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Le “Nerestorie” del teatro Bismantova

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Francesca Bianchi e Marina Coli (docenti tra l'altro della scuola di teatro castelnovese) saranno impegnate, come protagoniste e registe, nel nuovo appuntamento della stagione artistica del teatro Bismantova di Castelnovo ne' Monti: "NERESTORIE DEL TEMPO CHE VA", liberamente ispirato al libro "Storie nere" di Angela Pietranera, in scena mercoledì 12 marzo.

Ci sono luoghi, vicini e lontani. Ci sono storie vicine e lontane. Questo è un cammino dove si trovano case isolate al bordo del fiume, inverni gelidi e persone che scompaiono nel nulla. Senza lasciare traccia, se non forse un paio di scarponi, sepolti nella neve. Angela Pietranera è andata alla ricerca di queste "Storie Nere" che sono anche storie vere, accadute nel nostro Appennino molti anni fa, prima o a cavallo della seconda guerra mondiale. Storie di donne dimenticate, che affiorano in una cronaca che non si limita a raccontare, ma cerca di capire, indagare non solo le regioni, ma anche le ragioni del Male.

Dicono i responsabili del Bismantova: "Si tratta di uno spettacolo cui teniamo in particolare per diversi motivi. Intanto si tratta di una produzione del nostro teatro e della sua compagnia. Poi perchè nasce dall’incontro tra un libro di una scrittrice di Castelnovo e due attrici che sono anche le docenti della nostra scuola di teatro". E ancora: "'Nerestorie', che è anche una profonda riflessione sul tema della donna e più nello specifico su quello molto attuale della violenza sulle donne, debutta nell’ambito del festival IL TEATRO (VA…) A SCUOLA e quindi ci auguriamo che molti giovani possano essere presenti in sala".

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Inizio spettacolo ore 21,00. Prezzo per i non abbonati: € 13,00-10,00.

2 COMMENTS

  1. Meglio la scoperta del bene
    “Nerestorie” al teatro Bismantova, la mostra concorso “L’uomo morto in noir” (con tanto di foto dell’eremo di Bismantova, con teschio e “terribili” graffi sull’albero secolare che si erge sul sagrato e fantasmino stile Casper di dubbio gusto che salta fuori a lato del confessionale, nonché l’infelicissimo commento “Chissà quale orribile sacrificio verrà compiuto… “, viste anche le tristissime vicende che negli ultimi anni hanno avuto come incolpevole protagonista la rupe dantesca) e altre espressioni “artistiche” circolanti un po’ in tutta la montagna decretano anche da noi il successo dello stile noir, come se già nella nostra vita quotidiana di “nero” non ce ne fosse abbastanza. De gustibus… Recitava comunque un antico detto montanaro: “Speroma al ben, che al mal al ven da sè” (Speriamo il bene, che il male viene da solo). Grande saggezza da parte dei nostri vecchi… Datemi retta: con tutto il rispetto per gli artisti e gli organizzatori, cambiamo il sottotitolo di questo articolo e (senza “demonizzare” nessuno) andiamo tutti alla scoperta del bene…

    (Commento firmato)

  2. Prima andiamo a teatro
    Francesca e Marina sono talmente brave che riuscirebbero a rendere piacevole anche la trasposizione teatrale di un elenco telefonico. Perciò, prima di commentare a scatola chiusa, forse è meglio vedere lo spettacolo. Il lavoro di Angela Pietranera mi era parso interessante, per niente morboso, realista, perchè questa visione così negativa? Può piacere o non piacere come opera letteraria, può piacere o non piacere la grafica con tutto quel nero; forse il sottotitolo dell’opera non è pienamente azzeccato, ma non ci vedo niente di pericolosamente “drammatico” di “nero”, di “male”. E’ una drammatizzazione teatrale, mica una lezione di catechismo (con tutto il rispetto per il catechismo e per chi lo fa). Andiamo a teatro, poi potremo applaudire o fischiare…

    (n.a.)