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Gatta-Pianello, gli strali di Pedrazzoli: “Ve l’avevo detto, guardate qui”

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VILLA MINOZZO (9 dicembre 2008) - Ora che il fiume si è ripreso un pezzo della pista della Gatta Pianello, fa sentire la sua voce Gioacchino Pedrazzoli, presidente della Sezione regionale del Wwf, oltre che consigliere del Parco Nazionale.

Lo fa con una lunga lettera e un allegato di foto e immagini del prima e del dopo. Erano i primi giorni di dicembre del 2003 quando venivano posate le gabbionate per la realizzazione della pista. Cinque anni dopo "il Secchia si è ripreso il suo alveo secondo le leggi della gravità e dell'idraulica" spiega Pedrazzoli che rincara la dose: "a nulla valsero i moniti di allora di chi cercava di dissuadere gli amministratori dallo spendere inutilmente denaro pubblico in un torrente che prevedibilmente avrebbe ripreso possesso del proprio alveo".

Ancora Pedrazzoli: "Gli amministratori dell'epoca - forse il riferimento è a Paolo Bargiacchi, al tempo presidente della Comunità Montana - asserivano che il terrapieno debitamente protetto da gabbionate sarebbe stato messo in sicurezza canalizzando il percorso del Secchia verso la sponda opposta".

"Il tutto con l'avallo dei servizi di difesa suolo che asserivano quanto segue: 'l'esistenza del manufatto è sicuramente compatibile con l'officiosità idraulica del fiume, come attestato nel più volte citato parere idraulico, non arrecando pregiudizio al buon regime delle acque'".

E invece?
"Vediamo che le acque del Secchia ora come allora il si sono riprese il proprio spazio di naturale percorso, distruggendo senza particolari difficoltà il rilevato stradale che si è voluto costruire in alveo, ancorchè debitamente rinforzato con gabbionate di protezione, che evidentemente non hanno consentito di contenere l'energia della piena. Superfluo, e magra consolazione, dire che l'avevamo già detto!"

"Nel frattempo in attesa della prossima piena segnaliamo che oltre alla parte maggiormente danneggiata altri lunghi tratti della pista manifestano i segni evidenti di un avanzato stato di erosione delle sponde della pista annunciando vistosi e ulteriori crolli. Per cui per poter rimettere in sicurezza il percorso della pista, oltre a rifare nuovamente le gabbionate di protezione e le scarpate distrutte, sarà necessario convincere il fiume a restarsene sull'altra sponda contro tutte le leggi della fisica".

Quindi?
"I risultati dimostrano con evidenza lo spreco di denaro pubblico nell'ostinarsi a costruire ingestibili tracciati in alveo prevedibilmente destinati a periodica distruzione.
Ci chiediamo pertanto se quanto accaduto oggi, a soli 5 anni di distanza, valga a far riflettere su di un concetto molto semplice: non si imbriglia un fiume, non si possono costruire il alveo manufatti che ne limitino la normale e fisiologica divagazione, non ha senso gettare miliardi nell’acqua, il fiume si riprende sempre i suoi spazi".

Un ulteriore memoria: "E pensare che la Gatta - Pianello doveva essere la pista di emergenza destinata a mantenere il collegamento nel caso che si fosse riattivata la frana gigantesca che aveva isolato Villaminozzo da Cerrè Sologno e Ligonchio. Per fortuna sembra che la frana di Cerrè Sologno non si sia mossa..."

In allegato l'ambientalista trasmette le foto che pubblichiamo.

Per dovere di cronaca, rileviamo come nelle parole del presidente non emerga una parola per i tanti pendolari della montagna che da questa pista hanno tratto beneficio, nella riduzione dei tempi di percorrenza verso i luoghi di lavoro, ma anche per il minore inquinamento nel veicolare quintali di ferro e plastica (le autovetture) su scomodi pendii per raggiungere le medesime mete.

24 COMMENTS

  1. Finalmente cadono le maschere!
    Finalmente! Le maschere alla fine sono cadute e la vera voce del Parco riguardo alla viabilità in montagna esce allo scoperto! Invece di esprimere preoccupazione per l’interruzione di una “PISTA” che tanti benefici in fatto di risparmio di tempo e di sicurezza ha dato a centinaia di pendolari e migliaia di turisti in questi 5 anni, nelle parole del sig. Pedrazzoli si trova solo ambientalismo estremo ed intransigente! Chieda, sig. Pedrazzoli, ai pendolari che lavorano nei vari distretti ceramici e risiedono nel crinale; chieda agli amici gestori del ristoro Le Fonti se questa “PISTA” sia utile, inutile o DANNOSA come ritiene lei!
    Le pongo una domanda: lei frequentava la zona dei gessi triassici ante 1987? Se sì, le chiedo: da che lato scorreva il Secchia prima dell’alluvione di fine agosto ’87, dal lato delle Fonti o dall’altro? Il fiume “si è ripreso il suo”, citando le sue parole, perchè ora scorre dal lato opposto rispetto a quello originario e perchè i lavori non sono stati fatti con sufficiente perizia: questa è la realtà dei fatti!
    A nome di tutti i montanari del crinale mi aspetto da parte del presidente Giovanelli un’immediata e decisa replica che ci spieghi quale sia LA REALE POSIZIONE DEI VERTICI DEL PARCO NAZIONALE riguardo a questa emergenza. Se tale nota non arriverà vorrà dire che il sig. Pedrazzoli, essendo membro del Direttivo, rappresenta la posizione ufficiale del Parco ed in tal caso proporrò un ordine del giorno di censura da far approvare sia nei comuni del crinale che in Comunità montana, perchè la posizione del presidente del Wwf risulta oltremodo inammissibile ed irriguardosa nei confronti degli abitanti del crinale.
    Grazie per lo spazio e cordiali saluti.

    (Riccardo Bigoi, consigliere comunale di Ligonchio)

  2. Sono un ottuso amministratore dell’epoca
    Sono un po’ stupito del compiacimento di Gioacchino Pedrazzoli e, da amministratore “ottuso” che ha fortemente voluto la Gatta-Pianello, mi permetto di fare alcune considerazioni:
    1- non sono assolutamente pentito, anzi, ritengo che la realizzazione della Gatta-Pianello sia stata un fatto importante;
    2- la Gatta-Pianello, in questi quasi 5 anni, è stata utile agli abitanti della zona e utilissima come porta di accesso al Parco;
    3- invece di gridare allo scandalo sarebbe più serio impegnarsi per rimediare al danno che il fiume ha fatto (un danno relativo, visto che interessa poche decine di metri di strada su oltre sei chilometri complessivi e che con un modesto intervento può essere riparato e che si è verificato in un contesto di maltempo fuori dalla norma);
    4- sarebbe importante che si impostasse un piano serio di manutenzione del fiume Secchia lungo tutta la Gatta-Pianello per evitare che, per il futuro, si possano ripetere situazioni del genere.

    (Felicino Magnani, amministratore “ottuso” e sindaco di Villa Minozzo ai tempi della costruzione della Gatta-Pianello)

  3. Siamo alle solite tirate
    Credo che sia sotto agli occhi di tutti la volontà, da parte di qualche “pseudo politico”, di far sparire questo collegamento essenziale e veloce verso alcune parti del crinale; bastava fare alcune opere non dispendiose, come mettere sassi od altro, a protezione in alcune anse. Io mi domanderei come mai é franata anche la S.S. 63 se non per le stesse motivazioni: mancanza di opere idrauliche, ad esempio briglie. Si aspetta sempre di correre ai ripari dopo che i buoi sono scappati e con altissime spese. Ad esempio domanderei a Pedrazzoli cosa ne pensa del tratto di strada sul Secchia Roteglia-Cerredolo, in quanto da come si esprime sicuramente non si sarebbe fatta. Ed un’altra domanda mi sorge spontanea: con l’acqua che in questi giorni é fluita a valle copiosamente ed in maniera molto tumultuosa se si fossero fatte opere come dighe più o meno grandi non avremmo avuto meno problemi e nello stesso tempo avremmo avuto anche meno problemi di poca acqua in altri periodi, oltre a produrre energia pulita? Ne abbiamo le scatole piene di persone che disquisiscono di problemi e su problemi che altri hanno e subiscono, e soprattutto di personaggi che dicono sempre NO facendosi paladini di temi che non devono e non sono esclusivi di pochi.

    (Gianni)

  4. Non spreco nella realizzazione ma mancanza di manutenzione
    Gent. sig. Pedrazzoli, non sono d’accordo con Lei. Nella realizzazione della “pista Gatta-Pianello” non sono stati spesi male e sciupati denari pubblici; molto più semplicemente non si e provveduto a mantenere il fiume, non “torrente”, Secchia al centro dell’alveo. Infatti come si può facilmente verificare in loco, tutto è nato da un’eccessiva presenza di materiale litoide al centro del corso del fiume, con nascita addirittura di isolotti, a danno delle sponde. Sarebbe stato sufficiente riportare il materiale presente in abbondanza al centro del fiume sulle sponde, che tutto quello che si vede ora forse non sarebbe successo. Come peraltro è stato fatto lungo l’asta fluviale a valle dell’abitato di Cerredolo. Ma qui, a mio modestissimo avviso, ha giocato un ruolo determinante la “presenza e vigilanza” dei cosiddetti ambientalisti. Per paura di agire e magari vedere sollevarsi un vespaio di polemiche (sterili) e magari qualche denuncia, si è preferito fare finta di nulla. Il risultato e sotto gli occhi di tutti. La speranza è che si provveda al più presto a risistemare le cose in modo migliorativo rispetto ad ora, e questa “pista”, STRADA, si possa continuare ad utilizzare.
    La saluto cordialmente, non nascondendoLe un sogno: vedere il prolungamento della STRADA GATTA-PIANELLO fino sotto l’abitato di Ligonchio, SEDE DEL PARCO NAZIONALE DELL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO.

    (mb)

  5. Uno a caso farebbe meglio…
    Chiedo le dimissioni del prof. Pedrazzoli per evidenti incapacità. Quando mai, a fronte di sventure, si addossano colpe a coloro che hanno voluto tutelare la presenza dell’uomo in montagna? La sostituzione negli organismi del Parco nazionale può avvenire scegliendo liberamente tra gli abitanti del territorio montano. Chi sarà eletto ne capirà sempre di più del titolato professore. Condivido la richiesta del consigliere comunitario Bigoi di presentare in Comunità montana le giuste rimostranze.

    (Marino Friggeri, capogruppo Udc Comunità montana)

  6. Scandaloso
    Concordo con Bigoi, è scandaloso che un membro del consiglio del Parco nazionale usi tali espressioni. “Il denaro pubblico speso in montagna è sprecato”. Complimenti! E’ grazie a posizioni come queste che in varie occasioni sono stati posti vincoli e divieti, gli alvei dei torrenti non possono essere toccati, devono fare il loro corso, le acque non regimate e non deviate dove non provocano danni, la troppa ghiaia non rimossa. Certo, tutto questo necessita di interventi ponderati, ma di certo il non fare niente ha peggiorato le cose.
    Signor Pedrazzoli, anche se non di competenza del Parco nazionale, venga a vedere il fiume Secchia a valle dell’abitato di Marmoreto (a monte della confluenza con il torrente Ozola), sta scalzando completamente la sponda sinistra, mentre sull’altro lato, per almeno duecento metri, non farebbe alcun danno. Perchè nessuno interviene? Lei cosa dice, è il caso di intervenire o aspettiamo che Marmoreto frani? Ma posizioni come la Sua sono d’accordo su simili interventi? Sono ancora in attesa di Sue risposte a precedenti quesiti.
    Cordialmente.

    (Fabio Leoncelli)

  7. A proposito di dimissioni…
    Ho sempre pensato e continuo a pensare che la Gatta-Pianello sia una strada utile e di impatto ambientale moderato, utile soprattutto per i turisti che vogliono passeggiare e godersi il paesaggio. La strada è stata costruita non tenendo conto di una cosa molto semplice; il fiume si riprende quello che gli si è stato tolto e i contribuenti pagano le incompetenze di chi ha effettuato i lavori. Inoltre credo che per primo si dovrebbe dimettere una persona che vuole tutelare la presenza dell’uomo in montagna ma non la sua salute, come ha fatto lei, sig. Friggeri, appoggiando idee bacucche come l’inceneritore e il traforo del Cerreto. Penso che noi montanari abbiamo bisogno di persone che sappiano cosa vuol dire sviluppo sostenibile del territorio, marketing azzeccato, valorizzazione dell’artigianato e dell’agricoltura. Dia il buon esempio, se non ha idee innovative e intelligenti e se non è capace di metterle in pratica si faccia da parte. Un’ultima cosa: lei era tra le persone che hanno voluto la Gatta-Pianello? Dato che ha sempre avuto così a cuore la viabilità dei cittadini (che ora non possono percorrere la Gatta-Pianello) ha mai visionato i progetti e ne ha per caso trovato delle anomalie? Bene, se fosse così io chiedo le sue dimissioni e che provveda, assieme a chi ha progettato la strada, a tirare fuori i soldi di tasca propria per la riparazione. Lei continua a parlare per il bene dei cittadini, ma i cittadini a questo punto quando sentono le sue idee fanno gli scongiuri.

    (Mattia Rontevroli)

  8. Quanti enti…
    A mio avviso noi montanari dovremmo porci una semplice domanda: ma, per amministrare MALE il nostro territorio servono veramente tanti ENTI?
    1- Comune;
    2- Unione dei Comuni;
    3- Comunità montana;
    4- Parco;
    5- Provincia;
    6- consorzi vari.
    Di dimissioni bisognerebbe chiederne tante! Forse non dico nulla di nuovo, ma il sentimento che provo leggendo certi commenti è quello di rabbia. Vorrei anche ricordare ad alcune associazioni che, se il nostro Appennino è tra i territori più belli, qualche montanaro l’ha saputo gestire e preservare con le proprie opere (gratuite). Sostenendo quanto detto da Riccardo, Felicino, Marino, Fabio, spero che la GATTA-PIANELLO venga riaperta al più presto.

    (Nadia Pecorari)

  9. La Gatta-Pianello è un ecomostro
    Giorni fa si leggeva su queste pagine: “Montagna, il dibattito deve salire di livello”. Non credo di essere certo in grado di coadiuvare questa corretta e auspicabile inversione di tendenza, tuttavia i commenti e le repliche di questi giorni sul “fattaccio” accaduto alla Gatta-Pianello stanno a dimostrarne più che l’urgenza, la assoluta necessità.
    Il progetto della “pista” è stato avallato in sede tecnica quale opera provvisoria e di emergenza (sic!) a causa della vasta frana di Cerrè Sologno e autorizzata senza la preventiva valutazione di incidenza grazie ad una legge sulla protezione civile. Viceversa la “pista” NON sarebbe stata costruita (figurarsi una strada in alveo… ). La relazione geo-idrologica di accompagnamento non poteva ignorare, come invece pare vogliano fare i più illuminati, che con quelle caratteristiche anche le piene ORDINARIE del fiume l’avrebbero scalfita, mentre le piene con tempo di ritorno di soli 25 anni (sempre ordinarie, dunque), l’avrebbero sommersa e erosa in più punti. Tutto normale, dunque.
    Personalmente non lo ritengo affatto normale, anzi! Non ritengo normale che dei denari pubblici, comprendenti anche le mie tasse, vengano spesi in maniera così imbecille (s.s.). Vero, non sono gli unici, nè i primi e neppure saranno gli ultimi; tuttavia è talmente palese che una tale opera è il risultato di pressioni politiche piuttosto che di reale utilità pubblica che mi pare più che lecito denunciare, quantomeno alla pubblica attenzione, chi sostiene l’insostenibile. Questo è un piccolo ecomostro, uno sberleffo al Parco nazionale – e ad ogni buon senso – piuttosto che una delle sue “porte”: un goffo tentativo di riaffermare la supremazia dell’uomo sulle forze della Natura, per come Dio (almeno per i credenti) ce l’ha consegnata. Non sono credente. Sono un tecnico, da anni studioso dei fenomeni geologici che caratterizzano quell’area. Bene, prendiamo quelli che conosciamo: i “gessi” sono una struttura leggera, fortemente carsificati sia in superficie che in profondità. Nella parte terminale, verso le Fonti di Poiano, vi è – da soli 400 anni… – una forte azione diapirica (risalita di masse rocciose) valutata in circa 60/70.000 metri cubi per anno (un bel monticello, no?). Bene, questa risalita viene in parte annullata dall’azione carsica (rocce disciolte) delle fonti, tuttavia rappresenta anche una “soglia” molto importante rispetto al trasporto solido (la frazione insolubile delle rocce) del fiume. Infatti, in pratica a partire da sotto Collagna, il fiume scorre in una sorta di dolina, una conca carsica, che di fatto “cattura” copiosamente le sue alluvioni (ghiaia), mantenendosi in equilibrio: ogni volta che una piena passa sopra la soglia di Poiano, il tratto a valle ne riceve un pochino. Ecco perchè il fiume, e in particolare nel tratto dalla Pianella a Poiano, sembra pensile. Ecco perchè anche una piccola piena, nonostante in questo tratto il fiume abbia un letto alluvionale di parecchie centinaia di metri, erode velocissimamente le sue sponde laterali, “piste” comprese. Nessuna opera umana in tali condizioni idrologiche e geomorfologiche può dirsi sicura; non è un caso che per secoli e secoli l’uomo non vi abbia costruito proprio un bel niente! Non perchè gli mancava il cemento armato, piuttosto perchè ancora usava osservare e dall’osservazione ne traeva esperienza e insegnamento.
    Allora, basta cavare un po’ di ghiaia in alveo? Certo, nel brevissimo periodo forse sì, per due-tre anni; forse si faranno contenti un paio di scavatoristi e una manciata di camionisti. Ma anche qui l’esperienza dovrebbe viceversa sconsigliarlo, e molto, poichè il brusco e artificiale sconvolgimento del delicato equilibrio geologico raggiunto da questo buffo fenomeno lo si può osservare ogni giorno, incombere proprio sulla “pista” stessa: pochi anni fa, a seguito di una delle tante opere di ripristino, sono precipitate centinaia di metri cubi di roccia gessosa alla cui base si era un po’ “scavicchiato” qua e là. Volendo fare di più e meglio, cercando di incidere l’alveo proprio dove non ci si è mai riusciti…, è assai presumibile una risposta microsismica locale ancora tutta da studiare. Ne vale la pena?

    Mauro Chiesi (speleologo)

  10. Caro Bigoi…
    Approfitto per riaprire un vecchio discorso: la vostra variante al centro prevede gabbionate? Avete stimato quante centinaia di pendolari e quante migliaia di turisti ne trarranno vantaggio? Ma come avete fatto a fare una strada dentro un Parco nazionale che ingessa tutto o forse voi siete fuori dal Parco per le strade e dentro il Parco per la sede? Il signor Friggeri si era dedicato alla pulizia delle cunette, lei ora vuole dedicarsi alle regimazioni fluviali? Perchè con Pedrazzoli, Friggeri, Leoncelli e compagnia non prendete in mano un badile e date il buon esempio?

    (mc)

  11. Domanda
    Caro Riccardo Bigoi, mi permetta di farle questa domanda: a chi proporrà l’ordine del giorno di cui sta parlando? Al suo sindaco Ilio Franchi?? Peccato che lo stesso sia già in accordo con il presidente Fausto Giovanelli e che mai si metterà contro il suo caro amico, visto che l’ex senatore gli ha appena promesso una candidatura con il Pd. Sveglia sveglia.

    (Simone Carri)

  12. In buona compagnia
    Ho già commentato in altro articolo i pensieri e le posizioni di mc. Visto che mc è uno che si dedica alla pulizia di alvei, cunette e strade, il sottoscritto, il signor Pedtrazzoli, Friggeri e compagnia (chi?) dovrebbero unirsi a lui, che nell’occasione ci spiegherebbe il da farsi. Montanari, cittadini e tutti, avete capito! Siamo noi in difetto, dobbiamo dedicarci all’ambiente: ai lupi, alle strade, ai fossi, alle cunette, alle frane…

    (Fabio Leoncelli)

  13. Risposta
    Caro Simone Carri, visto che ha la palla di cristallo e sa già i programmi futuri di tutto e di tutti potrebbe dirmi quali investimenti fare nel prossimo futuro? Siamo seri per favore.
    Se in tempi brevi non arriverà una nota di tono differente da parte del presidente Giovanelli, l’odg verrà presentato in Consiglio comunale, nel Consiglio comunitario e lo farò presentare in Provincia: di certo lo proporrò anche agli amici consiglieri degli altri comuni del crinale.
    Ah dimenticavo, per tranquillizzarla: SONO SVEGLISSIMO!
    Grazie e buona giornata.

    (Riccardo Bigoi)

  14. Gatta-Pianello, la strada degli…
    Ha ragione Pedrazzoli e ancor di più Mauro Chiesi. A ciò che hanno detto voglio solo aggiungere che finché al mondo prevale questo tipo di pensiero gretto, meschino ed ottuso (vedi Bigoi, Felicino e gli altri), che non vede al di là del proprio naso, le cose non potranno mai andar bene. L’ignoranza può anche essere vinta, per la stupidità non ci sono medicine…

    (Federico)

  15. Sarà pure studidità… ma intanto…
    Sarà pure stupidità, ottusità, insensibilità ambientale, sic!!!!! Però mi risulta che il Commissario prefettizio di Villa Minozzo, di concerto con Provincia, Servizio di Protezione civile di Villa Minozzo ed i Servizi tecnici di bacino, abbia iniziato gli interventi di salvaguardia, ripristino e messa in sicurezza della pista. Le opere saranno realizzate dal Servizio tecnico di bacino.
    Con la speranza della stesura anche di un protocollo per la manutenzione e pulizia dell’alveo nel tratto del fiume in parallelo alla pista.
    Sono contento di essere in così buona compagnia.

    (mb)

  16. Ripristinare il tracciato il prima possibile
    Stupefacenti quei commenti avversi alla strada e non pista Gatta-Pianello; la pochezza di pensiero di quei “saltafossi verdi”, tanto per rimanere in tema, si commenta da sola. Benissimo lo hanno capito gli italiani, che non ne hanno voluto nemmeno uno in Parlamento. Invito quelli che come me vogliono che la strada sia finalmente completata fino alla Giarola a mantenere alta l’attenzione al fine di ottenere il ripristino del tracciato il prima possibile.

    (Claudio Silvestri)

  17. Pendolari
    Mi piacerebbe conoscere il numero di questa orda di pendolari che ogni giorno vanno e vengono dalla Gatta-Pianello: 11, 18 o 23… Qualcuno mi sa rispondere? Ha senso spendere milioni di euro pubblici per “quest’orda di pendolari” che ogni giorno va da quei posti affollatissimi di giovani lavoratori (Carù, Sologno, Piolo, Montecagno, Ligonchio) verso quell’enorme area artigianale-industriale che è Fora di Cavola? Mi chiedo: non si spenderebbe meno a dare a tutta quest’orda di lavoratori una pensione dignitosa per stare a casa, visti i soldi spesi per costruire la pista Gatta-Pianello e soprattutto quelli che ci vorranno anno per anno per mantenerla aperta? In questo modo, sicuramente, oltre a risparmiare denaro pubblico si inquinerebbe zero…

    (Federico)

    P.S. – Se vi sembra una provocazione provate a stimare i pendolari della zona che vanno verso Fora di Cavola o Sassuolo ed a sommare i soldi spesi e quelli che si spenderanno per la Gatta-Pianello; fate una semplice divisione e ditemi se non si riesce a pagare uno stipendo a molti di questi perndolari… che potrebbero realmente lavorare in montagna e sulla montagna per cercare di renderla non come adesso… solo un desolante cimitero/dormitorio.

    (ri-Federico)

  18. Incredibile scoperta
    Per Federico in particolar modo.
    E’stata fatta di recente un’incredibile scoperta: non esiste nessuna legge fisica che impedisca di percorrere una strada dalla pianura verso la montagna e non solo in senso opposto! E’ stato istituito un Parco nazionale e se si prende una cartina della provincia di Reggio Emilia si nota che la Gatta-Pianello si dirige quasi esattamente al centro del Parco… Le ricordo che il “desolante cimitero-dormitorio”, come lo chiama lei, ha famiglie residenti, con figli che vanno a scuola e contribuiscono a far sì che le scuole rimangano aperte! Inoltre io ho parlato di comprensorio ceramico come esempio e il comprensorio ceramico non si ferma alla Panaria di Fora di Cavola: mai sentito parlare di Roteglia, Castellarano, Casalgrande, Sassuolo…?
    In ultimo un piccolo passo indietro. Perchè si è aperta la “pista” Gatta-Pianello? Per volontà politica? No: PER VOLONTA’ POPOLARE! La gente ha lottato ed ha creduto in questo progetto: Magnani si è preso 11 denunce pur di portare avanti l’opera! Capisco che dalle nostre parti non sia una cosa conosciuta ma si chiama DEMOCRAZIA… Centinaia di persone firmarono per ottenerla, ed io ero uno di essi. E se vogliamo dire le cose come stanno la “pista” è stata approntata così per una serie di vincoli posti dagli “ambientalisti del niet”; se no, con una corretta regimentazione fluviale (vedi i suggerimenti di Ruffini della Bonifica) la “pista” sarebbe ancora al suo posto anche in quelle poche decine di metri scalzati dal Secchia.
    Grazie e buona Santa Lucia a tutti.

    (Riccardo Bigoi)

  19. Mediazione ragionata
    Vorrei tentare una mediazione ragionata. La gente ha chiesto una strada ed è stata costruita una pista che è costata poco, non ha modificato in modo sostanziale l’esistente, ha permesso il transito a coloro pendolari o turisti, pochi o molti hanno ritenuto di passare di là, unico neo ogni tanto il fiume ne rompe un pezzo. Ero e sono contrario alla strada, ero titubante sulla pista; ora la vedo come una buona soluzione e penso potrebbe essere valutata per arrivare fino a Giarola. Le posizioni di chi non vuole la strada e di chi invoca i piloni come a Cerredolo, potrebbero incontrarsi in una pista di 6 metri (non 10) e una corretta gestione dell’alveo (togliere 1/2 mt di ghiaia e regimare) che può solo aiutare l’equilibrio del fiume. Se ogni 5 anni il Secchia ci ricorda che è lui il più forte, anzichè combatterlo dobbiamo solo aspettare che si calmi e rimettere qualche camion di ghiaia nel buco creato. Lavoriamo per creare posti di lavoro compatibili con l’ambiente del Parco a Giarola e non per andare a lavorare a Sassuolo.
    Mi associo, buona Santa Lucia.

    (mc)

  20. Complimenti mc
    Bravo mc, è ciò che con le unghie stiamo cercando di ottenere. Visto che a volte fai parte dei no, con piacere apprendo che ti sei ravveduto ed hai cambiato idea sulle strade.

    (Fabio Leoncelli, che lavora a Marmoreto, frazione servita ottimamente dall’attuale viabilità provinciale e statale!)

  21. Certo, chi qui non ci viene non sente la necessità della strada…
    Cos’è? Una carrozza ferroviaria? Se è vero che la strada o pista che sia è vettore e arteria aortica del Parco azionale ha ancor maggior senso di esistere! O il “fattore pendolare” è l’unico, rilevante, tra i parametri che indicano la necessità di costruzione di una strada?
    Proviamo d’estate: contiamo quanti turisti vanno a visitare Sassuolo e quanti, invece, i gessi triassici o anche solo le fonti di Poiano per prendere il sole o fare una passeggiata a cavallo, trasportato lì col trailer… Chissà che non rileviamo dati inaspettati… Ovviamente molti degli abitanti di via Emilia all’Angelo o via Adua non sentono alcuna esigenza di quella pista o strada. Esigenza che invece, a quanto pare e a quanto leggo, sente la montagna. Anzi, la gente di montagna.

    (Umberto Gianferrari)

  22. I soldi chi li ha messi?
    I più di 2.000.000 di euro per fare la pista chi li ha messi? E quelli per ripristinarla chi li dovrà mettere? Gli abitanti del crinale? L’Unione dei comuni dell’alto Appennino reggiano? No, la Provincia di Reggio Emilia. Quando c’è da prendere noi montanari siamo poverini e disagiati, per cui quei ricchi di Reggio ci devono aiutare; ma quando bisogna decidere cosa ha senso fare o non fare in montagna quelli della bassa non capiscono un tubo. A me, che vivo e lavoro in montagna come molti di voi, sembra molto ipocrita questo tipo di atteggiamento. Chiunque abiti in questa Provincia ha il diritto di dire la sua sui soldi spesi dalla Provincia di Reggio Emilia, che abiti a Boretto o in via Emilia all’Angelo o a Cerreto Alpi… Un po’ di dignità ci vuole.

    (Federico)

  23. Parco cementificato
    Scusate se l’argomento può sembrare fuori tema… Premetto che sono persona con handicap, ma NON approvo che pur di portare turisti in luoghi che andrebbero salvaguardati si cementifichi ovunque, e si permetta che le auto arrivino così vicino alle zone protette, fiumi, laghi e torrenti compresi; il Parco cosa protegge? Mi riferisco alle terme di Poiano (e pure al lago Pranda): per me quei luoghi non sono più graditi; sia nel modenese che nel parmense i luoghi con flora e fauna lacustre sono protetti e vigilati. Anche a fatica io amerei arrivarci a piedi senza avere crisi respiratorie causate dal sollevamento della polvere e smog delle auto che non dovrebbero essere permesse in quei luoghi. Quando il territorio viene ferito e/o NON viene curato poi capita anche che avvengano cedimenti, erosioni o altro… E non diamo sempre la colpa agli eventi atmosferici. I cambiamenti climatici sono influenzati dal comportamento degli uomini…

    (Commento firmato)