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L’intervento / “Salvare i lupi? Prima pensiamo alle persone”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Nella pagina riservata alla montagna di quasi tutti i quotidiani, l’argomento principale, sbandierato come l’aver raggiunto un traguardo, era che la comunità europea e il Parco nazionale dell’Appennino hanno stanziato 2.000.000 di € (4.000.000.000 delle vecchie lLire) per la salvaguardia del lupo nel parco del nostro Appennino spetterebbero 300.000 € (600.000.000 vecchie Lire) corrispondenti al 70% della spesa, quindi il parco sembrerebbe dover sborsare 45.000 € ( 90.000.000 vecchie lire).

Al solo leggerlo mi sono letteralmente schifato: come si possa pubblicare e vantarsi di dar soldi per la salvaguardia dei lupi in questi momenti di crisi quando gli operai non sanno come fare ad arrivare a fine mese è una cosa indecente, certe cose fatele, ma almeno abbiate il buon senso e il pudore di tacere. E’ vero che sono soldi comunitari (in parte) ma un buon amministratore dovrebbe avere il buon senso di rifiutarli. Coi lupi succederà come coi caprioli e i cinghiali saremo costretti a ucciderli perchè ce ne saranno troppi. Ogni lupo penso partorisca 7–8 lupetti all’anno, pensate voi se non fermiamo questi esaltati, perchè di esaltati si tratta, cosa potrà succedere fra qualche anno. Se quello che fa il Parco è salvaguardare il lupo è meglio che chiuda i battenti, perchè per quello che si vede più che la salvaguardia del lupo, dei caprioli e dei cinghiali il Parco non ha fatto.

Giovanelli mi dica a chi ha aumentato il reddito il Parco, non con chiacchiere che non si sa cosa voglia dire, ma con numeri e con nomi e cognomi poi verificheremo se dice la verità. Io sento solo lamentele, faccia un referendum e vedrà che la gente il parco non lo vuole, non senta solo gli amministratori della sua parte politica, interpelli la gente con il voto se ne ha il coraggio.

Sui giornali l’argomento del giorno sono i caprioli, leggiamo che un certo Malvolti e una certa Bertoldi, che per fortuna non conosco, affermano che di caprioli non ce ne sono troppi e portano a paragone l’Austria e la Gran Bretagna, ma loro non sanno che in Gran Bretagna i caprioli sono fonte di reddito per gli agricoltori, in Scozia dove io sono stato più volte a caccia si pagano gli agricoltori per ammazzare i caprioli, qui danno solo danni, come è possibile ascoltare ancora una minoranza di gente che nulla a che fare con i residenti in montagna.

Se li prendano loro nei loro giardini questi animali, certo se venissero nel mio giardino avrebbero vita breve. Togliamo la voce a certi animalisti che parlano solo per i loro interessi, non per il bene della gente e della natura. Questi animalisti facciamoli scrivere e firmare che ne rispondono loro dei danni e di eventuali future epidemie, è comodo parlare e poi lavarsene le mani se succede qualcosa.

I boschi non crescono più perchè i caprioli mangiano le giovani piantine, i prati sono tutti calpestati e invasi da zecche cosa si vuole di più. Per intervenire si aspetta un epidemia? Noi viviamo in una zona dove si produce un formaggio unico al mondo vogliamo aspettare di mettere a repentaglio anche questa produzione? A conferma che questi ungulati creano grossi danni è la raccolta di 3.000 firme per l’abbattimento, in montagna non è mai successo che si spostino 3.000 persone per firmare una petizione, questo vuol dire che la cosa è molto grave.

(P.A. Giandomenico Borghi)

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  1. Caro Borghi (che io non conosco), siamo in democrazia, ancora per ora, e ognuno ha il diritto di dire la sua opinione, ma dire cose inesatte non è giusto. Prima se la prende coi lupi perchè oggetto di un finanziamento per la loro tutela che se non arrivasse al nostro Parco andrebbe ad un altro progetto, e i giovani MONTANARI che vi lavorano non sarebbero occupati (visto che è interessato a loro). Poi se la prende coi caprioli, che è vero che sono aumentati, ma mi risulta che ci sia anche un piano di abbattimento considerevole. Inoltre i danni sono risarciti a chi ne fa richiesta!! Non ultimo i caprioli oggetto dell’abbattimento vengono venduti a selettori che sborsano fior di euro. In conclusione, non parla un’animalista ma una montanara che ama la natura, gli animali ma anche gli uomini e vorrei che ci fosse rispetto, amore e convivenza in sinergia con l’ambiente, l’uomo e questa meravigliosa TERRA che è il nostro Appennino.
    Ci ripensi a quello che ha scritto, che tradisce solo una grande antipatia per il presidente del Parco.

    (Montanara orgogliosa!!!!)

  2. Per amore di verità
    Ciascuno di noi racconta una “sua” verità che merita di essere ascoltata se NON viziata da malafede. La montanara orgogliosa (CHE RITENGO ESSERE IN BUONA FEDE) afferma (con ben 2 punti esclamativi) che i danni vengono risarciti a chi ne fa richiesta. Mi chiedo: “DA DOVE VIENE QUESTA SUA VERITA’?”. Io mi sono preso la briga di “spendere” una mattinata per visionare un bilancio dettagliato di ATC Montagna. Ho pure preso appunti riguardo ad agricoltori che mi pare siano in attesa del sospirato risarcimento dal 2004… Potremmo intervistarli, se crede… Conosco Borghi da una vita: ha tanti difetti, anzi tantissimi! I pregi? Qualcuno in più! Le posso assicurare che è più nemico del Parco che del suo presidente; se crede può sempre chiederlo a quest’ultimo…
    Da ultimo mi chiedo e chiedo ai lettori di @CRedacon#C: “PER ESSERE MONTANARI ORGOGLIOSI E’ D’OBBLIGO CREDERE NEL PARCO?”.

    (Umberto Gianferrari)


  3. Salvaguardare le specie protette perchè a rischio di estinzione, come il lupo, per un Parco nazionale non è un optional ma un dovere sancito dalle leggi nazionali e dalle convenzioni internazionali. Se non lo svolgono vengono meno a una delle missioni e ragioni fondamentali per cui i parchi sono stati istituiti in Italia, in Europa, negli U.S.A. e in tutto il mondo.

    (Commento firmato)

  4. A chi ha aumentato il reddito il Parco nazionale
    Premesso che le finalità del Parco non sono quelle di un generico ente di sviluppo, si può dire che esso ha aggiunto risorse pubbliche statali ed europee all’Appennino senza togliere nulla. Il Parco non impone contributi di bonifica, nè ai proprietari nè ai residenti. A chi ha aumentato il reddito? Ai beneficiari degli 11 milioni di euro (20 miliardi di lire) spesi sul territorio. A tutti i proprietari che hanno avuto qualche incremento di valore degli immobili residenziali e turistici perchè valorizzati dalla presenza di un Parco nazionale. Alle imprese che hanno ritenuto conveniente pubblicizzare il fatto di trovarsi vicine al Parco. Agli operatori beneficiari degli oltre tremila pernottamenti di Neve Natura dei pernottamenti di “fare per capire” e di “fare per capire il castagneto”. Alle imprese che hanno costruito i marciapiedi per le Fonti a Cervarezza, ristrutturato il ristoro le Fonti e la casa dei gestori a Poiano, ampliato e rinnovato i locali dei centri visita in pubblici esercizi di privati a Succiso, ad Apella, a Giuncugnano. Realizzato opere edilizie consistenti come edifici e pavimentazioni a Sassalbo, a Rometta all’Orecchiella, a Logarghena, a Bosco di Corniglio, a Comano e altrove. Ai giovani, guide o maestri di sci, che hanno lavorato per Neve Natura. Ai ristoratori che hanno partecipato alla iniziativa “Menù a km 0”. Alle scuole che hanno avuto finanziato piccoli ma bellissimi progetti didattici. Agli esercenti che hanno ricevuto materiali e strumenti da noleggiare per gli sport della natura. Agli artigiani che lavoreranno per le installazioni di Sole e parco. Poi ci sono i fornitori – tra cui diverse aziende di Castelnovo ne’ Monti- i collaboratori, i dipendenti (pochi e motivatissimi )… Tutto senza prelevare un euro dal nostro territorio… Può bastare?

    (Commento firmato)


  5. Il Parco nazionale, impegnandosi sul fronte della conservazione di specie particolarmente protette e a rischio di estinzione, non fa altro che adempiere ad uno dei tanti compiti che leggi dello Stato affidano alle aree naturali protette. Si tratta di un dovere e non di una possibilità. Norme nazionali e direttive comunitarie, condivise in questi anni da governi di destra e di sinistra, affidano ai parchi, e non ad altri, questa responsabilità. Accade anche in paesi, come gli USA, particolarmente attenti agli aspetti economici e al reddito.
    Grazie a questo progetto potranno essere realizzati efficaci interventi di prevenzione dei danni da predazione (recinti anti-lupo) e sarà assicurata l’assistenza ai pastori per la richiesta di indennizzo del danno in caso di predazione. Quattro giovani laureati (uno per Provincia) saranno impegnati nelle attività di monitoraggio della presenza del lupo.
    Infine, circa la tanto temuta invasione di lupi in Appennino, si può affermare che non si corre alcun rischio avendo questa specie esigenze territoriali e una dinamica di popolazione completamente diversa da quella degli ungulati. In futuro non ci saranno più lupi di quanti già ci sono da almeno 15 anni.

    (Willy Reggioni)

  6. Il coraggio delle parole
    Mi congratulo con il Sig. Borghi per il coraggio di aver affrontato un argomento scomodo, ma che riguarda tutti noi abitanti della montagna: l’equilibrio del nostro ecosistema. Il problema di fondo che ha affrontato Borghi e che qualche “montanaro orgoglioso” forse non ha capito è che noi siamo in un momento di emergenza per la presenza di troppi ungulati; ne è conferma la petizione di 3000 firme.
    La maggior parte delle persone non sa che questi animali oltre a danni materiali provoca danni alla salute umana (malattia di Lyme: invito a leggere l’articolo e i commenti “Siamo invasi dai caprioli” del 13/05/09 pubblicato da @CRedacon#C).
    La nostra paura è che non veniamo tutelati, e la nostra rabbia deriva dal fatto che la salvaguardia degli animali sia al primo posto rispetto alla salvaguardia delle persone.

    (Patrizia Bianchi)

  7. Misteriosi esperti di lupi e di parchi…
    Il tema si ripresenta puntualmente: quello del misterioso “commento firmato”; tema che, se ben ricordo, venne lamentato anche dal presidente Giovanelli… Le affermazioni di Borghi sono discutibilissime, ma almeno è nota la fonte. Chi mi dice se i COMMENTI FIRMATI siano redatti da semplici montanari oppure da coloro che percepiscono quei fondi? Condivido appieno le affermazioni secondo cui il lupo NON si riproduce a dismisura in un territorio prefissato; è una questione di densità automatica… Su tot kmq non troveremo mai densità troppo elevate; quando ci sono più lupi questi non affollano quello stesso territorio ma vanno a colonizzarne altri. E’ la dura legge del SUPER-PREDATORE! E’pur vero che le cucciolate possono essere abbondanti (dai 4 agli 11 cuccioli), ma è anche vero che il tasso di mortalità è molto elevato!

    (Umberto Gianferrari)


  8. Prima di parlare di una qualunque specie bisogna conoscerla bene; ed in merito ai lupi solo poche persone posso farlo in Italia. Non partoriscono 7-8 cuccioli e “l’annunciata invasione” sui nostri Appennini non ci sarà – almeno nel breve e medio termine – per le dinamiche descritte nel precedente post e per un mare di altri motivi. Da molte parti, e da alcuni anni, arrivano segnali inquietanti sull’annunciato nuovo sterminio legalizzato del canis lupus, e questa del Sig. Borghi è solo una delle tante uscite infelici prive di ogni riferimento etologico-scientifico. Abbiamo fatto un’ottima scuola nella Maremma Toscana… C’è una sola specie al mondo in forte sovrannumero: l’uomo; ed usare le solite scuse per far godere qualche (per fortuna pochi) cacciatore è ridicolo.
    Si farebbe prima ad essere onesti e dire le cose come stanno secondo un pensiero a mio avviso perverso, ma che non sta a me giudicare:
    1) l’uomo ha ogni diritto sulla terra (economico e etologico);
    2) tutto ciò che non è in linea con il suo lato commerciale deve essere sterminato;
    3) ci piace sparare agli animali e difendiamo questa attività ricreativa;
    4) i soldi investiti nell’ambiente non servono e devono essere spesi diversamente;
    5) la politica usa l’ambiente per fini elettorali;
    6) siamo in un Paese demoratico finché ci torna comodo e solo se tutti la pensano come noi;
    7) nei parchi possiamo cacciare di più e non servono a nulla, se non a raccatare soldi pubblici.
    Pensieri leciti – per carità – ma restino pensieri.
    Io sono sempre stato fermamente convinto che se un giorno si scoprisse che un T Rex fosse scampato all’estinzione il primo cacciatore gli sparerebbe addosso per imbalsamarlo e farlo vedere agli amici – esattamente come è successo (con le dovute proporzioni) con il “diavolo della Tasmania” ed altre specie estinte nell’ultimo secolo.
    Il lupo – fortunatamente – ha molti sostenitori nel mondo e non farà mai quella fine: almeno fino a che ci saranno nutriti guppi di salvaguardia di studio che – sono sicuro – si batteranno sull’unico terreno possibile: quello della conoscenza.

    (Claudio Mangini, presidente WolfEmergency)

  9. Dati non corretti
    Forse il signor Mangini non conosce i dati sulla popolazione dei comuni del crinale reggiano: qui a rischio di estinzione è l’uomo, non i lupi. Il 50% della popolazione è ultra sessantacinquenne. I servizi alla persona, commerciali sono a rischio, come pure le scuole. Il calo demografico è continuo. Ancora una volta si apprende che, nel valutare dati e circostanze, la montagna viene messa nel “calderone” e la si tratta come il resto del territorio. Suggerisco di trattare in primis l’uomo come priorità, certamente inserito e fruitore dell’ambiente ogni giorno, non solo nelle vacanze o nei fine settimana.

    (Fabio Leoncelli)


  10. Come si fa a spendere milioni di euro per l’inserimento del lupo, cosa probabilmente dannosa per i pochi allevatori e agricoltori rimasti, e non prendere minimamente in considerazione la pulizia di sentieri, boschi e alvei di fiumi da parte di un parco nazionale? Si dice che l’uomo è in sovrannumero, forse nelle città dove i nostri ecologisti sono comodamente seduti nelle loro poltrone, ma non nel nostro crinale. Credo che gli ungulati stiano ormai sovrastando numericamnte gli abitanti del crinale, recando danni alla flora, agli automobilisti e soprattutto alla salute umana (la già citata malattia di Lyme).

    (Flavio Montanari)

  11. Parchi o bonifiche?
    Ma perchè c’è ancora chi chiede ai parchi di fare quello che dovrebbero fare i Consorzi di bonifica, i BIM (bacini imbriferi montani)e le autorità di bacino?
    Forse che i doveri di manutenzione del territorio sono solo nei parchi? E prima dei parchi non c’erano? E fuori dei parchi non ci sono? Magari chi chiede al Parco di gestire gli alvei dei fiumi ha voluto il confine del parco ben lontano, 500 o 1000 metri più in alto degli alvei! Non sarebbe meglio chiedere a ciascun ente di fare il suo mestiere? Il parco non impone contributi di bonifica…
    La manutenzione ordinaria spetta a chi ha le competenze e le risorse per farla… È un paradosso! Chi non voleva il parco adesso chiede a gran voce che faccia il mestiere di altri!! Ma forse non è un paradosso… I nemici del parco hanno solo cambiato spalla al fucile… Anche i bambini sanno che i parchi DEVONO proteggere gli animali e le specie a rischio di estinzione in primis… Criticare un Parco nazionale perche tutela il lupo è come criticare un fornaio perchè fa il pane… Ci vorrebbe un po’ di buon senso e di più onesto spirito critico. Si dica che il Parco non lo si vuole e amen… Il dibattito sarebbe più chiaro…

    (Commento firmato)