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Tutto esaurito alla prima serata di “Sentieri del sollievo”, nuova associazione sorta a Castelnovo ne’ Monti

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Solo posti in piedi, ieri sera, per il primo incontro promosso dall’associazione Sentieri del sollievo, sorta nell’estate di quest’anno a Castelnovo ne’ Monti.

Un’affluenza superiore alle aspettative degli organizzatori, che hanno vista gremita la sala conferenze dell’Albergo “Tre Re” per l’incontro dedicato alla presentazione del programma dell’associazione ed alla conferenza sulle cure palliative.

Laura Rinaldi, vicepresidente, ha introdotto e ringraziato i relatori e lasciato la parola al sindaco di Castelnovo, Gian Luca Marconi, non senza sottolineare la massiccia percentuale femminile dei presenti, evidenziando come ancora, nella società odierna, la cura, sia negli ospedali che a domicilio, sia essenzialmente “donna”.

A nome dei sindaci della montagna, ed anche in qualità di medico, Marconi ha ringraziato e accolto con particolare favore la nascita di un’associazione volta al sollievo del malato e dei sui familiari nell’ambito della loro casa. Ha ricordato come la rete sanitaria sia profondamente radicata nel territorio, aiutata dall’indispensabile supporto delle associazioni, numerosissime, e di come vi sia ampia possibilità di collaborare con il servizio domiciliare. Nel concludere il suo intervento ha voluto citare un venerabile monaco buddista coreano conosciuto recentemente: “Ci sono cinque persone speciali nella vita di ognuno: Socrate, Gesù Cristo, Buddha, noi stessi e la persona speciale che ci sta vicino”.

Il dottor Franco Viappiani, direttore del distretto di Castelnovo ne’ Monti, ha apprezzato la presenza in sala di numerosi sanitari, a significare di quanto sia profondamente sentito il lavoro svolto in ospedale. Uno dei maggiori bisogni del malato è di non sentirsi solo, la presenza di persone che lo seguono e lo accompagnano nel difficile periodo che deve affrontare gli è di sostegno e conforto.

Il dottor Roberto Vignoli, responsabile day-hospital oncologico dell’ospedale Sant’Anna, ha introdotto l’argomento delle cure palliative che è stato poi esaustivamente spiegato dal dottor Pierantonio Magnani, medico oncologo palliativista.

Il dottor Magnani ha immediatamente chiarito come la cura palliativa non sia una cura di serie B e che a praticarla e ad assistere malati terminali non sono medici o infermieri di serie B, tutt’altro. Allo stadio terminale la malattia pone medici, infermieri e volontari nella gravosa condizione di dover accompagnare un essere umano nel momento più delicato della propria vita: andare incontro ad una morte il più possibile serena e dignitosa. E’ un incarico che, fin dall’inizio, si sa che avrà un esito infausto e che lascerà conseguenze psicologiche in chi lo ha affrontato che dovranno essere elaborate e risolte.

Riportiamo la definizione della Società Italiana di Cure Palliative che il Dottor Magnani ha utilizzato come traccia per la sua conferenza: Le cure palliative sono cure attive, competenti e compassionevoli del malato terminale (non solo di cancro in fase avanzata e irreversibile, ma anche di altre malattie non tumorali, come le malattie cardio-polmonari, nefrologiche e neurologiche, prima fra tutte la SLA, sclerosi laterale amiotrofica, che hanno in comune la caratteristica della progressione, della degenerazione e della irreversibilità), che non risponde più ai trattamenti tradizionali capaci di guarire la malattia. L’obiettivo principale della medicina palliativa è rappresentato dal controllo dei sintomi del malato: sintomi fisici, sintomi di disagio psicologico-psichiatrico, bisogni sociali e bisogni spirituali. E’ un approccio multidisciplinare alla persona del malato e alla sua famiglia offerto da numerose persone con qualifiche differenti che hanno però tutte in comune l’intenzione di apportare prima un miglioramento della qualità della vita del malato e poi di accompagnare la persona ad una morte la più dignitosa possibile. La famiglia del malato viene accompagnata (relazione personale, telefonica, scritta) nella fase del lutto.

Magnani ha messo in evidenza come sia indispensabile per il volontario creare una forte coesione con il gruppo che si formerà nell’associazione, al fine di condividere ogni esperienza fatta e di avere la possibilità di sfogarsi e scaricare l’inevitabile senso di frustrazione e di impotenza.

E’ un’attività che non è adatta a tutti, a volte accade che a seguito di un lutto una persona voglia ricambiare quanti si sono prodigati per il proprio congiunto mettendosi a disposizione degli altri. Un test psicologico, consigliato agli aspiranti volontari, mette in guardia da stati emotivi e psicologici che sconsiglierebbero un approccio prematuro a questo tipo di volontariato perché, ricorda Magnani, “non saprete mai cosa vi troverete davanti”.

Chi si aspettava una conferenza improntata su una mera elencazione di sintomi e cure si è trovato, invece, a fronteggiare uno scatenarsi di emozioni suscitate certamente dall’esposizione particolare del Dottor Magnani, ma anche da contributi video e letture di poesie che dal lucore degli occhi era evidente ricordassero agli astanti pezzi della propria esperienza. Una serata particolare, si potrebbe dire speciale, per usare un termine che più volte Magnani ha usato per definire volontari, medici, infermieri e pazienti.

E’ facile immaginare che la grande affluenza si ripeterà anche il prossimo venerdì anche se, forse è legittimo, ci si domanda quanti saranno in grado di affrontare e reggere un volontariato così “estremo”.

E’ stato particolarmente toccante vedere in sala quattro infermiere del reparto di lungodegenza del Sant’Anna. Alla domanda un po’ stupita. “E voi cosa ci fate qui?, un corso di aggiornamento o le volontarie?”. La risposta è stata corale: “Le volontarie!”. “Ma non ne avete abbastanza dell’ospedale?”. “No, e in più è qualcosa che può aiutarci nel nostro lavoro.

Una “scatola delle emozioni” era stata posta sul tavolo conferenze affinchè al termine della serata i presenti inserissero una delle tre faccine date in dotazione con la cartella del corso (sorridente, perplessa, triste). Ciò per dare ai relatori un termometro della risposta del pubblico ed aiutarli nel preparare al meglio le prossime serate.

Se tra i nostri lettori qualcuno volesse far pervenire il proprio pensiero all’associazione “Sentieri del sollievo” può farlo attraverso i commenti che sarà nostra cura inoltrare.

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- Nasce a Castelnovo ne' Monti un'associazione rivolta ai familiari dei malati terminali (18 ottobre 2008)