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L’ATELIER DELL’ACQUA E DELL’ENERGIA presentato a Ligonchio

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Costerà oltre 800.000 euro, ma permetterà di riscoprire la storia e la vocazione di Ligonchio per la produzione di energia dall’utilizzo intelligente delle acque.
E’ il progetto voluto dal Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano ed elaborato, per ora solo come progetto di massima, ma molto vicino alla fase esecutiva, da uno staff di Reggio Children composto da architetti, atelieristi e professori universitari.
Si chiama ATELIER DELL’ENERGIA E DELL’ACQUA e si configura come un grande centro di formazione pedagogico/scientifica che ha come base (campo 1) la Centrale idroelettrica di Ligonchio messa a disposizione da ENEL con una apposita convenzione col Parco, ma si svilupperà anche in altre strutture denominate campo 3 a Presa Alta e campo 2 a metà strada tra la Centrale e Presa Alta.
Reggio Children, nata nel 1994 per internazionalizzare l’originale esperienza didattica e pedagogica delle scuole dell’infanzia del Comune di Reggio, è presieduta da Carla Rinaldi ed ha sede presso il Centro Internazionale Loris Malaguzzi di Reggio. In questi anni ha portato in tutto il mondo quella esperienza ed ha portato da tutto il mondo docenti e pedagogisti a Reggio per conoscerla con esperienze sul campo.
Uno staff composto Olmes Bisi, docente di fisica all’Università di MO/RE, Giulio Ceppi, architetto progettista del Centro Malaguzzi, Giovanni Piazza e Vea Vecchi, atelieristi, Tullio Zini, architetto e Benedetta Barbantini, anche lei architetto giovane e di Ligonchio, ha realizzato lo studio di fattibilità presentato proprio a Ligonchio, nel cinema parrocchiale, davanti ad una platea interessata di ligonchiesi, ma anche di ospiti solleticati nella curiosità, anche professionale, per una proposta che potrebbe costituire una buona occasione per stimolare la presenza turistica nel più alto comune della nostra provincia.
A sostenere il tutto l’appoggio, molto concreto visto che rappresentano le istituzioni che ci mettono i soldi, del sindaco di Ligonchio Ilio Franchi, di Sonia Masini presidente della provincia, di Lino Zanichelli assessore regionale all’ambiente, oltre che, naturalmente, di Fausto Giovanelli Presidente del Parco che, riprendendo una idea di diversi anni fa del Comune e dell’allora Parco del Gigante, di allestire un piccolo museo dell’acqua e dell’energia utilizzando le risorse in loco, ha voluto ampliarlo e, in qualche modo, internazionalizzarlo, sollecitando l’interesse di Reggio Children.
Mancava al tavolo un rappresentante della Fondazione Manodori che pure è impegnata nel progetto per 90.000 euro.
Dopo le introduzioni esplicative di Ilio Franchi e Carla Rinaldi, è toccato all’architetto Benedetta Barbantini ed agli altri membri del gruppo di lavoro illustrare il progetto che si muove su due percorsi, quello delle acque e quello dell’energia, progetti che però si intersecano in diversi momenti a partire dall’atelier che sarà allestito in una metà del salone delle turbine della Centrale dove troveranno posto attrezzature, macchine didattiche, pannelli esplicativi sui fenomeni dell’energia e del ciclo e dell’utilizzo delle acque a scopo energetico.
Nei campi 2 e 3, già citati, questi percorsi avranno un loro sviluppo e si configureranno come strumenti didattico-pedagogici di alto livello che potranno essere utilizzati da persone di tutte le età, a partire naturalmente dai bambini, ma certo non solo per loro, che saranno ospiti di Ligonchio e del Parco affiancando anche, all’esperienza scientifica, l’avvicinamentro ad un ambiente di alto pregio naturalistico.
Negli interventi non è mancato l’interrogativo se le strutture di ospitalità e viabilistiche (vedi l’intervento di Walter Magliani ligonchiese membro del Direttivo del Parco) possano essere in grado di supportare un progetto di tale consistenza che dovrebbe andare a regime tra il 2010 e il 2011, ma che già nel prossimo agosto potrebbe vedere qualche segnale di allestimento nel salone della Centrale, ma questo è un discorso che va oltre.
In ogni caso è sicuramente importante che una istituzione reggiana importante come Reggio Children, che ha di norma lo sguardo rivolto verso mete internazionali, abbia puntato su Ligonchio, sul nostro (e loro) appennino per un progetto di forte impegno e di alto spessore scientifico: è un segnale da non trascurare e che si spera possa essere di buon esempio per altri.

4 COMMENTS


  1. Ringraziando per l’interesse dimostrato per il progetto dell’atelier dell’acqua e dell’energia che sarà realizzato a Ligonchio, ci tengo a precisare che non sono un architetto bensì dipendente di Reggio Children, dove mi occupo, dal 2004, di formazione, ricerca e consulenza.
    Grazie per l’attenzione.

    (Benedetta Barbantini)


  2. Ero presente a Ligonchio alla presentazione dello “studio di fattibilità”. E’ sicuramente un progetto ambizioso e di grande spessore culturale. L’impegno del Parco nazionale e degli altri enti cofinanziatori dimostrano la serietà di intenti. Tuttavia sono uscito dall’incontro con il forte dubbio che quanto progettato sia tra le priorità di intervento di cui abbisogna il territorio del crinale e Ligonchio in specifico. Ho provato ad immaginare, a grandi linee, il progetto realizzato ed operante: arrivano prevalentemente scolaresche in pullman; visitano l’Atelier; ne sperimentano i contenuti; si arricchiscono culturalmente e poi tornano ai loro luoghi di residenza. Si può ipotizzare che, se non mangiano al sacco, pranzino nei ristoranti locali e si può certamente dire: meglio di nulla! Ma nelle scuole di Ligonchio cresce il numero dei bambini? Chi va al lavoro a Fora di Cavola, a Castelnovo ne’ Monti o a Castellarano ne trae motivo per continuare a vivere a Ligonchio? Per le famiglie giovani che negli anni sono emigrate si creano le condizioni per tornare a vivere a casa propria? In una parola: il tessuto economico e sociale di Ligonchio viene modificato? Sono sicuramente convinto che l’Atelier sia una bella cosa, non sono convinto che quella sia la priorità. Conosco l’obiezione: non si può pensare di replicare lavoro ed economia del passato, occorrono iniziative nuove, un’economia diversa. Una bella suggestione, ma priorità vitale ed assoluta per le famiglie del crinale è che arrivi mensilmente un reddito certo o queste vanno inevitabilmente alla ricerca di dove questo reddito sia assicurato. Dopo di che la loro vita sociale, culturale, ludica si svolgerà là dove si sono trasferiti per lavoro e con la residenza. Sono sicuramente ripetitivo, ma, a mio avviso, un futuro per le comunità di Ligonchio e del crinale si dà se forti investimenti, e quindi lavoro, vengono concentrati in due direzioni. Sulla “manutenzione integrale e PERMANENTE” del territorio, che è il vero nostro valore aggiunto, e sui collegamenti sia telematici che soprattutto viari, i quali, abbattendo i tempi di percorrenza, rendano compatibile, anche lavorando altrove, risiedere nelle proprie case d’origine con tutte le ovvie conseguenze positive e permanenti sulla vita dei nostri paesi.

    (Claudio Bucci)

  3. Sicuramente!
    Sicuramente sarebbe utilissima la fondovalle Secchia fino a Ligonchio, così i giovani del crinale potranno arrivare rapidamente, per lavorare, al comparto ceramiche. Peccato che, se continua così, saranno presto tutte chiuse!

    (Commento firmato)