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La ricchezza contenuta in un libro

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Ricordo di aver vissuto grandi avventure; attimi eterni trascorsi, ma mai passati, alla luce di una lampada, nel silenzio della sera. Navigavo nelle acque della speranza e della fantasia, con amici che, solo in quel momento di distacco dal mondo, comparivano. Ciò che mi resta di quegli interminabili viaggi, oltre al ricordo ed un po' di rimpianto, è una lunga serie di sensazioni: prima tra tutte, il profumo della carta stampata, l'odore del libro antico, con le pagine ingiallite dagli anni e celanti mondi a me ancora sconosciuti. Poi il colore dei fogli, la loro consistenza, il fruscio delle pagine sfogliate... Dietro ad ogni libro esistono imprese, emozioni, sogni che non attendono altro di essere svelati... Questo era, per me, il grande fascino dei libri.

Stamattina, leggendo un giornale, comodamente seduto in poltrona, il mio sguardo si posa su un'immagine, del tutto simile a quella riportata in quest'articolo. La didascalia annuncia: "ILiad, il nuovo lettore di e-book (libri elettronici) recentemente commercializzato da librerie anglosassoni e in vendita, in via sperimentale, anche su www.lafeltrinelli.it...". Incuriosito, leggo l'articolo.

Si tratta, praticamente, di un libro multimediale, capace di contenere più di 400 volumi ed in grado di scaricare articoli da internet, con tanto di porta usb e wireless. Alzo lo sguardo dal giornale e, terrorizzato, guardo con tenerezza la mia amatissima libreria, cercando di immaginarla sotto la forma di una pizza magnetica.

In pratica, tutti i libri che mi hanno forgiato sono di fronte a me: le grandi letture della mia infanzia (Salgari, Verne, Calvino), i libri di autori che hanno firmato il mio cuore (Buzzati, Dickens, Stevenson, Dostoevskij, Tolstoj) e di quelli che sono entrati, anche se forse solo per un attimo, nel mio modo di pensare (Pennac, Austen, Svevo, Shelley...).

Sono pochi quelli che ho riletto una seconda volta, ma tutti contengono certamente una parte di me; è come se li avessi "addomesticati". Leggendoli, sono divenuto protagonista di quei libri e di quei libri soltanto: una qualsiasi edizione di "Delitto e castigo" non potrebbe mai sostituire, per me, quella economica ed abbastanza rovinata che mi ha regalato momenti indimenticabili. Spesso mi ritrovo anche a sottolineare certi passi che preferisco: è un modo per lasciare un segno, per marchiare il testo, per mettervi una firma.

Ho parlato di questi libri elettronici ad un amico... Mi ha fatto notare che ho evidenziato solo gli aspetti emozionali di questo problema; sarebbe comodo, infatti, avere un apparecchio del genere collegato ad un'enciclopedia: basterebbe digitare il termine desiderato e subito sarebbe avviata una dettagliata ricerca al riguardo. Già, peccato che io abbia un modo tutto diverso di consultare le enciclopedie...

Mi trovai una volta a dover cercare informazioni su Tutankhamon: nello sfogliare l'enciclopedia il mio sguardo si soffermò su moltissimi altri termini che non avevano nulla a che vedere con la mia ricerca. Fu così che in un pomeriggio lessi molte informazioni sul mistero dei templari e sul teorema di Torricelli, ma di Tutankhamon non ne seppi quasi niente. Ci si può forse privare di un tale piacere per la scoperta?

Ci saranno certo altri che la pensano come me. Per avere idea di quello che rischiamo, prendete un volume a caso dalla vostra libreria ed apritelo in un punto qualsiasi; leggete la prima frase che vi capita e meditate per un solo attimo: non inizia già a navigare, la vostra fantasia? Ora chiudete gli occhi ed appoggiate una mano prima sulle pagine del libro, poi sullo schermo di questo computer... ecco quello che rischiamo di perdere.

Il mio amico mi ha fatto inoltre notare che, al giorno d'oggi, un libro multimediale è un grande risparmio di tempo: serve per economizzare. In proposito, per chiudere l'articolo in bellezza, vorrei citare poche righe di uno dei libri che più di tutti mi hanno segnato; si tratta de "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupèry.

"Buon giorno", disse il piccolo principe.
"Buon giorno", disse il mercante.
Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete... Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere.
"Perchè vendi questa roba?", disse il piccolo principe.
"E' una grossa economia di tempo", disse il mercante. "Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatrè minuti alla settimana".
"E che cosa se ne fa di questi cinquantatrè minuti?".
"Se ne fa quel che si vuole... ".
"Io", disse il piccolo principe, "se avessi cinquantatrè minuti da spendere camminerei adagio adagio verso una fontana... ".

7 COMMENTS

  1. Tutto bene, ma come avrei fatto…
    Complimenti per l’articolo, anche io condivido in pieno quello che scrive Pier Francesco. Il “sapore” del libro è ancora magico e aiuta a perdere tempo, cosa che oggi è considerata una bestemmia, ma che sarebbe utile per riscoprirci dentro. L’unica nota stonata è che se non esistesse l’elettronica… non avrei potuto leggere questo articolo. E la cosa mi lascia perplesso, non riesco a capire quale sia il confine entro il quale dobbiamo impedire l’invasione dei bit! Sono convinto che ci sia, ma capire quale sia… mi mette in crisi!

    (Nicola)

  2. …il confine…
    Il confine, secondo me, Nicola, è presto trovato: hai potuto, come me, leggere l’articolo in pochi attimi, senza impegnarti troppo, ma… indirizzandoti ad una riflessione. Un libro è la paziente e, a volte, vorace riflessione di giorni… di settimane. Non si può certo paragonare ad un articolo… il quale, però, ben venga in una testata giornalistica quale è Redacon.

    (E.F.)

  3. Un quindicenne di spessore
    Se ascolto Pier Francesco senza guardarlo proprio non mi riesce di dargli i quindici anni che ha. E’ un ragazzo che ha coltivato il proprio intelletto e la sua conversazione è sempre, per me, una piacevole scoperta. Condivido totalmente il suo pezzo, scritto benissimo, e anch’io ritengo che il libro stampato sia un “essere” dalla propria vita e personalità. Suggerisco un “gioco” a Pier che io stessa pratico ogni tanto: immagina di dover abbandonare la tua casa per non dovervi mai tornare e di avere solo cinque libri da portare con te. Nel corso degli anni scoprirai la tua risposta cambiare, ma… talvolta alcune scelte ti accompagneranno nella vita.

    (Cristina Casoli)


  4. Complimenti a Pier Francesco! Effettivamente per come scrive non gli si darebbe 15 anni (mi fido di chi lo conosce). Poter pensare che i libri possano andare a scomparire è tristissimo. La sensazione che ti dà un libro mentre lo apri, lo sfogli, ne senti l’odore è indescrivibile. Si inizia un libro e si vorrebbe non finisse mai, anche se la curiosità porta a leggerlo con ancora più passione. Poi arrivi all’ultima pagina, consapevole di aver vissuto la storia con i protagonisti e con un pizzico di amaro in bocca, perchè sai che in quel momento sei costretto ad abbandonarli. Nella maggior parte dei casi non vivrai più altre storie con loro, non saprai cosa faranno in futuro ma, almeno per alcune ore, si è vissuto con loro eventi che diversamente non si sarebbero vissuti. Confido che una volta ho provato a leggere un libro sul mio PC, ma non sono riuscito neanche a finire la prima pagina. C’era un qualcosa di “freddo” che mi impediva di proseguire. Allora spento il PC andai in libreria a comprarlo e, nel giro di un paio di settimane, fui costretto a girare leggere l’ultima pagina.

    (Alessandro Torri Giorgi)