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Campolungo / Rinasce la Confraternita del Carmine

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Il 16 luglio scorso, festa della Beata Vergine del Monte Carmelo, liturgia significativa a Campolungo per la ripresa ufficiale dell’attività dell’antica Confraternita del Carmine. Istituita il 13 luglio 1636, era stata, per così dire, rifondata nel 1872 dal parroco don Domenico Antichi che aveva ottenuto una bolla sanatoria dal Papa Beato Pio IX e dal Preposito Generale dei Carmelitani Scalzi frate Luca di S. Giovanni della Croce.

Le ultime imposizioni degli scapolari erano avvenute nel 1955. Dal 1872 al 1955 gli iscritti erano stati 1072 di cui una ventina ancora viventi. Per iniziativa del diacono della parrocchia e di alcuni laici della zona, con il consenso e la benedizione del Vescovo, si sono create le condizioni per l’aggregazione dei nuovi confratelli e consorelle, in numero di trentacinque, superiore ad ogni aspettativa. Fra gli associati di quest’anno figurano quattro presbiteri e un diacono, donne di casa, noti professionisti, persone comuni e socialmente “povere”, coppie di sposi, in un’ampia fascia d’età che va dai sei anni per la bambina più piccola, passando attraverso i tredici anni di una adolescente, fino agli ottantasei di un sacerdote parroco nel parmense, ex docente di fisica all’università di Parma e insegnante del Vescovo Caprioli quando questi era giovane seminarista a Venegono.

Fra gli associati della “vecchia guardia”, meritano di essere segnalati Verina Toni, classe 1918, che aveva ricevuto lo scapolare all’età di dieci anni, esattamente ottanta anni fa; Bruna Baroncini, che con i suoi 94 anni risulta la più anziana della Confraternita, e suor Augusta (Marta Zannoni), attuale superiora della Case della Carità, che aveva ricevuto lo scapolare nel 1950 all’età di undici anni e che, pochi anni dopo, aveva maturato la vocazione religiosa e missionaria proprio fra la “Carmelitane Minori” fondate da don Mario Prandi.

Non per nulla la Confraternita ha, fra gli altri compiti propri della tradizione carmelitana, anche quello di pregare “per la stabilità delle famiglie, le vocazioni alla vita consacrata e la santificazione del clero”.

La spiritualità plurisecolare del Carmelo appare quanto mai attuale: tendere alla santità personale come conseguenza e sviluppo del Battesimo; lasciarsi guidare dall’amore “preveniente” di Maria, Madre e Regina; impegnarsi quotidianamente nel proprio lavoro nel mondo, per testimoniare a tutti l’amore di Cristo “per il bene della Chiesa e di tutta l’umanità, a gloria della SS. Trinità” (rito della benedizione degli scapolari). Dunque continuità con il passato e proiezione verso il futuro.

Tutto questo si è potuto vedere quasi plasticamente nella liturgia presieduta dal carmelitano P. Claudio Truzzi a nome del Provinciale dei Carmelitani Scalzi della Provincia Lombarda. Per l’occasione sono stati usati il calice d’argento donato a don Domenico Antichi nel 1912, in occasione del suo giubileo sacerdotale, ed una pianeta del ‘700 di rara fattura conservata in parrocchia.

Un senso di ottimismo e di gioia ha riempito il cuore dei presenti chiamati a portare la spiritualità “orante e missionaria” del Carmelo nel mondo secolarizzato di oggi.

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Alcune immagini della cerimonia