Home Cronaca Elmo disse: “Come mai vi conoscono così poco?”

Elmo disse: “Come mai vi conoscono così poco?”

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Lo incontri, in pizzeria al Centrale a Casina. Quel ciuffo nero, gli occhi azzurri, barba di due giorni, fisico asciutto, scarpe da camminatore. E’ passata la Pasqua e lui è a cena da solo. La sua birra è finita da un pezzo. Un operaio edile? Un artigiano venuto da fuori?
Ti incuriosisce, ancora di più, quando prende il telefono e senti una lingua diversa. Ubaldo, il tuo amico, sa un po’ di tedesco e osa “Germania?”. E lui: “No, Alto Adige, stessa lingua”.
Elmo è un professore di storia, in lingua tedesca, nel liceo di Merano, in lingua tedesca, dato che là italiani e tedeschi vivono in due mondi separati, ci spiegherà poi lui.
Proviamo ad andare subito al sodo: come mai qui?
“Qui per visitare Canossa e i posti di Matilde”.
E’ il nostro uomo. Cosa ha visto sin d’oggi?
“Purtroppo mi fermo solo due giorni. Il castello di Canossa, quello di Rossena. Ottima accoglienza con le guide”.
Lei viene da un posto che ha fatto del turismo l’eccellenza e fonte di vita. Che ne pensa del nostro Appennino?
“E’ davvero meraviglioso. Ma poco conosciuto. Come mai così poche case?”
“Beh – rispondiamo noi – alcuni decenni fa le persone vivevano quasi più in Appennino che in pianura. Poi con l’avvento dell’urbanizzazione… tanti hanno scelto di partire. Le strade erano troppo scomode per ritornare in tempo”.
“Da noi, invece, in Alto Adige le valli sono ancora vive”.
“Certo, ma voi avete una Provincia autonoma che ridistribuisce in loco le risorse. E agli agricoltori risulta assai più facile restare sulla terra”.
“Avete ragione. E’ un sistema che andrebbe esteso”.
“Cosa la ha colpita del nostro Appennino, Elmo?”
“La bellezza. Ma anche il fatto che è poco conosciuto. Pregevole, poi, la segnaletica del sentiero Matilde. Come mai le vostre montagne non sono note?”.
“Beh la cultura del turismo – azzardiamo – non è ancora molto radicata, qualcosa si sta facendo”.
“Vero. Pensi che da noi in Alto Adige già negli anni Cinquanta c’era pieno di tedeschi e non c’erano alloggi a sufficienza. Ma avete un territorio poco antropizzato e allo stato naturale: eppure siete così vicini alle città”.
“Le sembrerà strano, ma molti Reggiani conoscono meglio il Trentino piuttosto che l’Appennino! Domani quali mete l’attendono?”
“Mi piacerebbe visitare il Castello di Carpineti”.
A Bismantova c’è mai stato?
“No, cos’è?”
“Un sasso meraviglioso”.
“Non lo conosco, terrò in considerazione. C’è la strada asfaltata per giungere al castello di Carpineti? Dalla cartina non lo capisco, ma a noi tedeschi Matilde ed Enrico IV affascinano molto”.
In Alto Adige, quale storia insegnate?
“Quella normale”.
Cioè?
“Quella che è scritta sui libri di storia di Austria e Germania. La storia italiana è poca, ma Matilde è presente”.
Ha capito di avere commesso una piccola gaffe. Ridiamo di gusto e, dopo aver dibattuto sui problemi dell’Alto Adige, ci scambiamo un cordiale saluto per la felice conoscenza.

(Gabriele Arlotti)