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L’odore di Maurizio Sentieri

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Verrà presentato sabato 16 agosto a Cerreto Alpi (paese originario dell’autore) nell’ambito dell’iniziativa “Notte oscura”, il volume L’odore del tempoG, di Maurizio Sentieri, (De Ferrari Editore, €10). Interverranno Giovanni Lindo Ferretti e Clementina Santi (informazioni sul sito www.ibrigantidicerreto.com).

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L’odore del tempo è l’opera prima di Maurizio Sentieri. Ultimo nato della collana “Codice Giallo”, diretta da Claudia Salvatori, celebre giallista vincitrice del Premio Tedeschi nel 1985 (con Più tardi di Amelia pubblicato a suo tempo da Mondadori e ora da De Ferrari con il titolo La filosofa) e del Premio Scerbanenco nel 2001 con Sublime anima di donna, il volume di Sentieri, un thriller particolare, romanzo di nostalgia e di percorso interiore, ha una genesi avventurosa: l’idea nasce da un soggetto cinematografico, con l’approvazione e l’interesse di Marco Bellocchio.
Ecco quindi che il libro risente necessariamente di questa impostazione, al punto che lo stesso protagonista, Luca Furlani, è un filmaker che viene incaricato di realizzare un filmato sul futuro Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano. La sua attività viene fin da subito osteggiata, apparentemente senza ragione.
E allora uno splendido paesino ai piedi dei due splendidi anfiteatri glaciali degli Appennini con il mare in lontananza, da paradiso si trasforma in teatro di misteri e morti inspiegabili, di ricordi confusi e cancellati.

Anni venti: un morbo misterioso uccide ventinove bambini in breve tempo. Nessuna famiglia viene risparmiata e un'intera generazione è quasi cancellata. Negli anni ottanta la stessa comunità, ridotta a meno di cento anime ha perso ogni ricordo di quella lontana strage, come non fosse mai esistita… È così che Luca si imbatte nell’epidemia dimenticata, e ben presto alcune morti violente si verificano in paese. Al lavoro per il documentario si sostituisce il tentativo di ricostruire la storia di quella sciagura, un tentativo che diventa un'ossessione mentre tutto intorno a lui perde i contorni della certezza e si avvolge di mistero. Intorno, permangono i segni di una presenza leggera, quella di Cesare Zavattini, che in quel luogo scriveva, studiava, viveva per allontanarsene sempre precipitosamente. La ricerca di un significato a quella presenza discontinua è un mistero che sembra aggiungersi a quello principale. Alla fine, ogni disvelamento delle cose accadute sarà l’unica testimonianza possibile, l'eco di qualcosa che è stato mentre ancora si sta compiendo.