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La folle storia di vacca Vittoria. Non era pazza, ma si è uccisa

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Questa è la vera storia di vacca Vittoria che, certo, pazza non era. Solo il vero nome (e la località) sono omessi. Per tutelare la privacy della sfortunata e di chi, suo malgrado, ha vissuto la vicenda. E’ un giorno di fine maggio quando Vittoria, dopo una vita trascorsa con dedizione a produrre buon latte da Parmigiano Reggiano, lascia la sua stalla per la sua meta finale. A sua insaputa, però, e come tutte le consorelle che l’hanno preceduta, viene condotta al macello.
Un’operazione di routine, per noi che siamo abituati a mangiare bistecche e – quindi – manco porci il problema macellazione. Ma, per la sventurata, evidentemente non è così. E vacca Vittoria osa quanto mai avrebbe sperato, forse anche complice ‘un sesto senso’ sul (per lei) macabro luogo. Non c’è che dire, le bistecche non fanno per lei. Vittoria vuole provare la libertà.
Il bello – o il macabro, dipende dai punti di vista - della notizia, però, deve ancora venire.
L’animale scavalca la rete e la siepe e piomba 1,5 metri più sotto, con un salto da cavallo a una competizione equestre. Ci siamo recati sul posto e la recinzione è effettivamente danneggiata dal salto. Tre quintali e passa che, come nulla fosse, atterrano sugli arti senza colpo ferire.
E’ iniziata la fuga. Vittoria giunge nel primo campo, poi attraversa la strada comunale una prima e una seconda volta, e punta verso il monte, orizzonte di libertà. Procede – pare inseguita – verso il bosco, ma viene individuata dai cani di un’abitazione privata e viene ricacciata indietro. Torna verso il paese ma, laggiù, c’è il macello. Punta verso la chiesa e, se fosse un cristiano, verrebbe da pensare chissà con quali pensieri.
Prosegue oltre, per oltre un chilometro, dove la carraia conduce a un’abitazione isolata. Pochi metri più in là c’è un terribile precipizio. Non sappiamo se e quanto abbia esitato o quanto fosse pressata dagli inseguitori. Fatto sta che vacca Vittoria si lancia. Nel vuoto.
Verrà individuata qualche centinaio di metri più sotto, dall’alto. E ora il cadavere di Vittoria giace nel dirupo. Che fare? La normativa vigente impedisce di seppellire i bovini morti (andrebbero bruciati in apposite strutture), figuriamoci se una vacca può essere lasciata alla libera decomposizione.
Ci si interroga sul recupero. Occorrerebbe imbracare l’animale, ma si trova in un bruttissimo burrone. Oppure bruciarlo, ma chi si cala là sotto con grave pericolo? Forse sollevarlo dall’alto, magari con un elicottero?
Per ora pare abbia prevalso il buon senso e vacca Vittoria giace esattamente dove ha deciso di morire.

* * *

LA CURIOSITA’
Anche “La Bionda” di Guareschi si uccise per la disperazione

C’è un che di singolare in questa storia. E rimanda a uno splendido racconto di Giovannino Guareschi, pubblicato sul Corriere della sera del 16 giugno 1942. E’ la storia della Bionda, una vacca che morirà suicida, beveva vino e mangiava uova. Era stata visitata pure dagli uomini di scienza. La Bionda non disdegnava minestre e preferiva i grappoli di moscato. Lasciarla libera di fare il suo comodo era l’unico modo per farle produrre i suoi dieci chili di latte. Già, perché la Bionda era una vacca rossa, ma matta come un cristiano. Dava cornate ai meli per mangiarne i frutti caduti. La trovarono morta vicino a una quercia. Non l’aveva scambiata per un melo, ma s’era uccisa per la disperazione.

(Gabriele Arlotti)

2 COMMENTS

  1. Libertà ad ogni costo
    Ho letto la notizia della Vacca Vittoria… cosa dire? Da vegetariana quale sono non posso che condividere la scelta di Vittoria, che tanto mi ricorda le scene finali del film “Thelma e Lousie”… Libertà ad ogni costo. Vittoria ha trionfato!

    (Commento firmato)