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Luigi Cagni e “l’abbattimento dinamitardo” dell’ecomostro

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Si è appreso dalla stampa che a seguito di un esposto presentato da tre cittadini la magistratura è intervenuta a proposito dell’abbattimento dinamitardo di domenica 28 maggio 2006 del cosiddetto “ecomostro”, pollaio a più piani in località Calcinara nelle adiacenze di Felina.

Come si sa in occasione del botto il Comune organizzò, con dovizia di mezzi e grande sforzo pubblicitario, una vera festa, uno spettacolo, cui assistettero migliaia di persone con tombola finale per sorteggiare chi doveva schiacciare il bottone per l’esplosione.

Senonchè l’esplosione ha abbattuto anche un vecchio mulino a quattro macine risalente al 1700 situato sulla sinistra del Rio Spirola, edificio in sasso su due livelli con copertura a capanno, denominato Calcinaro, censito nell’elenco dei mulini del circondario di Castelnovo Monti del 1821 nella carta idrografica nella mappa catastale del 1890. Esso era compreso nell’acquisto dell’”ecomostro”, degli edifici attigui e di un consistente lotto di terreno circostante effettuato dal Comune.

Il cittadino Alessandro Davoli, uno dei tre firmatari dell’esposto, ha dato notizia tramite gli organi di stampa che il P.M. Isabella Chiesi ha chiamato in causa il Comune nelle persone del sindaco, del direttore dei lavori e dell’impresa appaltatrice. Il signor Davoli chiede le dimissioni del sindaco.

Il sottoscritto consigliere aveva presentato su tutta l’operazione di abbattimento dell’”ecomostro” e del Mulino Calinaro una documentata e particolareggiato interpellanza discussa in Consiglio comunale il 28 dicembre 2006, da cui, si pensa, abbiano attinto notizie e dati anche i presentatori dell’esposto innanzi citato. Dalle risposte avute allora dichiarai la mia totale insoddisfazione.

La cosa è senz’altro rilevante tanto che Lei, signor sindaco, ha risposto tramite giornali. Chiedo pertanto alla S.V. di riportare l’argomento nella sede istituzionale venendo a relazionare in Consiglio comunale. Preciso che come amministratori oltre gli sviluppi giudiziari dobbiamo avere presente in primo piano eventuali danni alla collettività e al patrimonio del Comune.

Mi dichiaro dispiaciuto che il caso torni attuale dopo ben due anni, quindi a fine periodo amministrativo. Confesso che in quel momento mi sono sentito un po’ solo su una questione che ho sempre giudicato molto importante. Ricordo che nella discussione feci anche notare che concausa dei fatti negativi accaduti nella operazione “ecomostro” era a mio parere la discontinuità del nostro ufficio tecnico con cui siamo trovati a far fronte a diversi adempimenti per errore di gestione della giunta per cui si va avanti da anni e non c’e qualcuno che abbia memoria storica nella struttura: vi sono stati continui licenziamenti e nuove assunzioni, passaggi di competenze, gente che viene di fuori, che quindi non conosce i precedenti.

Resta il fatto che tutta l’operazione va considerata simbolica e doveva dimostrare anche con scopi propagandistici la sensibilità della nostra giunta sui problemi ecologici e ambientali, ma a consuntivo si è dimostrata tutto il contrario e lascia aperti diversi interrogativi.

Una incongruenza si rileva sulla nostra struttura che la giunta ha voluto con eccesso di spese in modo superiore a quello che per noi prevede la norma, ciò in tempi di grandi ristrettezze economiche. La maggioranza si è voluta dotare di un direttore generale, nonostante la legge non lo preveda per un Comune inferiore a 15 mila abitanti. Detta figura che, pur ai vertici della struttura e pertanto di conseguenza quella maggiormente retribuita, non viene però coinvolta nella indagine della Magistratura.
Ciò evidentemente significa che a maggior potere e retribuzione non corrisponde pari responsabilità. Banalizzando un po’ per esemplificare si potrebbe dire che abbiamo costruito una gabbia da cui gli uccelli più grossi possono scappare...

(Luigi Cagni, consigliere "Gruppo misto" Castelnovo ne' Monti)

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LA RISPOSTA DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CASTELNOVO NE' MONTI

Il consigliere Cagni avrà tutte le risposte alla sua interpellanza nella sede istituzionale del Consiglio comunale. Conoscendo da tempo Luigi Cagni, persona usualmente corretta e mite, trovo fuori luogo questa becera strumentalizzazione che, al di là dell’indagine della Magistratura, a cui ribadiamo la nostra assoluta fiducia e collaborazione, sull’abbattimento del rudere di Calcinara, viene utilizzata per attaccare dirigenti dell’Amministrazione comunale di cui lo stesso Cagni è stato a lungo collaboratore con la qualifica di vicesegretario. Pur riconoscendo nel documento toni che non appartengono abitualmente all’estensore, su questi attacchi personali il Comune si riserva di valutare gli aspetti legali di tutela della professionalità e dignità dei propri dipendenti.
Quanto alla vicenda del Mulino di Calcinara si ricorda che nessuna comunicazione da parte della Magistratura è pervenuta agli uffici comunali: al momento sappiamo essere arrivata a conclusione una inchiesta del pm Isabella Chiesi, a cui ribadiamo la nostra stima. Gli atti sono stati consegnati al gip che dovrà pronunciarsi sulle richieste del pm, che eventualmente nei prossimi mesi potrebbero sfociare in una semplice sanzione. Abbiamo presentato un'articolata memoria difensiva ed attendiamo la conclusione dell’iter, nato da un esposto che vede tra gli estensori Alessandro Davoli ed altri. Ci sentiamo comunque assolutamente tranquilli, in quanto il compendio immobiliare dell'area di Calcinara, prima di essere acquistato dal Comune di Castelnovo, è stato oggetto di trasferimento di proprietà da parte del Tribunale di Bologna e in quell'occasione l'Autorità giudiziaria non ha dato conto dell'esistenza di qualsivoglia vincolo in materia di beni culturali, non ha richiesto autorizzazioni, non ha dato luogo a comunicazioni alla Sopraintendenza.

(Gian Luca Marconi, sindaco del Comune di Castelnovo ne' Monti)

6 COMMENTS

  1. Che caso?
    “Mi dichiaro dispiaciuto che il caso torni attuale dopo ben due anni, QUINDI A FINE PERIODO AMMINISTRATIVO”. Si stanno avvicinando le elezioni?… Bon, quindi a breve si vedranno i vari candidati presentarsi a casa con qualche promessa nuova, come fanno ad ogni elezione per poi non farsi vedere più… Che noia…

    (Commento firmato)

  2. Calcinara… girano le pale…
    Ovvio, parlando di un mulino! Vicenda passata e trapassata per alcuni; attuale invece per la Procura e per altri. Tema invece di grande attualità e ricorrente, quello che riguarda il direttore generale (mi riferisco ovviamente al ruolo, non tanto alla persona). Ricordo quando a S. Stefano (maggio 2008), ad una riunione organizzata dalla odierna Impresa Montagna, un cittadino chiese: “PERCHE’ SE HO UN PROBLEMA RIGUARDANTE LA MIA ATTIVITA’ MI INDIRIZZANO ALL’UFFICIO DEL DIRETTORE GENERALE E NON A QUELLO DI UN AMMINISTRATORE ELETTO DAL POPOLO?” (era presente anche il sig. G.A., giornalista di @CRedacon#C, che mi correggerà se sbaglio). La domanda mi era parsa molto interessante perchè riguardava il rapporto ELETTORE/ELETTO. Come interessanti sono le voci stando alle quali il direttore generale, di cui stando alle affermazioni di Cagni potremmo fare a meno, ci costerebbe cifre astronomiche. Ma se si tratta di un esperto ritenuto tale anche da altri comuni potrebbe comunque essere un buon investimento, perchè così riduco i costi per consulenze! E’ vero che il D.G. riveste anche altri incarichi di rilievo, non tanto in altri comuni, quanto nel nostro? Mi spiego: se io dirigo l’Orchestra della Scala e suono al contempo il violino, riuscirò a richiamare con la stessa imparzialità e durezza violino e trombone? Se invece il D.G. è il garante asettico della corretta eseguibilità delle delibere adottate (da altri), in quale misura lo si può ritenere responsabile delle medesime? Questo basterebbe a spiegare il suo NON coinvolgimento nella vicenda Calcinara, non credete? Perchè l’aforisma parafrasato da Cagni recita nella sua formula originaria: ” IN UNA GABBIA PER AQUILE UN PASSERO E’ LIBERO!”. TEMA: direttore generale, cosa fareste voi? Sollecito ancora una volta l’intervento di Impresa Montagna e candidati sindaci di domani e di ieri.

    (Umberto Gianferrari)


  3. Le opinioni sono tutte legittime, però almeno, se si vuole essere credibili, un minimo di precisione non guasterebbe: Cagni accusa i tecnici di non conoscere la storia degli edifici, poi lui riporta male un fatto di due anni fa dato che non fu assolutamente l’esplosione del pollaio a demolire il mulino…

    (Commento firmato)

  4. Sovranità del Consiglio comunale
    Bene ha fatto il consigliere Cagni a riproporre il tema ecomostro di Felina e mulino in Consiglio comunale. Quella è la sede dove un consigliere eletto deve esigere chiarimenti e dare il suo contributo. Le dinamiche della politica fatte di querele, denunce ed altro non debbono far parte della sana politica amminitrativa. Il rigore amministrativo esige però che gli interpellati sappiano fornire tutte le risposte poste dall’interpellanza di Luigi Cagni.

    (Marino Friggeri, Udc Comunità montana)

  5. Abbattimento ecomostro
    Mi sembra di non avere letto nell’intervento di Luigi Cagni nessun attacco ai dirigenti e alle persone in quanto tali ma una critica alla struttura. Cosa del tutto legittima da parte di un consigliere che ha a cuore gli interessi della comunità e il buon funzionamento della pubblica amministrazione.

    (Rosy)

  6. Al commento del 17 marzo (ore 10,22)
    Ringrazio il lettore per aver letto attentamente e rilevato una mia distrazione. Non ho accusato i tecnici ma ho rilevato che non possono conoscere i problemi essendo da poco in servizio. In quattro anni infatti abbiamo cambiato quattro responsabili dell’ufficio tecnico.
    Nessuno ovviamente può fare miracoli, @Gqui di credibile#G ci sono purtroppo o fatti. Il mulino non è caduto con il botto, osserva lei? Però è stato distrutto. Forse è ancora peggio; sorgono infatti diversi interrogativi: da chi? Quando? In base a quali atti? Dove sono finite le macine? E così via. Riesce Lei che è persona attenta a dare risposte? Infatti la Giunta su questo non ha risposto, a meno che non mi sia sfuggito.

    (Luigi Cagni)