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“Il castello di Bismantova? Era a Vologno”

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“Il castello della Pietra di Bismantova? Era a Vologno”. L’affermazione, che potrà sembrare singolare, si reperisce nell’ultimo numero uscito della rivista trimestrale Reggio Storia, n. 119 della serie. L’articolo relativo si intitola “Castelnovo ne’ Monti e le sue origini” ed è firmato da Eugenio Chiessi. In esso ci si sofferma sui primi documenti e le prime fonti, risalenti a circa un millennio fa, che citano il paese divenuto poi col tempo punto di riferimento e capoluogo di tutto l’Appennino reggiano.

I cardini attorno ai quali sarebbe sorto il paese sono individuati da Chiessi nel castrum o castellum novum e nella pieve, plebs, documentata prima dell’anno 1000. L’articolo dello studioso si incentra attorno al primo, pur intersecandosi le sue vicende con la seconda; laddove l’autore intende suggerire le proprie ipotesi di formazione del paese come risultante dell’interazione tra i due territori/entità, all’epoca ciascuno a se stante e separato dall’altro. Del paese si ripercorrono date e vicende per lo più note, arricchite comunque da notizie di carattere tecnico (ad esempio che alcuni dei “primi documenti rintracciati che verisimilmente accennano a Castelnovo ne’ Monti non sono originali ma copie semplici o autenticate dei secoli seguenti”) e storico (si leggono i nomi dei rappresentanti dell’attuale capoluogo montano che giurarono il 19 novembre 1188 la fedeltà al Comune di Reggio nel palazzo del podestà cittadino: Manfredino di Bocca del Prete e Adamello di Vezo).

L’origine del paese

L’autore avanza anche l’ipotesi della circostanza che avrebbe segnato “l’origine documentata del paese odierno”. Vale a dire la ripetizione del giuramento di fedeltà, dell’anno 1197, che avrebbe avuto luogo stavolta a Castelnovo (“e pare di capire nella rocca” di monte Castello, propone Chiessi). “Vi parteciparono – riportiamo – “uomini del Castelnuovo e della pieve di Campiliola”. “L’evento – annota ancora Chiessi – ha una rilevanza assai grande perché è la prima testimonianza dell’unità amministrativa delle due entità locali forti, Castelnovo e Pieve. Pertanto senza esagerazione la circostanza si può considerare l’origine documentata del paese odierno”.

Il castello forse è stato eretto prima di Matilde, da un suo antenato

Secondo lo studioso, poi, circa l’innalzamento del castello sul colle da cui ha preso il nome “è plausibile che esso sia avvenuto prima del millecento e che quantomeno risalga a Matilde; ma è più credibile” che l’edificazione abbia avuto luogo “ancor prima”, per mano “di uno dei suoi antenati sopra una loro proprietà”.

Il castello di Bismantova

Capitolo “castello di Bismantova”. “Non ci pare che il Castelnovo sostituisse il cosiddetto castello di Bismantova, esistente ancora alla fine del millecento come fra l’altro testimonia una lapide collocata in origine presso porta S. Croce a Reggio a ricordo della sua costruzione avvenuta nel 1199 per opera del bolognese Lambertini, allora podestà del nostro Comune”, scrive Chiessi. Che così continua: “Nell’epigrafe si legge che il Lambertini prese il castello di Bismantova Besemantum(m) cepit e bombardò quello di Poiano Pulganu(m) grandine fregit”. E si arriva al dunque: “Queste due azioni consecutive ci fanno ritenere che Bismantova fosse ubicato in quella località detta castello oggi nel territorio di Vologno”.

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Al di là comunque della fondatezza o meno di alcune ipotesi avanzate in quest’articolo (cui rimandiamo per la lettura completa), la circostanza arriva “buona” per l’aria che si respira nel capoluogo montano da un po’ di tempo in qua. A partire dalle discussioni avvenute in Consiglio comunale tra le varie forze politiche (ove per fortuna non ci "mangia la faccia" solo in ricorrenti polemiche incrociate, talora neppure di particolare interesse, ma si concordano anche, maggioranza e minoranza insieme, importanti e concordi linee d’azione), si è messo in moto infatti da qualche tempo un iter amministrativo-culturale che sta traducendo la volontà di aggiungere se possibile elementi archeologici per la (ri)scoperta delle antiche origini del paese. A tal fine si sono ad esempio già compiuti sopralluoghi su monte Castello, con la partecipazione di amministratori, tecnici locali e della Soprintendenza regionale, agenti del Corpo forestale, volontari di Archeomontagna. In occasione dell’ultimo di questi, il 15 aprile scorso, l'architetto Walter Baricchi, l’ispettore ai beni architettonici e del paesaggio della nostra Regione, Elisabetta Pepe, e quello ai beni archeologici, Renata Curina, si sono interessati della questione, prendendo i primi accordi in merito coi diversi attori coinvolti. Alle viste vi sono scavi sulla cima del colle, che speriamo possano portare presto novità interessanti.

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