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Il prezzo del Reggiano aumenta. Ma… per gli agricoltori il benefit è eroso da costo dei mangimi e tassi bancari

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Prodotto principe dell'agricoltura dell'Appennino è il Parmigiano Reggiano. Dal suo mercato dipende il futuro di famiglie di agricoltori (per un totale di un migliaio di persone), ma, in particolare, è fonte di arrivo di capitale 'esterno' in Appennino. A beneficio di economia e finanza. Senza dimenticare, infine, il ruolo dell'agricoltura a favore dell'ambiente e, di conseguenza, per il turismo.

"Non si può parlare di un'annata d'oro, ma certo il 2007 è stato per il Parmigiano Reggiano un anno di decisa ripresa", sono le parole del presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, Giuseppe Alai, che sintetizza il bilancio di 12 mesi che hanno visto crescere dell'11,1% le quotazioni all'origine (media annua pari a 7,80 euro/kg, per un valore complessivo alla produzione pari a 880 milioni euro), una buona intonazione dei consumi complessivi (+1,2%), una forte crescita delle esportazioni (+ 9,6% a livello mondiale e + 13,55% in area UE), un calo della produzione (-0,40%, per un totale di 3.077.000 forme dopo il -1,48% segnato nel 2006) e delle giacenze (-3,5%).

E i prezzi al consumo? Incrementati anche loro. "Sicuramente il Parmigiano-Reggiano non rientra tra i prodotti alimentari che hanno dato una spinta all'inflazione - puntualizza però Alai -, visto che il prezzo medio si è attestato a 13,01 euro/kg., con un incremento del 2% sul 2006".

"Le quotazioni all'origine - sottolinea il presidente del Consorzio insieme al vicepresidente vicario Eros Valenti e al direttore Leo Bertozzi - certo non sono ancora soddisfacenti per i produttori, soprattutto perché l'aumento delle quotazioni è stato quasi totalmente eroso da una crescita dei costi (legata soprattutto a mangimi e ai tassi bancari) che si è attestata poco al di sotto del 10%; la migliore intonazione dei prezzi all'origine è comunque un dato positivo, ed è accompagnata da fattori (relativi soprattutto a consumi ed export) e da azioni che dovrebbero contribuire a garantire maggiore stabilità di reddito, evitando quegli andamenti altalenanti che hanno fortemente provato il sistema in questi anni".

"Il rispetto dei piani produttivi - spiega Alai - si sta confermando tra gli elementi decisivi in questo senso, ed ora si avvia un nuovo intervento che dovrebbe offrire buoni riscontri sui mercati". "In questi giorni - spiega Alai - abbiamo firmato un accordo con una grande società quotata in borsa per lo studio di nuovi prodotti legati al formaggio "sbiancato" (le forme alle quali vengono tolti i puntini non avendo caratteristiche corrispondenti agli alti standard qualitativi fissati dal Consorzio per l'apposizione dei marchi della DOP), distogliendo così dal mercato dei formaggi una quantità di prodotto non molto elevata, ma che più efficacemente può essere valorizzata in modo innovativo".

E mentre punta all'innovazione, il Consorzio rafforza anche gli aspetti legati alla tradizione. "Siamo in attesa - sottolinea il direttore Leo Bertozzi - che dalla UE giunga il via libera ad una modifica del disciplinare di produzione con la quale vogliamo sancire che ogni lavorazione del prodotto (porzionatura, confezionamento, grattugiato, ecc.) deve avvenire nel comprensorio in cui il Parmigiano-Reggiano nasce, nel rispetto di un prodotto d'eccellenza, di regolamenti e condizioni sulle quali siano facilitate anche le azioni di vigilanza del Consorzio", che nel 2007 ha effettuato un totale di 4.177 visite ispettive, di cui 1.507 presso confezionatori, centri di distribuzione e punti di vendita.

Per quanto riguarda la promozione, oltre al clamoroso successo dei caseifici montanari alla recente Olimpiade dei Formaggi di Montagna in Germania, lo scorso ottobre, la novità rilevante è che il Consorzio sarà sponsor di "Casa Italia-Coni" e fornitore ufficiale della nazionale italiana dalle prossime Olimpiadi (in questo caso sportive) di Pechino ai Giochi del Mediterraneo, ai Giochi della gioventù, fino alle Olimpiadi invernali di Vancouver del 2010.