Home Cronaca “Uso della terra, stili di vita e scelte collettive”

“Uso della terra, stili di vita e scelte collettive”

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La perdita di superficie agricola ha pesantemente interessato la provincia di Reggio e il comune capoluogo ne ha consumata il 30% tra il 1990 e il 2005.

L’Associazione Rurali Reggiani, il Centro missionario diocesano e l’Ufficio diocesano di pastorale sociale hanno apprezzato l’impegno per il cambiamento di rotta manifestato dal Comune di Reggio nella fase di adozione del Piano strutturale comunale.

Il dialogo sulla materia si è svolto ieri all’oratorio Don Bosco di via Adua, in città, con Luigi Gilli, ex assessore regionale alla pianificazione, e con Ugo Ferrari, assessore all’urbanistica di Reggio.

Sono state messe in evidenza le spinte dei singoli e delle imprese per espandere le aree urbanizzate e i promotori dell’incontro hanno auspicato che l’amministrazione locale riesca a seguire l’esempio dei paesi sviluppati, come nel caso delle Baviera, dove l’erosione viene centellinata misurando le superfici da sottrarre alla coltivazione con un limite prestabilito di ettari al giorno. Perciò è stato apprezzato il primo passo compiuto dal Comune di Reggio per stabilire un confine alla ulteriore espansione verso l’area verde e per evitare le urbanizzazioni sparse favorite dall'amministrazione precedente.

Corrado Pignagnoli, per l’Associazione Rurali Reggiani, ha espresso la raccomandazione che la Provincia raggiunga la capacità di coordinare i piani urbanistici comunali con il Piano di sviluppo rurale. Inoltre, l’importanza di raggiungere una semplificazione nella procedura, di rendere più comprensibili le scelte e di sostenere le filiere agro-alimentari in modo organico perché possano restare sul mercato assicurando la tutela dell’ambiente e le cure al paesaggio.

Il mondo rurale per questi scopi ha bisogno di disporre di strumenti attrezzati per essere in grado di seguire le diverse sedi di governo del territorio e per esercitare un contrappeso adeguato a controbilanciare tutte le spinte rivolte all’investimento sul mattone, dato che su questa strada si giunge ad una rapida perdita della risorsa non riproducibile e si compromette lo sviluppo equilibrato.

Don Gianni Bedogni ha sottolineato la preoccupazione della Chiesa reggiana, che guarda con attenzione crescente ai problemi etici connessi a questa materia, dove convergono scelte individuali e collettive.

Don Emanuele Benatti, per il Centro missionario, ha collegato i problemi dello sfruttamento locale con quelli vissuti in modo drammatico nei paesi in via di sviluppo. Ha citato le esperienze dei sacerdoti e dei giovani reggiani in terra di missione, dall’America latina all’Africa. La contesa per le risorse viene combattuta in Congo con le milizie alimentate dai nuovi colonizzatori, e in Madagascar, dove metà della superficie coltivabile è stata ceduta da una multinazionale sud-coreana.

I problemi locali verranno approfonditi con la partecipazione delle forme associative per estendere la sensibilità, l’attenzione generale e per superare l’approccio appariscente delle grandi opere che cercano di mascherare i grandi affari a carico della comunità.