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Appennino / Per chi suona la sinistra?

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Qualcuno lo equiparerà pateticamente alla vicenda dell’ultimo giapponese nascosto nella foresta dell’isola di Guam dopo trenta anni dalla fine della seconda guerra mondiale, ma non importa. Qualcun altro, anni fa, diceva che le grandi ragioni non sempre hanno grandi numeri.

L’appello che rivolgo è:
- a chi, anche nella nostra piccola comunità, ha ancora a cuore le sorti della sinistra italiana;
- a chi non si rassegna al fatto di dover scegliere tra Berlusconi ed un partito di fatto liberale, come si è venuto configurando il Partito Democratico;
- a chi non sopporta il penoso unanimismo quando in cattedra salgono e parlano Papa Ratziger e la presidente di Confindustria;
- a chi ritiene che in Italia debba esistere una forza di sinistra non marginale e non ancorata a percentuali da prefisso telefonico;
- a chi ritiene che non è la salvezza ancorarsi solamente a simbologie e riti che poi nei fatti perpetrano una logica di piccola setta e non rendono immuni da scelte politiche scellerate;
- a chi ritiene che deve essere messa in campo un'analisi nuova degli accadimenti tumultuosi di questi anni, magari riscoprendo le idee ancora incredibilmente attuali di uno dei più grandi intellettuali che il nostro Paese abbia mai avuto come Antonio Gramsci;
- a chi crede nella laicità dello Stato e nella affermazione compiuta dei diritti individuali;
- a chi ritiene che questo mondo non è il migliore dei mondi possibili.

Ecco: a tutti coloro che si riconoscono in queste affermazioni chiedo di partecipare all’imminente congresso di Rifondazione comunista appoggiando la mozione congressuale che vede tra i firmatari Nichi Vendola, attuale presidente della regione Puglia.

Oggettivamente, ad oggi solo Rifondazione ha ancora la potenziale capacità di essere motore di una nuova forza unitaria e plurale della sinistra italiana.

Ma perché questo accada occorre che all’interno di Rifondazione prevalgano coloro che rifiutano una logica settaria ed autoreferenziale ed il modo per far sì che questo accada è iscriversi e partecipare al congresso.

L’esperienza della Sinistra Arcobaleno è stata disastrosa, ma l’unica opportunità rimasta è quella di ricostruire pur tra immense difficoltà una prospettiva unitaria della sinistra italiana.

In tutta Europa le forze progressiste sono in una fase di fortissima difficoltà, ma per concludere mi sentirei, agganciandomi appunto all’Europa, di segnalare due esempi paradigmatici per il futuro: quello della Francia, dove una sinistra frammentata e politicamente insignificante, non riesce ad affermare un minimo di linea comune prigioniera di settarismo e piccoli capi verbosi ed inconcludenti; quello della Germania, dove la “Linke” (sinistra), formazione politica nata da un processo unitario delle forze collocate a sinistra del partito socialdemocratico, viaggia oramai nei sondaggi con percentuali a due cifre e con la linea politica della quale (a partire dall’assoluto rifiuto di partecipare a missioni militari all’estero) occorrerà fare i conti.

Grazie per l’ attenzione.

(Luigi Bizzarri, capogruppo consiliare Rifondazione comunista Castelnovo ne' Monti)