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Due distretti per il biogas in Appennino

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Due distretti, sulla nostra montagna, per produrre biogas. E’ l’idea, supportata da uno studio apposito, resa pubblica questa mattina nel corso di un convegno sull’energia in Appennino promosso da Gal, Crpa, Enìa e Consorzio “Fare Appennino”.

Ha illustrato con dovizia di particolari Sergio Piccinini, del Crpa (Centro ricerche produzioni animali): “Queste zone di produzione di biogas, ove conferire i reflui di allevamenti e stalle situati nel raggio di una decina di km, sarebbero state individuate a Poiatica, nei pressi della discarica, quale riferimento per il ‘distretto di Toano’; e a Cava Pianella di Pizzarotto di Carpineti quale riferimento invece per l’’Alto Tresinaro’. Per la prima si calcola di poter produrre 650.000 mc di biogas/anno; nel caso della seconda, più grande, il dato salirebbe invece a oltre un milione di mc”.

Sergio Fiorini, subito di seguito, ha invece illustrato la partita riguardante le biomasse. Su queste, in precedenza, aveva detto qualcosa anche l’assessore della Comunità Montana Afro Rinaldi, sottolineando come necessitasse “trovare il modo di costituire biomasse a prezzo conveniente”. Mentre Luciano Correggi aveva affermato: “Nella nostra montagna è ancora il materiale legnoso ad assicurare, per la maggior parte, il riscaldamento delle abitazioni. E allora perché non si sviluppa questo settore? Le figure professionali e la filiera ancora non ci sono. Il nostro studio affronta questo tema, che comunque, per esplicarsi, avrà bisogno del consenso della convergenza di forze sociali e di tecnologia”.

In introduzione l’assessore all’ambiente del Comune di Castelnovo ne’ Monti, Nuccia Mola, intervenuta al posto del vicesindaco Fabio Bezzi, aveva voluto mettere in rilievo il problema mondiale dell’energia: “Siamo in una fase di transizione. Sul petrolio si specula e occorre dunque pensare a forme alternative, variegate e compatibili”.

Giuseppe Veneri, presidente Crpa, aveva proseguito sulla medesima traccia, marcando i tre ambiti a suo modo di vedere nevralgici nell’attuale fase storica: energia, clima, cibo: “Su questi temi – ha detto – si stanno confrontando i governanti. Ma intanto dobbiamo registrare uno sforamento del 18% dai limiti fissati nel Protocollo di Kyoto”. L’energia per la montagna? Quale lo sarebbe in modo sostenibile? Veneri più che rispondere abbozza: “Dobbiamo capirlo. Credo sia corretta l’attenzione alle bioenergie, soprattutto quelle che possono provenire dal comparto agro-forestale”.

Mancavano gli annunciati Gualtiero Lutti, direttore del Gal, e l’assessore provinciale all’agricoltura Roberta Rivi.