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Riflessioni attorno al castagno

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E’ possibile costruirne una tradizione turistica per l’autunno d’Appennino? E’ possibile introdurre nuovi prodotti turistici legati a una stagione fino a ieri considerata – a torto - priva di attrattività nei territori montani? Le feste della castagna che si svolgeranno nelle domeniche di ottobre a Cervarezza e Cecciola, a Sologno e a Felina, a Cerreto Alpi e Vallisnera, a Ligonchio, a Costa de' Grassi, dicono che ce n’è la possibilità – o per lo meno la voglia.

Le feste della castagna non sono ancora un prodotto turistico, sono momenti di animazione e socialità, fondata nel volontariato della pro-loco, che manifestano un attaccamento crescente a una tradizione agro-silvo-pastorale, per altri versi in via di estinzione. A far da contraltare alle feste ci sono dati molto preoccupanti: il 70% dei castagneti da frutto del nostro Appennino ha cessato di essere produttivo. Spesso il castagneto tende a diventare bosco generico, invaso da vegetazione spontanea che finisce per soffocarlo. Le malattie (il cancro del castagno, il mal dell’inchiostro e oggi la vespa cinese) rischiano di fare il resto. Non ci si può rassegnare a perdere i castagneti in questo modo. Sarebbe una perdita di valori paesistici, ma anche culturali, identitari e persino di patrimonio genetico di biodiversità.

Le azioni per contrastare queste perdite non sono facili. Servono misure fito-sanitarie, cure continue di durata pluriennale, manutenzione costante, e anche innovazioni nella filiera economica, al termine della quale occorre includere i valori turistici paesistici e culturali, accanto a quelli produttivi ed enogastronomici.

Il Parco Nazionale sperimenterà a Licciana Nardi (MS) e a Monchio (PR) delle settimane di studio lavoro e soggiorno studentesco nel castagneto. A Monchio i metati ospitano un nuovo tipo di albergo, dove la coltura e la cultura del castagneto si accompagneranno a percorsi letterari, legati alla cultura e alla poesia del ‘900, in particolare all’eredità di Attilio e Bernardo Bertolucci. Si tratta – come è stato per Neve Natura - di “forzare” partendo da un nuovo tipo di educazione ambientale messa in campo e di una nuova offerta turistica.

Ma dopo la sperimentazione, serviranno progetti più consistenti: i programmi di Sviluppo Rurale sono l’occasione. La rassegna “Nella mente del Lupo” che si promuove a Cervarezza, dedica al Castagno un workshop di studi e scambio di esperienze tra addetti ai lavoro, e una serata pubblica di informazione, mobilitazione informazione.

Castagneto-albergo, castagneto-giardino, castagneto-scuola sono i titoli di un lavoro di recupero e rilancio di una risorsa naturale dell’Appennino che può essere più che folklore e memoria.

(Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano)

1 COMMENT

  1. L’unione fa la forza
    Sarebbe bello e sicuramente importante rispondere agli inviti del consorzio alle proprie riunioni e lavorare insieme per cercare di salvare i nostri castagneti! L’unione fa la forza; non i sicuramente suggestivi articoli sui giornali!

    (Commento firmato)