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Il mondo della scuola irrompe in Municipio

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Si potrebbe quasi definire “la marcia degli insegnanti”. Ieri sera il Consiglio comunale di Castelnovo ne’ Monti, in seduta straordinaria ma non aperta (cioè il pubblico, come accade normalmente, non aveva diritto di parola), è stato invaso da una quantità di cittadini, che hanno fatto il “tutto esaurito” in platea. Come molto, molto di rado accade.

Una presenza, di poco meno di centinaio di persone, che ha seguìto, interessata, lo svolgersi del dibattito previsto in un punto all’ordine del giorno relativo alla scuola, argomento di strettissima attualità, dato che si è anche alla vigilia del voto in Senato, dopo quello alla Camera, che probabilmente trasformerà quello che ad ora è ancora il decreto Gelmini in legge.

Delle ondate di proteste che si stanno verificando in tutta Italia si è dunque avuta un’eco locale piuttosto forte. Una dimostrazione concreta di quanto l’argomento sia sentito e preoccupi molte famiglie.

Il punto è stato anticipato, nella scaletta di discussione (era il punto 6 ed è stato discusso in apertura, subito dopo le comunicazioni del sindaco), per garbo verso i convenuti.

La maggioranza ha proposto l’approvazione di un proprio documento, esposto dal capogruppo Walter Davoli, che ha parlato di “attacco indiscriminato alla scuola pubblica, in particolare a quella materna e primaria”. Ha ricordato tra le altre cose le classi separate per stranieri: “un fatto al limite del razzismo”. “Questa della Gelmini non si può chiamare riforma, consistendo esclusivamente in tagli alla spesa”.

Luigi Bizzarri ha apprezzato ma ha rincarato, prendendo spunto da una propria mozione (poi trasformata in risoluzione d’indirizzo), di tenore più radicale, che poi ha letto (vedi il testo), parlando di “progetto classista e di riforma in stile Pinochet”. Il consigliere capogruppo di Rifondazione ha anche messo in guardia da possibili pericoli per la stessa democrazia italiana.

L’intervento di Umberto Casoli, capogruppo della “Lista civica”, si è incentrato invece su alcuni numeri statistici, già resi noti tempo fa dalla stampa e ricavati “da fonti non sospette”, sulle performance degli studenti italiani nei confronti dei coetanei degli altri paesi. “Allora qualche problema c’è… “. “Vi sono argomenti che, per la sinistra, sembrano nervi scoperti; la scuola è tra questi. Io penso che l’opposizione in Parlamento dovrebbe raccogliere non la protesta ma le idee, da confrontare con la maggioranza”.

Interviene il sindaco Gian Luca Marconi, per rintuzzare: “Le riforme non si fanno e il dialogo non si cerca con decreti legge blindati e minacce di polizia… “.

Dalla platea, nonostante il divieto di intervento, durante la discussione partivano, di quando in quando, applausi o mugugni, indirizzati all’oratore di turno, ovviamente a seconda che le parole pronunciate incontrassero o meno il suo favore.

Mentre l’assessore Nuccia Mola parlava di “deforma” più che di riforma Gelmini, Liana Gatti, neoconsigliere del gruppo misto, sosteneva che la sinistra “ha politicizzato la scuola e che le scuole separate non significano razzismo”.

L’assessore Giuliano Maioli, il più diretto interessato avendo la delega in materia, che si è preso alcuni minuti in più degli altri intervenuti, ha cercato di portare il dibattito alla lettera del decreto: “Inutile ragionare sulle cose che vengono proclamate a voce, magari nei talk show, quando gli scritti dicono altro. E negli scritti legislativi – che noi leggiamo – si ricava che non ci troviamo di fronte ad alcuna riforma ma ad un ‘massacro’, in ogni grado dell’istruzione pubblica”. A Casoli: “Bene quel che dice sul dialogo, ma per farlo bisogna essere in due”. “Le classi separate sono cose che non stanno né in cielo né in terra”. E ricorda infine il ruolo positivo che svolge il Ccqs (Centro coordinamento qualificazione scolastica) a favore soprattutto dei piccoli plessi della nostra montagna.

Infine, mentre Robertino Ugolotti sosteneva che la discussione secondo lui aveva un po’ “deviato dal tema”, Paolo Ruffini parlava di “nostalgie e di opera di disinformazione” (sottinteso: da parte della maggioranza di governo a Roma).

Il voto è stato doppio. Sul documento della maggioranza si sono registrati 11 sì, 4 no (Lista civica e gruppo misto) e 1 astenuto (Ferrari). Approvato.
Sul documento di Rifondazione questo è stato l’esito: 12 sì, 3 no, 2 astenuti (Ferrari e Ugolotti). Approvato. Un consigliere, Campi, era assente durante la prima votazione ed è rientrata durante la seconda.