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I compiti della politica / Tempo che corre, società che rincorre

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Il tempo che corre velocemente e non dà tregua è in netto contrasto con un'economia stagnante, con una società che, anziché evolvere, si è fermata e forse sta arretrando e un processo d'impoverimento delle famiglie, che ha fermato le lancette della crescita. Il tempo che corre velocemente è anche in controtendenza rispetto alla lentezza nella comprensione di mutamenti sociali e nell'attuazione di politiche pragmatiche basate sull'individuazione e sull’offerta di soluzioni.

Non si può più aspettare.

C'è bisogno assoluto di senso di responsabilità da parte di chi governa e di chi sta all'opposizione, perché il bene comune non è di destra né di sinistra, come non lo sono la sicurezza o la legalità, l'etica e il rispetto delle regole, innanzitutto nei rapporti interpersonali e quindi in quelli professionali e nei luoghi di lavoro.

Non si può dire tutto ed il contrario di tutto, a seconda di chi amministra o dei luoghi in cui ci si trova, perché per i propri interessi di bottega si stimola solo il "ribollire" di associazioni, fondazioni e iniziative “parallele” ai partiti che non si capisce bene come e se convergeranno in un efficace sistema di regole veramente democratico.

E' tuttavia fisiologico, perché i partiti ormai riflettono la società soltanto nelle sue patologie.

La classe dirigente in generale è da troppo tempo uguale a se stessa, incapace di proporre strumenti concettuali e strategie politiche profondamente innovative.
Occorrono figure nuove (di qualsiasi età) capaci di offrire idee e soluzioni adeguate ai problemi della società, nel rispetto degli ideali della nostra Repubblica. La distinzione anagrafica come prospettiva politica appare piuttosto fragile, sotto il profilo strategico e tattico, spesso utilizzata in chiave strumentale.

Tornando al tema della sicurezza e della legalità, che mi sta molto a cuore, occorre incominciare a vedere il problema con occhi diversi e senza appropriazione indebita, prima che fasce di odio e rabbia, autorganizzate, compiano spedizioni punitive verso chiunque ritengano un diverso.

La fermezza verso atteggiamenti che violano i diritti umani deve andare di pari passo con la fermezza nel contrastare la criminalità e l'illegalità, cercando innanzitutto di eliminare privilegi insopportabili per favorire la giustizia sociale. Credo si debba partire dal chiedere più impegno e prese di posizione forti da parte di tutte le comunità ed etnie presenti sul territorio, nei confronti di chi commette violenza e crimini, anche con iniziative proprie ed autonome.

Occorre non essere più miopi e pretendere il rispetto per gli altri da parte di tutti e cercare di evitare tavoli inutili per l'integrazione, se poi gli input e l'autonomia di movimento sono sempre unilaterali!

In questo il PD dovrebbe distinguersi dalla destra, nel cercare proprio il giusto approccio ai problemi, ristabilendo la cultura premiante del merito verso tutti e non alimentando neppure involontariamente la guerra tra i poveri! Questa è la grande scommessa e mi auguro vivamente che il PD possa diventare comprotagonista di una rinascita della società, con comportamenti ed esempi da proporre eticamente corretti e trasparenti!

(Rosa Ruffini, PD)