Home Cronaca “L’innamoramento è una questione di sodio”

“L’innamoramento è una questione di sodio”

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Consumo-uso-abuso. In cattedra Benedetto Valdesalici, psichiatra ben noto nella nostra montagna. Si parla di droga e di alcool. Ma anche di dipendenze in senso lato. Di telefonini, tv, mode e chi più ne ha più ne metta: perchè in realtà si può essere dipendenti da tutto. Ciò che ci rende dipendentibili probabilmente ce l’abbiamo (meglio: qualcosa forse non l’abbiamo) dentro di noi. Poi, certo, vi sono casi in cui – fatta sempre salva la libera determinazione del singolo, che fino a prova contraria almeno a questo livello può scegliere cosa vuole nella vita – entra in causa la fisiologia. “Se parliamo di certi stupefacenti – dice ad esempio Valdesalici – si verificano nel nostro organismo processi talmente rapidi per cui effettivamente esso poi richiede la tale sostanza”. “Sono balle quelle che mi capita di sentire da alcuni che si sono fatti, della serie ‘tranquillo, mi so controllare, posso smettere quando voglio… ‘ ”.

Il medico del servizio tossicodipendenze del distretto Ausl montano esprime un’opinione personale ai presenti – una trentina, adunati nella sala “Poli” del Centro culturale polivalente, ieri l’altra sera, per un incontro previsto all’interno della scia di iniziative formative/educative promosse ormai con una certa frequenza e regolarità a Castelnovo ne’ Monti – circa l’eroina (ulteriore stadio di raffinazione della morfina): “Siccome per il processo produttivo occorre una sostanza come l’etere, che non si trova al mercato ma piuttosto presso le case farmaceutiche, mi sovviene il dubbio che queste ultime possano essere implicate nella questione… “.

“Vi è una spinta fortissima, nella nostra società, al consumo. Ma vi sono determinanti storiche che modificano le nostre percezioni nel corso del tempo. Cioè, quel che magari ieri era considerato nella tot maniera oggi è cambiato; e domani forse sarà ancora diverso”. Per fare un esempio (ovviamente estremo per rendere il concetto): “Se bandissi l’alcool come farebbe il prete a dire Messa?”. Per dire dei collegamenti con gli aspetti anche culturali di una società.

“Le droghe non sono solo spauracchi, essendo mezzi terapeutici”. Chiaro: le finalità e le quantità cambiano radicalmente le carte in tavola. Ma questo è valido per ogni occasione: discernimento e misura sono spesso preziosissimi strumenti coi quali orientarsi in questo mondo di “tentazioni”. “La marijuana non è una cosa orribile – afferma Valdesalici – ma, certo, se uno si fa canne tutto il giorno… “. “Lotta alla droga? Io sono piuttosto per la pace alla droga”.

Droga e giovani. “Quando se ne parla sembra che i due termini siano sempre collegati. Invece non è così, perché coinvolti sono anche tanti adulti. La vita è dura, per tutti; si presentano momenti di grande difficoltà… “. E allora – uno pensa – bisogna farsi? Secondo il relatore “bisogna insegnare ai ragazzi cosa sono le sostanze stupefacenti, togliendo loro l’alone di mitologia che le circonda”. “Sento di dodicenni che dicono al coetaneo (stupiti, perché chi fa la domanda cioè si sente già navigato): 'Ma tu non ti sei mai fatto?'”. Dodici anni. La barba ha ancora da attendere.

“La biochimica governa le nostre emozioni e le nostre funzioni cognitive”. Valdesalici, da studioso del settore, snocciola in formule i comportamenti umani. “L’innamoramento è una questione di sodio”. Già, e quando ci si lascia entra in scena invece il t’odio... Battute a parte, alcune delle parole dell’esperto lasciano abbastanza meravigliati: “Forse addirittura ci sono sostanze che possono provocare il senso del sacro… “. L’uomo dunque è solo il risultato di una congerie di reazioni chimiche? “Voglio dire che questi almeno sono i fatti che osserviamo e che su questo almeno penso che possiamo essere d’accordo; ma se poi vogliamo andare oltre io non credo ci sia molto altro”.

Consumare e sconsumare. Prendere per usare e prendere per buttare. Lo sconsumismo probabilmente a qualcuno serve… Eccesso come valore? “E’ attorno a questo che dobbiamo ragionare: cosa significa essere padroni di sé?”. Pastigliarsi può essere una comoda scorciatoia verso l’irresponsabilità e così “facilitarsi” la vita, ma la verità è che serve, invece, proprio responsabilità. “Dobbiamo provare a concedere ai figli quel che occorre per tastare la loro capacità di autodeterminazione, perché comunque, prima o poi, alle scelte si troveranno davanti”.

Per il medico “bisogna riscoprire la sincerità dei sentimenti; crearsi legami e mantenerli richiede e implica la messa in gioco della nostra profondità; il dialogo (che però può essere proposto ma non imposto) è fondamentale per costruire relazioni di senso”.

Per la conclusione facciamo un viaggio nella terra dei conquistadores: “Tempo di attesa, tempo di crescita”. Traduzione del proverbio spagnolo: adulto è colui che è capace di rimandare la soddisfazione del desiderio. Bene-detto.

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Durante la serata Valdesalici ha anche dato un paio di consigli di lettura, che riportiamo casomai qualcuno fosse interessato:
- M. Benasayag e G. Schmit, L'epoca delle passioni tristi, ed. Feltrinelli, 2005;
- J. Van den Brouck, Manuale per bambini con genitori difficili, ed. Raffaello Cortina, 1993.