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Il mistero Donna

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Più volte mi sono interrogato con i miei amici sulle cause di tanta violenza sessuale nei confronti della donna: da dove vengono generati questi atti, che vengono stigmatizzati ed enfatizzati dai media che li sbattono in prima pagina con foto e titoli, suscitando paure e creando mentalità punitive ad oltranza in chi li subisce (ed è comprensibile!) e in chi li legge, senza inoltrarsi nel mistero dell’aggressione, che semina sofferenze indicibili e non facili da dimenticare.

Occorre riflettere seriamente sulla cultura che sta dietro i volti degli aggressori: quale istinto o sofferenza o abbandono o esperienza negativa li ha portati a comportarsi così? Tra le numerose cause, l’ignoranza della figura della Donna, del ruolo che ha nella storia dell’umanità, della sua preziosità nella vita delle persone come madre, sorella, sposa, vergine o consacrata.

Ricordo sempre con viva simpatia un intervento di padre Turoldo, invitato dal cardinal Martini a parlare in Duomo, dopo un lungo esilio “forzato”. Ha parlato della Donna, la creatura che Dio ha posto nel cuore della creazione perché l’uomo fosse meno solo, che ha posto al culmine della creazione, così forte nella sua fragilità, così dolce nella sua esilità.

Sono stupende le pagine della Genesi, il primo libro della Bibbia, dove Dio fa festa perché è comparsa la Donna, il fiore più bello germinato dal suo cuore, così originale e “sola” nella sua immensa fame d’amore, nella sua immensa capacità di dono, per cui l’uomo solo attraverso l’amore la potrà conoscere: certamente non comprando un rapporto o violentandolo. “Iseut ma drue, Iseut ma mei, en vous ma mort, en vous ma vie”: Isotta, mia donna, Isotta mia amica, in te la mia morte, in te la mia vita!

E’ davvero fortunato l’uomo che incontra una Donna capace d’amore. E’ l’augurio che rivolgo sempre ai miei “barabit” quando insieme parliamo del futuro da costruire, prima ancora da sognare! Ma cos’è questo amore di cui parli così spesso?, mi chiedono tante volte. Ma come posso dire cos’è l’amore? Non è facile per noi adulti insegnarlo, possiamo solo testimoniarlo. Di una cosa tuttavia siamo certi: il non amore è l’inferno! Tanta violenza nasce proprio in chi non è stato amato o in coloro che non hanno voluto pagare il prezzo dell’amore, che è rispetto, stima, dono, condivisione, fedeltà.

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  1. Gentilissimo don Vittorio, quello che prima era silenzio sulle violenze ora, con l’aumento delle denunce, non può più essere tale, ma, purtroppo, diventa strumentalizzazione, quindi altra violenza. La violenza sulle donne è la prima causa di morte e di invalidità permanente per le donne fra i 14 ed i 66 anni in Europa; si sa, ci sono i dati. Lo stupro non è cosa di oggi, è cosa di sempre e solo dal ’96, in Italia, è un reato contro la persona e non contro la morale. Come mai? Perchè ci si è messo tanto? Quante donne hanno dovuto sopportare, tacere, ricostruirsi dentro nel silenzio per poter continuare a vivere? Inutile che le ricordi la Bibbia, Dina e Susanna. Tutti oggi parlano e barattano interessi politici sui nostri corpi. Applichiamo, invece, semplicemente le leggi. Chiamiamo col nome giusto: reato, crimine, la violenza sulla persona, sia un bambino o una donna o altra persona in stato di inferiorità e smettiamola di pensare che lo stupro abbia a che fare col desiderio sessuale. E’ semplicemente un modo per rimettere al suo posto colui o colei che si vuole sopraffare e dominare. E’ un atto di potere fatto da un carnefice su una vittima. Che poi il carnefice sia una persona fragile, povera, vuota (sono queste le persone davvero pericolose!) non deve diventare alibi per giustificare i suoi atti. Che devono essere giudicati dalla giustizia. Benvenuta la legge sulle molestie sessuali, dunque, trasversalmente approvata. Le scomuniche, oggi, servono a ben poco, ma chiederei alla Chiesa di scomunicare chi viola i corpi di donne e bambini, distruggendone l’interiorità, tarpandone le ali. Non è lo stupro un aborto di una vera possibilità di vita?

    (Normanna Albertini)