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Il cuoco segreto di Pio V sarà l’arma segreta della Nazionale del Parmigiano Reggiano?

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SAINT VINCENT (27 novembre 2008) – Tra poche ore si saprà quale è il formaggio più buono d’Italia. E nonostante il maltempo è già salita in Valle d’Aosta la selezione di 31 punte di formaggio dei 15 caseifici della Nazionale del Parmigiano Reggiano, intenta a dare la caccia al premio più prestigioso d’Italia e della quale son parte diversi caseifici di "Latterie d'Appennino".

“Ci sono alcune coincidenze che ci fanno ben sperare” spiegano i presidenti e i casari del team azzurro. Cosa è accaduto?
Che ospite d’onore alla Grolla d’Oro 2008, la prestigiosa manifestazione biennale ideata da Coopagrival, patrocinata da Onaf, Slow Food, Caseus Montanus, dalla Regione autonoma Valle d’Aosta e dal Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali, sarà June di Schino, vincitrice con il volume “Il Cuoco segreto dei Papi” del prestigioso premio letterario “Bancarella cucina”.

“Proprio Bartolomeo Scappi – ricordano i presidenti dei caseifici della Nazionale - era il cuoco segreto di papa Pio V, il quale, nel Cinquecento, esaltò il nostro formaggio scrivendo: ...il Parmigiano è il migliore di tutti i cacii”.
Un peccato di presunzione il vostro?
“No, e lo dimostriamo già solo con la nostra partecipazione – rispondono dal gruppo – perché siamo l’unico formaggio al mondo capace di portare a un concorso campioni di 13 mesi (per noi ‘fresco’) assieme a campioni di 41 mesi di ottima qualità, senza nessun uso di additivi e conservanti. Il segreto? Latte di qualità e uno schema di produzione migliorato nei secoli e che già 500 anni fa sapeva far parlare di se. Basti ricordare che un ambasciatore veneto in Santa sede riferì come un altro papa, Paolo IV, per riprendersi da una grave forma di bronchite ricorreva al Parmigiano come ricostituente: ‘Il Santo Padre Paolo IV, cibandosi in abbondanza di formaggio parmigiano, si ingrassa...’”.

“Storia e mercato: dopo il successo di due anni fa con l’aggiudicazione del primo premio assoluto, oltre che a due grolle d’oro per categoria e sei nomination contiamo di ripetere a questo concorso l’apprezzamento per il nostro prodotto – spiega Gabriele Arlotti, ideatore e coordinatore del team azzurro -. In un momento difficile come quello attuale c’è bisogno di confermare l’unicità della nostra produzione, soprattutto se ci avviamo a dialogare con la grande distribuzione e a governare la nostra offerta sul mercato”.

I colori del formaggio più rinomato al mondo saranno tenuti alti da: Caseificio Sociale “Canevaccia” e Caseificio “Sociale Fior di Latte” (di Gaggio Montano, Bologna); Caseificio “Dismano” (di Montese, Modena); Caseificio Sociale “S. Pietro” (di Traversetolo, Parma); Latteria sociale “Val d'Enza” (di Palanzano, Parma) e, a Reggio Emilia, Azienda Agricola “Fiori Pierpaolo” (Vetto d'Enza), Caseificio Sociale “Cavola” (Toano), Caseificio sociale “Del Parco” (Ramiseto), Latteria sociale “Casale di Bismantova” (Castelnovo ne' Monti), Latteria Sociale “San Pietro” (di Valestra di Carpineti), Latteria Sociale “Allegro” (Castelnovo di Sotto), Latteria Sociale Agricola “La Famigliare” (Correggio), Latteria sociale “Moderna” (Bibbiano), Latteria sociale “Selvapiana” (Canossa), Latteria sociale “Lora” (Campegine).

“Sarà una missione difficile ma non impossibile – continuano i presidenti– perché a Saint Vincent sono già saliti 300 campioni di formaggio da tutta Italia. Il nostro Parmigiano Reggiano, giustamente, fa la parte del leone, ma non significa per questo essere favoriti”. Infatti, come ad ogni edizione il tutto si svolge sotto il severo controllo di una giuria di oltre cinquanta assaggiatori. Dopo la selezione dei finalisti ad opera dei giurati Onaf, le Grolle d'oro saranno assegnate da una supergiuria di 25 membri presieduta dalla giornalista Anna Scafuri, curatrice della rubrica del Tg1 ‘Terra e sapori’. La finale è in programma sabato prossimo, giorno in cui saranno premiate le eccellenze dell'eccellenza italiana del lattiero caseario.