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Tibet vs. Tibet (ma è solo un gioco)

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Un evento sportivo di grande solidarietà è programmato per domenica, 11 maggio, alle ore 20,30, presso il centro Coni di Castelnovo ne’ Monti.

Si tratterà di una partita amichevole di calcio che si disputerà tra la “Squadra nazionale tibetana” e la locale “Squadra Amici del Tibet”.

Organizzata e promossa dall’assessore Filomena Mola del Comune di Castelnovo, la partita ha lo scopo di raccogliere fondi che saranno consegnati nelle mani degli ospiti al termine della serata.

Racconta alla nostra emittente l’assessore Mola: “Sono stata contattata dal dottor Stefano Dallari (presidente della Casa del Tibet di Votigno di Canossa – ndr) che ho conosciuto in occasione della serata promossa dal Comune, 'Libertà per il Tibet', svoltasi il 2 aprile presso il foyer del teatro Bismantova (vedi ns. articolo).

In occasione del nostro incontro si era stabilito un rapporto personale e di amicizia fondato sulla comune sensibilità nei confronti di questa popolazione tanto martoriata ed in ragione di ciò si è sentito di propormi l’impegno non facile di organizzare l’evento con pochissimo preavviso. Pur non essendo nelle mie conoscenze ho trovato il modo di realizzare la serata che si svolgerà domenica prossima e per la quale auspico la numerosa partecipazione dei miei compaesani.

Colgo l’occasione – prosegue la Mola – per segnalare che i fondi, pari a 1.000,00 euro, necessari per garantire la presenza della squadra tibetana, verranno interamente devoluti dal CNA di Reggio Emilia, che tramite voi colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente”.

Sempre dall’assessore Mola apprendiamo che a Castelnovo da circa un mese si è costituito un gruppo di persone sensibili alla causa del Tibet che progetta eventi volti alla maggiore conoscenza e attenzione nei confronti di questo problema. Sono state contattate personalità di spicco della cultura locale e seguiremo gli sviluppi di questi incontri per darvene tempestiva informazione.

Esortiamo i nostri lettori a partecipare alla serata di domenica che, più che un evento sportivo, dovrà essere un segnale forte che il nostro paese risponde in termini solidarietà ed accoglienza.

Forza Tibet, dunque, nostri o loro non importa e… anche se l’ingresso è ad offerta libera, non facciamo mancare il nostro sostegno!

3 COMMENTS

  1. Politica ed economia
    Ormai penso sia chiaro a molti che, almeno a livello internazionale, la “politica” sia completamente ed esclusivamente legata alle sue conseguenze economiche: molti studiosi internazionali ad esempio avevano previsto più di 10 anni fa che gli USA avrebbero incrementato la loro presenza in medio oriente, area chiave per le risorse naturali quali petrolio e gas, anche in funzione di arginare l’espansione cinese che iniziava ad essere forte in quelle aree. Poi sono seguite le guerre in Afghanistan e Iraq… Ora la questione del Tibet, su cui, a parte qualche presa di posizione “scolastica”, nessuno Stato si azzarda ad intervenire con decisione, men che meno l’Italia. Un solo esempio: se atleti che parteciperanno alle Olimpiadi di Pechino esibiranno simboli o manifesteranno in qualche modo atteggiamenti di protesta, saranno privati dei loro titoli. E sapete chi ha annunciato che sarà tenuta questa linea? Non il governo cinese, bensì il CIO, il Comitato Olimpico Internazionale. E viva lo sport ambasciatore di pace. Qualcuno ricorda la protesta degli atleti neri americani alle Olimpiadi (se non ricordo male) di Città del Messico, contro le discriminazioni razziali negli Usa, con il pugno alzato nel guanto nero simbolo delle “black panthers”? Era una protesta forte che fece il giro del mondo: in Cina non sarà possibile, a meno di qualche sportivo davvero eroico.

    (BiancoMedio)

  2. Il Tibet come la Birmania
    Nessuno fa nulla semplicemente perché i rapporti commerciali con la Cina sono troppo importanti. Capite bene che in Tibet ed in Birmania non c’è petrolio e quindi le grandi potenze del mondo si limitano a dire che sono problemi interni e che devono risolverli da soli. Bravi!!! Ed intanto continua la repressione disumana che quel regime dittatoriale sta attuando quotidianamente, senza che nessuno intervenga per mediare e porre fine a questo massacro. E, tanto per gradire, udite, udite, i “democratici” Stati Uniti d’America, hanno tolto la Cina dalla lista dei paesi che commettono violazioni ai diritti umani. Forse le Olimpiadi farsa di Pechino sono più importanti dei diritti dell’uomo? Come dicevo in precedenza i rapporti commerciali con la Cina e le Olimpiadi di Pechino sono la vera priorità e non importa quanti morti ancora dovranno esserci, quanti soprusi dovranno ancora subire e men che meno quanti monaci e gente comune dovranno essere ancora brutalmente percossi. No, non importa, quello che conta è tenersi buona e cara la Cina. Come ha detto il Dalai Lama, questo è un vero e proprio genocidio culturale. Non parliamo poi di quello che è accaduto e sta accadendo in Birmania, dopo il danno dell’uragano e migliaia e migliaia di vittime, devono subire anche la beffa da parte del regime che ha bloccato gli aiuti internazionali. Assurdo, veramente assurdo.
    Free Tibet. Stop to the China Olympic Games.

    (Simone Calani)