Procede con rapidità l’iter della legge regionale sul “riordino territoriale, l’autoriforma dell’amministrazione e la semplificazione del sistema dei servizi pubblici regionali”.
Il Presidente Vasco Errani ha presentato oggi le novità previste nel progetto approvato dalla Giunta Regionale e che dovrà ora passare all’Assemblea Legislativa.
Molta parte del progetto di legge è dedicata alla riforma delle Comunità Montane che, sotto la denominazione “Nuove Comunità Montane” diverranno, come le Unioni di Comuni, “strumenti operativi dei Comuni per governare al meglio i servizi (anche attraverso la gestione associata di funzioni e compiti comunali) senza, però essere ente intermedio territoriale. Le Unioni dei Comuni e le Nuove Comunità Montane, non saranno nuovi e separati livelli di governo – ovvero enti distinti dai Comuni – ma bensì al servizio dei Comuni stessi. Non si sovrapporranno, ma si sostituiranno ai Comuni, svolgendo in forma associata le funzioni che gli stessi assegneranno loro. Per questo saranno riconosciuti incentivi solo per le funzioni integralmente trasferite all’ente associativo”.
Le “Nuove Comunità Montane” saranno 9 in Regione contro le attuali 18 (una per provincia) e i consiglieri passeranno da 406 a 181. Le giunte delle Comunità e le Presidenze saranno affidate integralmente ai sindaci dei comuni che ne fanno parte. La Regione stima un risparmio annuo derivante da questa operazione di oltre 2,7 milioni di euro.
Per quanto riguarda la Comunità Montana dell’Appennino Reggiano l’approvazione in questi termini del progetto di legge regionale potrebbe comportare la soppressione dell'Unione dei Comuni del crinale.
Rimangono poi molti dubbi sulla fattibilità di una gestione associata di servizi in territori costituiti da numerosi comuni (19 a Piacenza, 24 a Parma, 13 a Reggio, 18 a Modena, 28 a Bologna, 18 a Forlì/Cesena) con realtà socio-economiche fortemente differenziate.
Il progetto di legge prevede poi interventi sulle agenzie per la mobilità (trasporto pubblico locale) per un risparmio di 1,2 milioni di euro e sulle agenzie d’ambito (acqua e rifiuti) per una riduzione di costi intorno ai 3 milioni di euro, oltre ad altri interventi di razionalizzazione, in parte già attuati, su altri enti e società regionali riducendo fortemente i costi.