Home Cronaca “Siete un branco di intolleranti”

“Siete un branco di intolleranti”

13
15

“Siete un branco di intolleranti”. La frase, pari pari, porta la firma di un autorevole esponente Pdl della nostra regione, un persicetano ora onorevole, componente della commissione “cultura, scienza e istruzione” della Camera dei Deputati: Fabio Garagnani. Era rivolta, indistintamente, a tutta la platea presente quest’oggi nel catino del teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti, all’incontro promosso dal “Patto per una comunità educante” ed avente a titolo: "Come cambia la scuola? Gli effetti delle nuove norme nella scuola e nelle famiglie del nostro territorio".

I presenti – che poco prima, subito dopo le prime parole dell’esponente della destra, avevano manifestato la propria insoddisfazione rumoreggiando – sono stati manifestamente toccati dalla “gratifica”, a freddo si può dire, del nostro. Lo stesso moderatore, Damiano Razzoli, s’è fatto carico di correggere l’infelice espressione, immediatamente dopo, ricordandogli che questa “non è una comunità intollerante” (mentre dal canto suo Federico Tamburini, che aveva aperto l’incontro, invitava la platea a lasciare parlare). E così, se Garagnani voleva assumere la posizione del martire nella fossa dei leoni e cercava l’ostilità dell’uditorio (un uditorio, peraltro, in cui poteva benissimo rinvenirsi qualche persona del suo stesso credo politico), se l’è procurata in quattro e quattr’otto. Tanto per chiarire meglio che non s’era sbagliato, elmetto in testa, ha rincarato: “E se vi sentite offesi non me ne frega niente, non mi fate paura”. Linguaggio forse più da… Parlamento che da conferenza pubblica. Ma con questo clima si ha a che fare oggidì; e con questo occorrerà misurarsi. Del resto, l’impressione che a Garagnani “rimbalzasse" poco dell’incontro odierno è stata rinforzata anche dalla sua tempistica. Ultimo ad arrivare, con 45 minuti di ritardo rispetto all’orario fissato, è stato anche il primo a tornarsene via, alle 18, giusto prima che iniziasse il dibattito, per i consueti “improrogabili impegni”.

teaDopo aver un poco sibillinamente premesso che “le leggi sono fatte ma le decisioni sono ancora da definire”, aveva appena affermato, il Garagnani, che “nella scuola è inaccettabile che insegnanti e dirigenti approfittino della loro posizione e facciano politica durante il tempo curricolare”. “Si tratta di comportamenti da sanzionare amministrativamente ed anche penalmente; io stesso mi sono fatto carico di presentare diverse decine di segnalazioni in merito”. Secondo Garagnani “la sinistra è stata colta di sorpresa e non ha accettato il dibattito”. Ma Albertina Soliani, senatore Pd, altra presenza politica, di opposta sponda, presente al dibattito odierno, questa l’ha stoppata appena presa la parola: “Il confronto non l’abbiamo proprio avuto, dato che la natura stessa del decreto legge, scelto dal governo, permette ben poca discussione”.

Se, come forse ci si augurava, soprattutto dopo l’introduzione dell’ispettore scolastico regionale Luciano Rondanini, che aveva fornito gli elementi legislativi utili per mettere in grado tutti di seguire meglio, il dibattito si sperava maggiormente tecnico, sono bastate due battute per capire che s’andava invece dritti nel diverbio squisitamente politico.

“Io sono venuto qui per denunciare le cose che accadono nel reggiano”, ha insistito in quello che è sembrato più uno sfogo che un pacato ragionare Garagnani (dato che di tali cose non ne ha poi enumerata neppure una). “I provvedimenti presi si giustificano perché da troppo la scuola vive sugli allori, con troppi docenti, con un monopolio statale che non ha più ragione d’essere e che deve essere destabilizzato perché non si possono mescolare buoni e cattivi docenti e con la necessità di un miglior utilizzo delle risorse, per ancorare meglio il nostro Paese alla realtà europea”. Il politico della destra ha inoltre difeso le cosiddette “classi ponte” (quelle che, in sostanza, una volta si chiamavano differenziali, tanto per capirci), giudicandole “essenziali” e giustificandole con la necessità di “mettere al passo ed inserire meglio chi non conosce nulla della nostra lingua”; e ha sottolineato la necessità di “custodire golosamente la nostra tradizione culturale e la nostra identità” (ovvio il riferimento al cristianesimo). Molti tra il pubblico non gradiscono e a tratti si sentono applausi e “bravo!” ironici.

La Soliani ha sottolineato che è proprio su queste basi che si dividono le visioni di prospettiva tra i due schieramenti: “Vi è un’evidente mancanza di disegno strategico. Si parte da un’idea negativa complessiva sul mondo della scuola, visto magari come un covo di ‘nemici’, ostile, dannoso. C’è una visione privatistica, individualistica, vecchia, che solo una destra così poteva avere… “. “La riforma, se così vogliamo chiamarla – ha detto ancora la senatrice – è una semplice operazione di taglio di risorse, dato che il governo ha necessità di reperire fondi per il federalismo fiscale di Bossi, per l’Expo milanese del 2015, per Alitalia, per coprire l’Ici… La verità, forse, è che dà fastidio una scuola che pensa”.

Ancora Garagnani: “Vi è il tentativo di censurare quel che dico. I sondaggi affermano che la riforma piace alla maggioranza dei nostri concittadini. Basta con la scuola come ammortizzatore sociale, utile per assumere gente, come fatto con la riforma Mattarella degli scorsi anni. Bisogna trasformare la scuola in modo radicale, per deideologizzarla e per cambiarne la mentalità statalista. Il costo per i docenti incide troppo sul bilancio della pubblica istruzione. Io dico che chi fa il proprio dovere non ha nulla da temere”.

Che poi Razzoli abbia voluto introdurre il tema dell’immigrazione è sembrato a quel punto, visto il clima, abbastanza “temerario”. Garagnani comunque ha disinvoltamente e seccamente ribadito quanto già sostanzialmente detto: “Il cristianesimo deve essere rimesso in primo piano, non accetto il melting pot, le omologazioni indistinte, come avviene soprattutto nella nostra regione. L’integrazione? Deve avvenire nel rigore. Va bene l’accoglienza, ma identità e tradizioni vanno preservate e fatte rispettare. Questo è un paese che nega le proprie radici e il governo invece è deciso a controbattere questo atteggiamento. E non parlatemi di razzismo!... Qui si parla di provvedimenti salutari per la società italiana e per gli stessi immigrati”. Mentre la Soliani, all’opposto, ha affermato che “noi invece crediamo nell’integrazione e crediamo che l’integrazione non si compia nella separazione. L’immigrazione è un fenomeno strutturale e la scuola è un punto nodale nelle politiche volte a gestire il fenomeno. La nuova prospettiva è l’interculturalità: religioni ed etnie devono dialogare tra loro”.

Poi, come si diceva, era il momento del dibattito. E di cose da chiedere probabilmente dal pubblico ne sarebbero arrivate molte, soprattutto, prevedibilmente, all’onorevole. Che però, proprio in quel momento, salutava tutta la compagnia.

* * *

Documenti:
- Profilo e attività parlamentare dell'on. Fabio Garagnani
- Profilo e attività parlamentare della sen. Albertina Soliani
- Leggi n. 133 del 6 agosto 2008 (art. 64) e n. 169 del 30 ottobre 2008 (di conversione del D.L. n. 137 dell'1 settembre 2008)

 

15 COMMENTS

  1. Esperienza antropologica
    Invito i locali esponenti dell’attuale maggioranza di governo a dire la loro (come sono ben avvezzi a fare su qualsiasi questione, ma qui ancora leggo silenzio) sull’episodio e sulla sobrietà di pensiero e di linguaggio del proprio paladino per la crociata contro la scuola pubblica.
    Sarei poi grato e lusingato se mi aiutassero a sciogliere questo problema matematico come nemmeno l’illuminato onorevole è stato in grado di fare: se la scuola a tempo pieno consta di 40 ore, e ad ogni classe verrà assegnato un maestro unico (o prevalente? noto una certa incertezza lessicale, oppure un uso errato dei sinonimi), come può quel maestro, lavorando 24 ore settimanali, coprire l’intero tempo scuola e permettere al tempo pieno di esistere?
    Poi mi sorge un problema esistenziale, che anche questo non ha trovato ieri risposta: a che serve una lingua? Davvero serve a comunicare? Davvero si sviluppa nella comunicazione, nelle relazioni interpersonali, magari meglio ancora tra coetanei? Perchè sento parlare di corsi ghetto in cui rinchiudere gli ultimi arrivati e di tutela di una fantomatica cultura teo-italiana-con…
    Niente, l’onorevole non mi è stato di aiuto, non ha sciolto i miei dubbi; lo ringrazio solo per l’impareggiabile esperienza antropologica che mi ha fatto vivere, perchè è sempre interessante capire fino a che punto si possa veramente arrivare a pensare e gridare certe cose; fino a che punto l’umana vergogna può fare da deterrente e quando invece questa sottile linea rossa si infrange… lasciandomi attonito dinnanzi all’incredibilità dei meccanismi di consenso che la rottura di questa linea fa scattare (anche di questo chiedo lumi ai locali esponenti della maggioranza di governo)!

    (Federico Zannoni)

  2. W la scuola!
    Sono un’insegnante di scuola primaria, per niente d’accordo con l’onorevole “mordi e fuggi” del dibattito di ieri e con la cosiddetta riforma. Vorrei solo ricordare a tutti come la scuola primaria è ancora il punto di forza dell’educazione e dell’istruzione e che tanti insegnanti mettono il massimo del loro impegno per far crescere i bambini e i ragazzi e farli diventare dei buoni cittadini. Tutti noi insegnanti dobbiamo tener duro e continuare a svolgere il nostro lavoro per il bene dei nostri alunni!

    (Anna, insegnante di scuola primaria)

  3. Il contraddittorio
    Con queste frasi Sabina Guzzanti, imitando l’amato premier ad @CAnnozero#C, ha reso perfettamente l’idea di cosa qualcuno intenda per informazione e dibattito di questi tempi: “Significa contraddittorio: una persona che parla a raffica e che impedisce sistematicamente a tutti gli altri di dire una cosa sensata, parlando sotto, sparando fregnacce tutto il tempo. […] Quando c’è un contraddittorio serio lo spettatore non deve nemmeno capire qual è il tema della puntata”.

    (Giovanni Dolci)

  4. Circa i provvedimenti salutari per la società italiana…
    “Provvedimenti salutari per la società italiana e per gli stessi immigrati… “. Si ricorda, il nostro onorevole, l’anniversario che cade giusto domani? Il 17 novembre 1938 in Italia un altro che, al pari di lui, “se ne fregava”, varava certe norme che ancora ci fanno vergognare. Norme per preservare la purezza della “razza italiana”. Lo ricorda, l’onorevole? O è troppo impegnato nei @Lhttp://bologna.repubblica.it/dettaglio/Il-Minghetti-disinnesca-Garagnani/1538026@=volantinaggi davanti alle scuole#L a spiegare bene la cosiddetta riforma scolastica a docenti e studenti duri di comprendonio?

    (Commento firmato)

  5. Mi ricorda un altro che “se ne fregava”…
    Ma vi meravigliate ancora? A livello di dibattito paesano è successo quello che succede a livello nazionale… Noi comandiamo, noi decidiamo e ce ne freghiamo! Strano, le mie memorie scolastiche mi riportano ad un altro che ragionava così… aspetta, come si chiamava… ah, sì… beh, avete capito, no?….

    (Sergio Simonazzi)

  6. Governare e comandare
    …appunto, gentile sig. Simonazzi; concordo con Lei. Qui si tratta della differenza tra Governare e Comandare, in un contesto di democrazia e di separazione dei tre poteri, Esecutivo, Legislativo e Giudiziario. Non appena questi si confondono l’uno con l’altro, la democrazia viene incrinata.

    (Commento firmato)

  7. Atteggiamento simile…
    Questo atteggiamento ricorda tanto quello di qualcuno che proprio qui sul forum (non tanto tempo fa… ), con tono a volte anche minaccioso, dava dei conformisti, cattivi e confusi a tutti quelli che non la pensavano come lui!!!! Mah!!!!

    (Erika)


  8. Uhhh…! “L’invasione degli ultracorti…”. Certo che anche questa, insieme alla dalemiana “energumeno tascabile”, andrebbe annoverata nella categoria dei “colpi di classe”. Ormai, a destra e a sinistra, si è aperta la gara all’insulto più insultante; chi vincerà…??

    (R.S.)

  9. Maestro unico e pensiero unico
    La scuola è un luogo in cui devono venir formate teste per pensare in modo libero e diverso… Questo dà fastidio al centrodestra, che cerca di imporre oltre al maestro unico… il pensiero unico… Non facciamoci illudere almeno sulla scuola dagli slogan-spot del cavaliere…

    (s.c.)