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Il ministro Zaia sul mancato incontro col Parmigiano Reggiano: “Sono stato vittima di un’imboscata”

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REGGIO EMILIA - Ha risposto al giornalista della Gazzetta di Reggio Massimo Sesena e ha replicato, come avevamo preannunciato, in maniera quanto meno piccata.
Il ministro per le politiche agricole Luca Zaia non ha accettato le critiche che sul suo conto, per altro riportare tra queste pagine.
Vi invitiamo a leggere l'intervista completa sul sito del Gruppo l'Espresso, dove tra l'altro il ministro dice:
«Non avevo capito che c’è gente che chiede di esser ricevuta dal ministro per andare sui giornali. Quella di cui sono stato oggetto è una imboscata. Di più: una porcata. E il mio ex collega Rabboni (Tiberio, assessore regionale alle politiche agricole dell’Emilia Romagna) dovrebbe vergognarsi».

E alla domanda "resta il fatto che lei, signor ministro, alla riunione non c’era..."
«Le faccio la storia di questa riunione. Una settimana fa, il signor Rabboni mi chiede un incontro urgente. E io lo convoco immediatamente. Lo stesso fa il collega lombardo di Rabboni, per le vicende del Grana Padano. Poi io dico ai miei funzionari di tenere due riunioni separate. Non posso essere presente, sa perché? Perché ero alle prese con un’altra crisi, quella del settore ippico. Fuori dal ministero e poi per tutta Roma, c’erano seimila persone arrabbiate, hanno persino divelto dei cancelli qui al ministero. Non potevo far finta di niente. Allo stesso modo, però, non è che li ho fatti ricevere dagli usceri, i signori del Parmigiano Reggiano: al tavolo c’era il mio capo di gabinetto e i direttori dei dipartimenti, ovvero i dirigenti, quelli che hanno in mano i cordoni della borsa, quelli che sganciano i soldi per intenderci. No, guardi, più ci penso e più questa mi sembra una volgare imboscata al sottoscritto».
Infine il ministro conferma la sua disponibilità a risolvere il problema purchè "non si mettano in atto squallide messinscene".

La replica alle parole del ministro è di Roberta Rivi, assessore provinciale all'agricoltura: “Non è certo con gli attacchi personali, con le ripicche politiche e con espressioni certamente poco "ministeriali" che si può salvare il Parmigiano-Reggiano: se davvero l'obiettivo del ministro Zaia è quello di aiutare un comparto, il più importante dell’agroalimentare locale, che attraversa una crisi pesantissima, lasci perdere le polemiche, che non interessano nessuno e soprattutto a nulla servono. Confrontiamoci e pensiamo di più, tutti insieme, alle cose da fare. E se lunedì, visto che il giorno dopo sarà a Parma, vorrà partecipare all'incontro che la Provincia ha promosso con parlamentari reggiani, latterie, amministratori locali, vertici del Consorzio, associazioni di categoriab e sindacati, sarà il benvenuto".

Si plachino gli animi è il succo dell'appello delle associazioni agricole. "E’ fondamentale riportare il confronto fra Ministero dell’Agricoltura e l’Assessorato Regionale Agricoltura dell’Emilia Romagna, nell’ambito della correttezza dei rapporti che devono intercorrere fra le Istituzioni, per adottare con urgenza interventi indispensabili di affiancamento al sistema produttivo del Parmigiano Reggiano, al fine di superare le pesanti difficoltà economiche delle aziende agricole produttrici, non più in grado di avere un’adeguata copertura dei costi di produzione". E’ quanto chiedono i rappresentanti di Cia, Confagricoltura, Copagri, Fedagri Confcooperative, Legacoop Agroalimentare dell’Emilia Romagna, presenti al tavolo ministeriale dell’8 ottobre u.s., che manifestano la loro sorpresa per quanto si legge sulla stampa. Auspicano quindi che i prossimi incontri programmati si svolgano nelle condizioni di una piena collaborazione fra tutte le Istituzioni , finalizzata a dare risposte concrete ai rappresentanti del mondo produttivo , tali da consentire un adeguato reddito alle aziende agricole impegnate nella produzione del Parmigiano Reggiano.

6 COMMENTS

  1. Nessuno dice nulla dei 50 milioni?
    Dopo la levata di scudi, l’indignazione, lo stracciarsi le vesti, le visite ai ministri ombra (che in quanto tali non possono stanziare “l’ombra” di un quattrino), fatti dai rappresentanti del Consorzio del Parmigiano Reggiano, mi sarei aspettato un commento. Visto che ieri a Parma il ministro Zaia ha annunciato che verrà tagliata la produzione del 3% e verranno stanziati dal governo 50 milioni di euro (non milioni “ombra”… ) a sostegno del Parmigiano Reggiano. O forse i rappresentanti del Consorzio ed i loro amici amministratori di sinistra ritengono più importante andare sui giornali a protestare che non ricevere 50 milioni di euro di fondi dello Stato, non della Regione nè della Provincia e nemmeno del governo ombra!
    Cordiali saluti.

    (Riccardo Bigoi, Ligonchio)

  2. Concordo
    Concordo con il sig. Bigoi e faccio un plauso al ministro dell’agricoltura, che quando interviene lo fa sempre entrando nel concreto dei temi senza utilizzare giri di parole o un linguaggio politico. E’ il ministro che serve all’agricoltura italiana: dott. agronomo, figlio di contadini, cresciuto calpestando i campi e che dei campi conosce i problemi. Lasciamolo lavorare, ne riceveremo tutti un vantaggio.

    (Aronne Ruffini)

  3. Non concordo!
    Sono veramente dispiaciuto per la nostra montagna, i nostri contadini fanno uno sforzo enorme oltre ad un grande sacrificio giornaliero, ma devo chiedere: è mai possibile che il goveno italiano faccia pagare a tutti noi un prezzo molto salato? Mi spiego meglio o tento di farlo: 50 milioni di euro per acquistare Parmigiano-Reggiano da regalare per rimettere in moto la grande crisi! Come mai non hanno fatto pagare i 120 milioni di euro a Valentino per evasione fiscale? Si sarebbe potuto dare un aiuto molto oneroso alle aziende in crisi (vedi Tomba, Capirossi, Maradona, Mathau et. al.), che devono al fisco italiano fior di milioni. Ma il nostro governo pensa di farci pagare Alitalia un tot procapite: vi sembra giusto?

    (Eros Tamburini)


  4. Concordo con Tamburini, non sono certo 50 milioni che salveranno il Parmigiano Reggiano e non credo che il ministro, se pur figlio di agricoltori, sappia cosa significa lavorare con sacrificio e prendere una miseria solo dopo un anno, quando va bene!!! Serve una nuova politica di mercato in cui i passaggi fra produttori e consumatori non porti ad un eccessivo rialzo del prezzo. Un appello alle massaie: che tornino a fare il cibo in casa dove, senza il nostro formaggio, nulla è buono!!!!!!

    (Una montanara doc)

  5. Mah!!!!
    Il ministro apicoltore per diletto, difensore dei padani che innaffiavano la autostrada di latte pur di non pagare le multe europee sulle quote, vanta di aver preso a cuore il problema del nostro prodotto di punta nel settore agricolo regalando 100 mila forme alla Caritas. Mi stupisce il silenzio del consorzio e delle associazioni. La debolezza ormai cronica della filiera risiede nella comercializzazione, a maggior ragione oggi che i mercati si sono globalizzati e propongono anche prospettive importanti. Andiamo pure alle fiere in America, in Cina, in Giappone, ma resta il tema di come fare arrivare il prodotto là. Concetto semplice ma che nel settore del vino per essere preso in considerazione ha avuto bisogno della crisi dell’etanolo e di maldestri tentativi come il Lambrusco in lattina degli anni ottanta. Da lì è partita la rinascita di questo settore adesso leader nelle esportazioni. Le buone pratiche non mancano, forza.

    (Paolo Ruffini)