sorta di gavetta/sfruttamento: un paradosso vero?). Condivido i commenti e pure io mi domando e domando: perché dopo la lettura della @CCasta#C (anche io la evito per paura di depressione) da parte di milioni di italiani disperati, la stessa diviene ancora più irremovibile? E perché un governo di sinistra che ha sempre criticato la controparte, oggi fa eguale se non peggio e non rispetta i patti con gli elettori? Quale democrazia è questa, se non un totalitarismo delle poltrone? Le petizioni faranno poco, forse, ma una casa si costruisce mattone su mattone, petizioni su petizioni, cambiamenti su cambiamenti: ma basta attese, altrimenti (come sempre) le cose si fanno quando è già tardi, ed ogni cambiamento non facilita nulla.
    Se vi interessa (e spero che non vi annientiate dietro il “da soli si fa poco”) vi invito preparare petizioni su ogni problema serio che rilevate, e a inviarlo ad ogni parlamentare/deputato, europeo (di cui sopra il link) e italiano. Forse sollecitato a 360 gradi il sistema potrà, almeno, fare meno peggio…

    (Agostino)

  10. E i precari?
    La lettera è assolutamente sacrosanta a questo va aggiunto la piaga del precariato (sopratutto nei giovani). Noi stiamo “alzando la testa”: il 31 ottobre è nata la F.U.L.P.P., Federazione Unitaria dei Lavoratori e Professionisti Precari. Il FULPP è appunto un’organizzazione a carattere sindacale direi rivista ed aggiornata (utilizziamo il web per comunicare, abbiamo un blog… insomma un po’ più moderni e che diamine!). Ad oggi infatti ci muoveremo affinchè vengano riconosciuti quei diritti elementari di tutti coloro, i precari appunto, che concorrono con il loro lavoro, le loro tasse e la loro dignità al miglioramento del paese Italia… Questo però ad oggi non ci è riconosciuto e non ci è riconosciuta neanche la dignità; maltrattati lavoratori di serie C senza diritti e guai a chiederne altrimenti niente rinnovo e/o incarico e/o pagamento fattura ecc.! Qquesto perchè? Perchè conviene a molti e la politica, gli organismi di informazione e i sindacati “secolarizzati” tacciono! Beh, il FULPP crede che sia giunta l’ora di dire basta! Invito tutti ad esprimere la propria opinione, idee e sopratutto il dissenso!Uun solo motto “INSIEME ED UNITI POSSIAMO FARCELA”. Diffondete, a voce, per mail, ecc. a quante più persone possibili l’iniziativa del FULPP invitando ad iscriversi gratuitamente; E’ necessario il passaparola per evitare il boicottaggio di questo progetto perché saremo noi stessi a renderlo possibile, LA RETE, che diversamente dai mass media ci dà questa possibilità: la possibilità di diffondere notizie, idee ed iniziative senza “censure”! Visita e segnala il sito @Lhttp://www.fulpp.tk@=www.fulpp.tk#L. Grazie ancora e buon lavoro.

    (W. Lanzoni)

  11. Arriveranno
    Non Ti preoccupare, Agostino, vedrai che i politici sia di alto che di basso livello si faranno vivi molto presto, poco prima delle prossime votazioni, e Ti prometteranno tutto quello che vuoi, poi… Ripeto che io sceglierò il partito o la persona che raccoglierà le firme per una vera equità fiscale e per l’eliminazione di tutte le caste di ogni genere, compresa quella dei politici… Sarei curioso di sapere il numero di firme che si potrebbe raggiungere!!!

    (Elio Bellocchi)

  12. Etanolo di canapa,alternativa da considerare
    In funzione della sua alta resa in massa vegetale, la canapa è considerata ideale anche per la produzione di combustibili da biomasse come l’etanolo, il carburante del futuro. Rudolf Diesel, l’inventore del motore omonimo, aveva previsto il suo funzionamento proprio con olio estratto dai semi della canapa ed anche Henry Ford aveva sperimentato i suoi primi motori con questo tipo di carburante.
    Può soprattutto contribuire in modo determinante a liberarci da un’economia dipendente dalla petrolchimica, per passare a un’economia basata sulla pianta, ovvero sulla coltivazione delle cose più importanti per la nostra civiltà. Nonostante lo scarso sostegno, la tecnologia è prossima alla produzione di etanolo a prezzi competitivi con quelli del petrolio (gli studi sono condotti dall’Istituto di ricerca per l’energia solare USA e da un’università australiana del New South Wales). Sarà poi sufficiente apportare delle modifiche minori al motore perché l’etanolo bruci meglio.

    (m.r.)

  13. Firme? Facciamole!
    Elio, per le firme ci informiamo? Poi ci ritroviamo nel tuo negozio a parlarne se vuoi. Non scherzo. Hai ragione, siamo in periodo pre-elettorale e l’ipocrisia si alzerà oltre ogni ogni decenza. Ma io non voglio quelli (che promettono e mai mantengono.. i soliti attuali e passati.. quanti ne conosciamo, vero?), voglio qualcuno che prometta, controfirmandomelo se si può, altrimenti il mio voto andrà nel cestino: non si può votare oggi! Non saprei chi scegliere: il peggio o il peggiore? Ma ragazzi, vogliamo riscrivere un libro come la “Casta”? Sarebbe buono e giusto! Sproniamoci, facciamo interpellanze e tutto ciò che serve, oggi la benzina, domani le mega pensioni da politico (che le riducono a noi e se le aumentano loro), dopodomani quello che volete e via così. Di certo se aspettiamo un miracolo o che le cose cambino da sole.. beh, allora la Casta ha vinto e Noi facciamo il loro gioco.
    Spero in risposte/contatti fantasiosi e pratici: facciamo qualcosa assieme per questa situazione?

    (Agostino)


  14. M.R., hai ragione, di bio-energie alternative ce ne sono molte e andrebbero TUTTE utilizzate; qui in montagna, poi.. Il gas prodotto dalle molte stalle della zona, ad esempio, sarebbe un utile riduzione della dipendenza dai condotti del metano che scarseggia; mi stupisco infatti di non essere a conoscenza di nessun progetto per mettere in atto simili energie rinnovabili (se sono in torto aggiornatemi) ed alternative in questa montagna.. Abbiamo un istituto (anzi 2) di tecnici elettronici, uno di agraria ecc. utilissimi a promuovere/fare un progetto per le energie di vario tipo da attuare nella nostra zona. Sarebbe bello progettare e investire nell’indipendenza energetica e nella riduzione dei costi… (sogno troppo, dite?).

    (Agostino)

  15. I giovani d’oggi…
    Una mia zia era solita dire: “Balla che sei giovane, fallo finché puoi.. “; come cambiano le cose! I giovani d’oggi…
    Oggi un giovane senza una famiglia alle spalle si mangia il misero stipendio appena arriva nel vuoto conto corrente, tra bollette e spesa e, magari, studi per avere speranze future (utopiche); dove restano i soldi per uscire e divagarsi un poco? Con questi prezzi di benzina, di tutto, uscire sta tornando un lusso..! C’è troppa noncuranza dello status di giovane oggi, da parte del mondo già adulto. I giovani d’oggi, tra le tante cattive abitudini sono molto stretti (abitudini che poi avevano anche altri nei secoli scorsi, solo differenti).

    (Commento firmato)


  16. Quanto è tassata l’energia nel nostro paese? Almeno il 30% in più rispetto al resto d’Europa. Le imposte risultano particolarmente onerose nel caso del gasolio, visto il suo ampio utilizzo come carburante per autotrazione: al 15 ottobre scorso, il prezzo del diesel era in Italia il più alto del continente. Sul gasolio paghiamo il 22 per cento in più di imposte rispetto alla media europea. Di male in peggio quando si considera il gasolio da riscaldamento, sottoposto ad un’incidenza fiscale sul prezzo del 51,9 per cento, il doppio rispetto ai maggiori paesi europei. Il risultato così è che paghiamo di più per riscaldare uffici e abitazioni: 1,1 euro al litro contro una media europea di 0,7 euro.
    Dal 2001 l’Italia fa pagare meno tasse ai grandi consumatori di elettricità. In sostanza, chi consuma più di un certo livello di kilowattora al mese non paga né l’imposta erariale né l’addizionale provinciale. Alcune info tratte dall’articolo http://www.businessonline.it/news/5155/Tasse-su-gasolio-benzina-gas-energia%20elettrica-in-Italia-superiori-UE.html

    (Commento firmato)

  17. Finalmente!!!!
    Ho letto con molta attenzione tutti i commenti, non vi nascondo che sono rimasto incantato e stupito nel leggere “finalnente” di cose reali e di cose di VITA NORMALE, di costo REALE della vita, di bollette, di benzina ecc ecc.
    Oramai purtroppo, anche se non voglio fare il disfattista e TARDI, e tardi per tanti motivi, abbiamo speso tempo a rincorrere cose irreali, l’effimero, ci siamo soffermati a gurdare le VELINE, i vari Corona, abbiamo perso tempo a guardare la pubblicità della Martini con quella bellissima attrice che CASTRA IL TORO!!! E dopo tutto questo, ci siamo accorti che a fine mese di EURO non ce ne sono PIU’. Forse era meglio accorgersene prima, forse era meglio chiedersi come sia possibile che NOI ITALIANI abbiamo mandato al PARLAMENTO la più famosa PORNOSTAR, abbiamo votato i vari Previti e amici, pluricondannati, abbiamo permesso al NOSTRO AMICO di fare la legge sul decoder DIGITALE (stranamente pero i decoder li vendeva suo fratello), gli abbiamo permesso di pagare meno tasse (svariati milioni di euro) anche se le sue aziende quadagnavano di più. CAPIAMOCI, gli altri non vanno meglio! Anzi, mi hanno deluso, l’unica cosa che gli riesce bene è aumentarsi lo stipendio e i privilegi!!!!
    Sì, cari amici, VOI pagate il pieno e loro hanno tutto gratis!!! E qui arriviamo alla mia provocazione, che poi tale non è…
    Visto il potere di internet!!! Sareste disposti a darmi una mano per creare un partito? IL PARTITO DI QUELLI CHE NE HANNO LE PALLE PIENE!
    Pochi punti e semplici, di facile comprensione:
    1) riduzione drastica dei parlamentari;
    2) riduzione degli stipendi e privilegi Max 3/4000 € di base e il resto solo per meriti;
    3)riduzione organico delle provincie, regioni, chiusura immediata degli enti inutili;
    4) obbligo della garanzia in solido a tutti quegli amministratori pubblici che gestiscono denaro per appalti;
    5) riforma della giustizia, per avere tempi certi e non bibblici;
    6) certezza della pena;
    7) aumentare l’organico di polizia, per avere maggiore sicurezza dei cittadini.
    Altri punti li lascio a Voi, la mia è un’idea e un sogno, a casa tutte queste cariatidi, altrimenti nel 2100 ci troveremo ancora GIULIO aggrappato allo scranno a decidere quale governo sì e quale no!!! Grazie a tutti vi lascio la mia email: [email protected].

    (Roberto Malvolti)

  18. Una risposta?
    Premetto che la psicologia l’ho sempre considerata una materia un po’ “fantasiosa”, ma girovagando nel web nei vari forum, ho trovato questo intervento che mi ha fatto molto pensare e mi ha dato alcune risposte che prima sospettavo soltanto vagamente. Lo riporto qui di seguito e sono curioso di sapere se farà lo stesso effetto anche a chi avrà la pazienza di leggere quanto segue.

    (Elio Bellocchi)

    * * *

    LO “SHOCK” DELLA MODERNITÀ BANCO DI PROVA DEL NUOVO ORDINE MONDIALE

    di Francesco Lamendola
    Edicolaweb

    @CNell’ormai lontano 1970 lo scrittore newyorkese Alvin Toffler pubblicava un libro singolarmente profetico, “Future Shock”, che, nonostante le molte traduzioni straniere (1), è stato rapidamente dimenticato dopo un breve momento di celebrità.
    Si tratta, ripetiamo, di un libro per molti aspetti profetico: la drammatica collisione che milioni di uomini e donne avrebbero dovuto affrontare (ma che ormai “hanno” dovuto affrontare) con un radicale e rapidissimo mutamento nelle forme della vita individuale e collettiva.
    Trasferimenti massicci di popolazioni, precarietà del posto di lavoro, iperspecializzazione a tutti i livelli, velocità insostenibile del “progresso” scientifico che rende obsoleto ciò che fino a ieri sarebbe parso avveniristico, difficoltà – soprattutto – di adeguarsi ai nuovi frenetici ritmi della vita “moderna”, in quanto manca il tempo materiale perché il corpo e la psiche possano sostenere il cambiamento e ri-programmarsi in funzione di esso. I rischi, ammoniva Toffler, era altissimi: la disintegrazione dei valori tradizionali avrebbe fatto sì che gli uomini si aggirassero come estranei e stravolti in un mondo irriconoscibile, simili ai sopravvissuti ad un devastante bombardamento aereo che, usciti dai rifugi, non riconoscono più nemmeno la strada di casa. Il “futuro”, allora, rischia di diventare una vera e propria patologia, il cui esito potrebbe essere una forma di follia collettiva se non addirittura il collasso dell’intera umanità.
    Toffler, quindi, nella “pars costruens” del suo voluminoso saggio (2), proponeva di elaborare una sorta di “futurismo sociale”, allo scopo di prevenire la marcia verso la disintegrazione morale e psicologica. Egli partiva da una constatazione piuttosto semplice: quando il ritmo del mutamento è troppo veloce (o troppo lento), la psiche umana non riesce più a utilizzare positivamente gli stimoli che le provengono dal mondo esterno e va in blocco, come accade, significativamente, nelle situazioni da stress bellico.
    Si tratta di una realtà ben nota agli psicologi, che era stata studiata durante la seconda guerra mondiale e, ancor più, durante la guerra di Corea, quella del Vietnam, ecc.
    Vale la pena di citare una pagina di questo libro straordinario (p. 341-343):
    «Se lo shock del futuro fosse soltanto una questione di disturbi fisiologici, sarebbe più facile prevenirlo e guarirlo. Ma lo shock del futuro aggredisce anche la psiche. Così come il corpo cede sotto la tensione dell’eccesso di stimolo ambientale, la “mente” e i suoi processi decisionali si comportano capricciosamente quando sono sovraccarichi. Facendo funzionare in modo indiscriminato i motori del mutamento, possiamo minare non soltanto la salute di coloro che meno sono in grado di adattarsi, ma la loro stessa capacità di agire razionalmente a proprio favore.
    Gli indizi impressionanti del tracollo confusionale si vedono ovunque intorno a noi, il ricorso sempre più diffuso agli stupefacenti, l’affermazione del misticismo, le ripetute esplosioni di vandalismo e di cieca violenza, le politiche del nichilismo e della nostalgia, l’apatia malata di milioni di individui, tutti questi fenomeni possono essere meglio compresi riconducendone il rapporto con lo shock del futuro. Tali forme di irrazionalità sociale possono benissimo rispecchiare il deterioramento della capacità dell’individuo di prendere decisioni in una situazione di iperstimolazione ambientale.
    Psicofisiologi, studiando l’impatto del mutamento su vari organismi, hanno dimostrato che un adattamento riuscito può determinarsi soltanto quando il livello della stimolazione – la quantità di mutamento e di novità nell’ambiente – non è né troppo basso né troppo alto. “Il sistema nervoso centrale di un animale superiore – dice il professor D.E. Berlyne dell’università di Toronto – è fatto per tener testa ad ambienti che producono una certa quantità… di stimoli… Logicamente, non può rendere al massimo in un ambiente che lo sottopone a uno stress eccessivo o a un sovraccarico”. Egli sostiene la stessa tesi per quanto concerne ambienti che producono un’eccessiva scarsità di stimoli. Effettivamente, gli esperimenti compiuti con cervi, cani, topi e uomini dimostrano tutti, in modo non equivoco, l’esistenza di quella che potrebbe esser definita una “gamma di capacità di adattamento”, al di sotto e al di sopra della quale la capacità dell’individuo di far fronte alle situazioni viene meno semplicemente.
    Lo shock del futuro è la reazione dell’eccesso di stimoli. Si determina quando l’individuo è costretto ad agire al di sopra della propria capacità di adattamento. Ricerche notevoli sono state dedicate allo studio dell’impatto di mutamenti e novità in misura inadeguata sul comportamento umano. Studi di uomini in isolati avamposti antartici, esperimenti in fatto di privazione sensoriale, indagini relative al rendimento sul posto di lavoro delle fabbriche, tutte queste ricerche dimostrano un venir meno delle capacità mentali e fisiche come reazione a una stimolazione inadeguata. Disponiamo di meno dati diretti per quanto concerne l’impatto dell’eccesso di stimoli, ma quelle prove che esistono sono drammatiche e sconvolgenti.
    I soldati in battaglia vengono spesso a trovarsi intrappolati in ambienti che vanno mutando rapidamente, che sono sconosciuti e imprevedibili. Il soldato viene sballottato da un lato e dall’altro. Granate scoppiano da tutte le parti. Proiettili sibilano capricciosamente in tutte le direzioni. Razzi illuminano il cielo. Urla, gemiti ed esplosioni gli colmano le orecchie. Le circostanze cambiano di attimo in attimo. Per sopravvivere in ambienti così iper-stimolanti, il soldato è costretto ad agire ai limiti superiori della propria gamma di capacità di adattamento. A volte viene spinto anche al di là dei suoi stessi limiti.
    Durante la seconda guerra mondiale, un barbuto soldato chindit, combattendo con i reparti del generale Wingate dietro le linee giapponesi in Birmania, si addormentò, effettivamente, mentre una tempesta di pallottole di mitragliatrice si abbatteva intorno a lui. Studi successivi rivelarono che questo soldato non si limitava a reagire alla stanchezza fisica o alla mancanza di sonno, ma si arrendeva a un senso di travolgente apatia.
    Lo sfinimento che invitava alla morte era così comune, in effetti, tra i guerriglieri penetrati in profondità dietro le linee nemiche, che i medici militari inglesi gli attribuirono un nome. Lo denominarono “fatica di penetrazione a lungo raggio”. Il soldato che ne soffriva diventava, così si espressero, “incapace di fare la cosa più semplice nel suo stesso interesse e sembrava avere l’intelligenza di un bambino”. Questo letargo mortale, per giunta, non era limitato ai guerriglieri. Un anno dopo l’episodio del chindit, sintomi analoghi affiorarono in massa tra le truppe alleate che invasero la Normandia, e i ricercatori inglesi, dopo aver esaminato 5.000 casi di militari britannici e americani, pervennero alla conclusione che la strana apatia era semplicemente la fase finale di un complicato processo di tracollo psicologico.
    Il deterioramento mentale incominciava spesso con la stanchezza. Ad essa seguivano confusione e irritabilità nervosa. L’uomo diventava ipersensibile agli stimoli più lievi intorno a lui. “Passava alle parolacce” alla minima provocazione. Tradiva indizi di smarrimento. Sembrava incapace di distinguere il rombo del fuoco nemico da altri suoni meno minacciosi. Diveniva teso, ansioso e focosamente irascibile; i suoi camerati non sapevano mai quando si sarebbe abbandonato all’ira, o addirittura alla violenza, reagendo al più piccolo fastidio.
    Poi si instaurava la fase ultima della spossatezza emotiva. Il soggetto sembrava perdere la volontà stessa di vivere. Rinunciava alla lotta per salvarsi, per guidare razionalmente se stesso nella battaglia. Diveniva, per citare le parole di L.R. Swank, che diresse gli studi inglesi, “ottuso e svogliato… mentalmente e fisicamente ritardato, preoccupato. Persino la sua espressione diveniva spenta e apatica. La lotta per adattarsi si era conclusa con la disfatta. Veniva raggiunta la fase del disinteresse totale”.
    Il fatto che gli uomini si comportano irrazionalmente, agendo contro il loro stesso ovvio interesse, quando vengono gettati in situazioni di estremo mutamento e di novità, è dimostrato altresì dagli studi dei comportamenti umano nel caso di incendi, alluvioni, terremoti e altre crisi. Anche gli individui più stabili e normali, fisicamente illesi, possono precipitare in stati di anti.-adattamento…»
    Una frase, nel brano sopra citato, merita di essere particolarmente evidenziata: “Facendo funzionare in modo indiscriminato i motori del mutamento, possiamo minare non soltanto la salute di coloro che meno sono in grado di adattarsi, ma la loro stessa capacità di agire razionalmente a proprio favore”.
    Ora, la modernità ci impone già, per la sua stessa logica, tutta una serie di shock da adattamento al futuro (o di mancato adattamento, per esser più precisi), e ciò in conseguenza di un massiccio e ossessivo bombardamento dei sensi, dell’informazione, di stress decisionale, tanto da aver prodotto delle patologie diffusissime, di cui non v’era traccia fino a qualche decennio fa (particolarmente stati ansiosi e depressivi, malattie cardiocircolatorie, dipendenza da pesanti quantitativi di psicofarmaci, ecc.) e di cui non v’è traccia nelle società pre-moderne (laddove sussistono ancora).
    Se oltre a questo qualcuno decidesse – facciamo una pura ipotesi – di premere deliberatamente sul pedale dell’acceleratore del mutamento, ad esempio nel quadro di ricerche di tipo militare o farmacologico o aziendale, si può bene immaginare come tutta una fetta della popolazione mondiale verrebbe automaticamente scagliata al di là della propria soglia di capacità adattativa, provocando un corto circuito psico-fisico dagli effetti devastanti.
    L’opinione pubblica rimane sconvolta, ma in maniera superficiale, da fatti come le stragi indiscriminate compiute da singoli individui, con delle motivazioni assolutamente sproporzionate, all’interno dei campus universitari statunitensi.
    Forse sono in pochi a sapere che la fanteria argentina, nella battaglia finale per il possesso delle isole Falkland/Malvine, gettò le armi e si arrese in massa non per codardia o inadeguata preparazione, ma perché terrorizzata e inebetita dagli effetti di una micidiale arma ad ultrasuoni, che creava uno shock psico-somatico insopportabile in coloro che ne venivano colpiti.
    A questo punto, la domanda è: non potrebbe darsi che una parte almeno degli episodi di “ordinaria follia”, di cui sono piene le cronache e, da qualche decennio, anche le sale cinematografiche, siano in realtà pilotati da qualche potere il cui interesse è quello di testare nuovi sistemi per affrettare ed aggravare gli effetti, già di per sé drammatici e devastanti, del “normale” ( si fa per dire) shock del futuro?
    Vorrei citare il caso di una persona gioviale, ricca d’interessi, molto dinamica e impegnata sia nella vita lavorativa che al di fuori di essa, la quale, improvvisamente e senza alcun apparente segnale premonitore, si è gettata dal balcone al quinto piano di una camera d’albergo. Nulla, ripetiamo, avrebbe lasciato presagire un gesto simile in quanti la conoscevano; le classiche analisi di Durkheim sulla psicologia del suicidio avrebbero fatto un buco nell’acqua, applicate a un caso del genere. Eppure, dopo il tragico gesto è venuto in luce che quell’uomo, separato e con una figlia molto amata, aveva meticolosamente programmato la propria morte: aveva lasciato pagine di spiegazione e di disposizioni minuziosissime, e aveva perfino allineato le scarpe sotto il davanzale della finestra, prima di gettarsi nel vuoto.
    Non un gesto d’improvvisa follia, quindi, ma un atto lungamente e scrupolosamente preparato da chissà quanto tempo. E fatti del genere, purtroppo, accadono con frequenza sempre maggiore.
    Si sarebbe portati a credere che qualcosa o qualcuno si muovano dietro le quinte di tali forme di apparente pazzia violenta, diretta o contro i propri simili, o contro se stessi.
    Fino a qualche decennio fa, invecchiare non rappresentava un trauma particolarmente drammatico: era una legge della natura. L’anziano vedeva morire a poco a poco le persone care o semplicemente i coetanei; vedeva, anche, mutare più o meno lentamente il paesaggio circostante, sotto forma di una graduale ritirata della dimensione paesana e naturale davanti all’avanzare del cemento e dell’asfalto; e tuttavia aveva la sensazione che ciò rientrasse nell’ordine naturale delle cose. Le cose e le persone andavano, i valori e le certezze rimanevano: nell’esistenza di un Dio provvidente, nell’unità della famiglia, nei vincoli sociali e morali, nella sicurezza del posto di lavoro, nel rapporto necessario fra diritti e doveri, fra libertà e necessità.
    Oggi non più: le cose cambiano troppo in fretta, il mondo delle cose care e quello degli affetti si sgretolano sotto gli occhi sgomenti dell’anziano, o anche, semplicemente, della persona di mezza età.
    Tutto si trasforma incessantemente, non c’è più nulla di stabile.
    La vedova con molti figli si risposa e forma una nuova famiglia, come nulla fosse stato (almeno in apparenza); la casa dei genitori o dei nonni, appena ricevuta in eredità, viene venduta con fretta indecente, per ricavarne denaro liquido o per acquistare un appartamento in centro, più moderno e più comodo.
    Se i morti ritornassero appena qualche mese dopo la loro dipartita, avrebbero delle sorprese assai tristi e forse crederebbero di esser scivolati in un incubo.
    Perfino i giovani cominciano ad avere qualche problema a tenere il passo di questo “sviluppo” sempre più frenetico: i bambini, ormai, ne sanno molto più di loro in fatto di computer o di telefonini dell’ultima generazione. Insomma, chi si volta indietro a guardare alla propria vita anche soltanto di pochi anni prima, ha la netta sensazione che non già le cose e le persone stiano cambiando nel mondo, ma che il mondo si sia messo in movimento a velocità folle, trascinandoci tutti nella sua pazza corsa, anche quelli che inciampano, anche quelli che si smarriscono e vanno ormai completamente a tentoni.
    Già, perché molti, ormai, anzi troppi vanno a tentoni: e magari sono proprio quelli che dovrebbero guidare la società.
    Sconvolti da una forma di pazzia che non sanno riconoscere, agiscono come posseduti da una forza estranea (una forza, sia chiaro, non certo benefica), e in tale stato di allucinazione o di vera e propria ossessione pretendono di governare le aziende e le città, di dirigere gli affari in borsa, di progettare e costruire palazzi e quartieri, di promuovere l’informazione e la cultura, o semplicemente di gestire la propria vita e quella dei propri familiari.
    In realtà, sono dei dormienti che vagano in stato di sonnambulismo e, quel che è peggio, alla guida di potenti automobili: è impossibile che prima o poi non si facciano del male e non facciano del male ad altri. Eppure è proprio questo che avviene: l’intera società “moderna” sembra sprofondata in un incubo ad occhi aperti, in una lucida forma di alienazione totale; e coloro che per primi avrebbero dovuto accorgersene, medici e psicologi, non hanno visto e capito nulla. Anzi, prescrivendo sempre più farmaci di sintesi e avviando sempre più pazienti a quella forma di magia nera che è la psicanalisi, hanno dato un contributo non indifferente alla diffusione del male.
    Se a tutto questo aggiungiamo il sospetto – certo, è solo un sospetto, ma non privo di indizi inquietanti – che qualche gruppo di potere o qualche istituzione deviata intendano sfruttare questa situazione esplosiva per accelerare gli effetti dirompenti dello “shock da futuro”, usando i comuni cittadini come altrettanto cavie telecomandate (raccapriccianti sono, ad es., gli esperimenti sui messaggi subliminali, che possono trasformare chiunque in un omicida o in un suicida “a comando”), allora il quadro si fa veramente fosco.
    Ci si potrebbe chiedere “cui prodest” una strategia così diabolica, posto che essa realmente esista.
    La risposta è: a coloro che vogliono preparare la venuta dell’Anticristo. Nessuno si scandalizzi per un’affermazione così netta: non è necessario interpretare il libro dell’Apocalisse alla lettera, né scomodare la sceneggiatura di qualche film horror a base “complottista”.
    L’Anticristo, inteso come l’incarnazione del Male (che esiste, eccome!, e proprio con la “M” maiuscola), forse è già qui in mezzo a noi…
    Quello che è certo, è che da sempre vi sono gruppi occulti, sette, circoli che non desiderano altro che di affrettare il suo avvento. Essendo posseduti da forze malefiche, costoro non si rendono conto, forse, di servire dei Superiori Sconosciuti che, in ultima analisi, non sono creature umane. Qualcuno avrà sentito parlare del “Gruppo Bilderberg” o della “Commissione Trilaterale”; qualcuno avrà letto qualche servizio sulle infami riunioni dei potenti della Terra che hanno luogo, una volta l’anno, nel Bosco Boemo, presso Sonoma in California, ai piedi di una colossale statua di gufo; qualche altro avrà sentito parlare di sparizioni misteriose di esseri umani, di satanisti ad alto livello che praticano la magia nera, di intrecci inquietanti fra un certo tipo di esoterismo deteriore, politica, affari e crimine organizzato; altri, infine, sapranno qualcosa di certi gruppi musicali che esaltano apertamente i demoni, la distruzione, la morte e ogni forma di violenza.
    Certo, sono soltanto indizi: ma messi insieme, non sono poi cosa del tutto trascurabile; al contrario.
    Dopo aver detto queste cose, ricordiamoci comunque che la protezione più efficace contro l’epidemia della modernità, che tante vittime inconsapevoli sta mietendo, ci viene essenzialmente da due cose: la capacità di conservare le nostre facoltà critiche, vigilando attentamente sui mille veleni fisici e psichici che la modernità impazzita vorrebbe farci inghiottire, come fossero normali bevande per togliere la sete; e quella di ricaricare le esauste batterie di cui abbiamo bisogno, nella nostra vita quotidiana, collegandoci a una fonte di energia che non è soggetta al capriccio del black-out né, tanto meno, al rincaro del listino petrolifero.
    Ciascuno la deve trovare, una tale Sorgente: solo allora potrà sperare di ritrovare il terreno solido sotto i piedi, e di non venire più sballottato “come nave sanza nocchiero in gran tempesta”.#C


  19. Domando, in linea al commento di Roberto, come possiamo farci rappresentare da una classe politica così ben pagata e piena di privilegi? La politica dovrebbe rispecchiare il popolo, gli elettori, giusto? Ma così non è.
    L’Italia va male; no, va malissimo! Le indagini ci registrano devastati dalla paura del futuro (perché ce n’è ancora uno?), dall’economia che non funziona, dagli stipendi che, pur quando ci sono, non bastano mai. Così mi chiedo come si posa governare dimenticando i propri elettori, che gridano, che soffrono e oltre la disperazione inseriscono pure la repulsione per il politico cui si è dato il voto… Mi viene in mente a tal proposito, e paragone, una lettera di Don Marco che ci raccontava come, in concomitanza con l’arrivo in Brasile del Papa, la classe politica ne abbia approfittato per alzarsi il compenso.. (è anche vero che qui l’arrivo di un capo religioso, come il Dalia Lama, ha invece registrato porte chiuse in faccia, sia dalla maggioranza politica che dal Vaticano).
    Ritornando al discorso: mi chiedo se questi politici sappiano veramente i problemi del proprio elettorato. Se abbiano provato a non avere abbastanza soldi per se stessi e per la famiglia, se abbiano provato cosa significa non potersi permettere lussi, vacanze, cibo, beni di prima e seconda necessità e anche cose più semplici; se abbiano provato a essere disperati come la dilagante percentuale di italiani. Secondo me NO, perché se sapessero cosa si prova e si soffre, allora farebbero con urgenza qualcosa di concreto (senza rimandare sempre ad in oltranza a finanziarie utopiche). Mi domando come mai non facciano veramente nulla di concreto per cambiare la situazione. Forse hanno dimenticato come stanno i loro italiani, forse non sono in grado di rimettere a posto le cose, o forse non so.. Certo è che il proprio lavoro, di rappresentanza e tutela del popolo, non lo fanno mica bene per nulla da tanti anni! Sarà mica che sono li per la bella pensione a breve tempo? O per gioco. Diversamente, se fossero interessati davvero, e non per facciata, avrebbero DAVVERO iniziato con l’abolizione di tanti e tanti sprechi, privilegi spesso inutili ma costosi e quant’altro, cose che sono il contrario della vita dell’elettore medio; tutte cose che non mettono in ginocchio l’Italia MA GLI ITALIANI (e per favore, che la piantino di colpevolizzarsi a vicenda come fosse sempre colpa altrui).

    (Agostino)

  20. Per roberto
    Permettimi di darti del tu. Alcuni anni or sono andai a pranzo con 4 conoscenti e parlammo per alcune ore dei problemi che hai elencato (esistevano già) e trovammo che avevamo stesse idee e stesse soluzioni. Alla domanda fatale: allora abbiamo votato tutti per lo stesso partito si scoprì, invece, avevamo votato per 5 partiti diversi e questa è una delle cause di tanti problemi italiani. I padroni del vapore ovviamente stanno bene in questo tipo di società basata sulla democrazia, e molti con loro; a volte però mi coglie il dubbio di come stava la gente nel famigerato periodo fascista: stavano veramente tutti male o per parte della società, es. i fascisti , qualcuno stava bene? Così credo che anche la democrazia per qualcuno lo sia, sì, ma per altri no. Mi rincuora comunque che tra voi giovani ci si impegni perchè la gente discuta di questi problemi e se ne prenda coscienza.

    (c.a.)

  21. Democrazia
    C.A., durante il fascismo un commento del genere, in un luogo pubblico, non te lo potevi permettere. La democrazia, invece, ti permette di esprimere liberamente la tua opinione. Il valore della democrazia non va dimenticato, come non credo sia del tutto giusto criticare e attribuire tutte le colpe alla politica. E’ sicuramente giusto ricorrere alla critica politica, alla critica dell’attuale classe dirigente, ma ricordiamoci che la politica è lo strumento della democrazia, la quale è il sale della libertà individuale e collettiva.

    (S.R.)

  22. Qual è oggi la definizione di libertà?
    S.R., se fossimo in una democrazia “pulita” sarei d’accordo con te, ma qui ce ne siamo allontanati, siamo arrivati ad un groviglio informe senza precise definizioni.. Quale vera libertà godiamo oggi (non certo in rapporto al puro esempio storico del fascismo)? Per quanto ne sapevo io la democrazia permette al popolo di farsi sentire e di pretendere ciò che è pattuito e richiesto e necessario.. Oggi, come accennava ieri sera Vespa, il popolo tale libertà l’ha perduta (eccetto la libertà di critica che sfogo e quella di ottenere di tanto in tanto i “contentini”) e a breve si ritroverà con “i forconi sotto i palazzi del potere”…

    (Agostino)


  23. Agostino, le analisi sociologiche di Bruno Vespa lasciano il tempo che trovano, a mio parere; soprattutto se riguardano la libertà di espressione. Rispetto le tue opinioni e in parte le condivido, ma ritengo che il diffuso malessere sociale non sia del tutto imputabile alla politica e all’attuale sistema democratico, anzi, credo che occorra sforzarsi di compiere un’analisi più profonda del mondo contemporaneo che potrebbe far capire come la crisi della politica sia strettamente legata a una crisi più profonda.

    (S.R.)

  24. Buon esempio
    S.R., penso che per primi debbano essere i politici a dare il buon esempio, oltre ai personaggi della televisione che purtroppo ci dobbiamo beccare in programmi da LOBOTOMIZZATI. Questi politici a furia di farsi delle leggi a persona sono diventati intoccabili, vedi il buon Mele che, poveretto, si sentiva tanto solo che ha deciso di chiamare una prostituta (niente in contrario, ma almeno non fare il perbenista.. mi riferisco sempre a Mele) e di rimpizzarsi di cocaina. Vedi i nostri 24 parlamentari condannati in via definitiva per tutte le loro nefandezze. Vedi la gente dello spettacolo “Calissano, Lapo, Kate Moss, ecc ecc ecc.” che una volta pizzicati vengono graziati perchè pieni di soldi (e in ITALIA la legge è applicata in base a quanti soldi hai e non è assolutamente uguale per tutti).
    ALLA FINE PARADOSSALMENTE E’ LA GENTE CHE LI MANTIENE A PRENDERSELA NEL….
    Per favore, torniamo a parlare di biocarburanti che è molto meglio, perchè di questi politici e di questo schifo non se ne può propri più…

    (m.r.)

  25. Scandalo pensioni
    Alla faccia di chi dice che non esiste la Casta: le pensioni degli ex parlamentari per nome e nel dettaglio mensile: @Lhttp://commenti.kataweb.it/scandalopensioni/index.php@=commenti.kataweb.it/scandalopensioni/index.php#L.
    Buon divertimento, se così si può dire.

    (Commento firmato)

  26. Ci prendono in giro?
    In effetti, M.R., dare il buon esempio è pretendere troppo da chi, anche in questo momento di CRISI enorme, ne ride e dice pubblicamente che noi italiani non ci accontentiamo mai(!!). Beh, cosa ci aspettavamo del resto? I suoi colleghi ci hanno dato dei bamboccioni adducendo che le tasse debbono essere un divertimento(..!?..).
    Mi sfugge solo una cosa: chi sono i casi gravi? Noi o loro?
    approfitto del commento anche per chiedere, se qualcuno di voi lo ha capito, cosa sono i buoni di reinserimento lavorativo per i contratti a co.co.pro. (i veri e sempre più poveri e disperati precari)? Pare sia stata l’unica cosa-manovra che al governo sono stati in grado di inserire nella finanziaria 2008…

    (Agostino)

  27. Italiani più infelici?
    Un’altra lettera di un infelice, è vero, non ci accontentiamo mai: @Lhttp://www3.varesenews.it/comunita/lettere_al_direttore/articolo.php?id_articolo=7209@=www3.varesenews.it/comunita/lettere_al_direttore/articolo.php?id_articolo=7209#L.

    (Commento firmato)

  28. Colpa mia? No, colpa tua… E chi fa qualcosa? Nessuno!
    E aumentano ancora i carburanti! Ma, guarda caso, tutti si dicono non colpevoli… Si passano la patata bollente, tanto non sono loro a subirne le conseguenze: @Lhttp://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2007/12/benzina-record-in-italia.shtml?uuid=11443310-aecb-11dc-8731-00000e25108c&DocRulesView=Libero@=www.ilsole24ore.com#L.

    (Agostino)

  29. Cos’è il debito pubblico
    Ad oggi pare che il nostro debito pubblico ammonti a 1.601,895 miliardi di euro, il 105% del nostro prodotto interno, forse di più.. siamo sul podio dei paesi più indebitati del mondo (gli altri sono del terzo mondo!).
    Approfondimenti:
    – cartina debito pubblico:
    @Lhttp://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/35/Public_debt_percent_gdp_world_map.PNG@=upload.wikimedia.org#L;
    – vecchi dati che inquietano dal Ministero quando avremo (un poco) meno debito: @Lhttp://www.dt.tesoro.it/Aree-Docum/Debito-Pub/Ammontare-Titoli-di-Stato-e-Debito-Pubblico.doc_cvt.htm@=www.dt.tesoro.it#L.

    (Commento firmato)

  30. Eppure dicono di abbassare tutto…
    Le previsioni dei rincari 2008 per famiglia (in euro)

    AUMENTI:
    LUCE: 38-45;
    GAS: 72-85;
    NETTEZZA URBANA: 30-40;
    RISCALDAMENTO: 125-135;
    BENZINA: 120-130;
    SERVIZI BANCARI: 25-30;
    RC-AUTO: 26-40;
    AUTOSTRADA-CANONE RAI: 29-35;
    FERROVIE: 90-120;
    TRASPORTO LOCALE: 25-35;
    BOLLO AUTO-MOTO ADDIZIONALI REGIONALI: 20-30;
    RATA MUTUO (100MILA EURO A 30 ANNI): 500-550;
    ALIMENTARI: 420-440;
    TOTALE: 1.520-1.715.

    (Commento firmato)

  31. Fare causa
    Chissà che succederebbe, in linea con la nuova legge che permette la rivalsa giudiziale di tutti i cittadini defraudati e non solo in singoli, se facessimo causa allo stato per quei 20 cent di tasse inesistenti da decenni sulla benzina: un risarcimento!
    Che ne dite?

    (Commento firmato)