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“I punti fermi dei credenti”

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Ci sarà confusione sui temi etici, sulla politica, sulla emigrazione e i “respingimenti” ma noi credenti non possiamo dire di non avere dei solidi punti di riferimento. Si intende, se li vogliamo ritrovare e dare loro fiducia. Il primo è il Papa, che rappresenta con il massimo grado di autorevolezza la dottrina della Chiesa. E’ scomodo, ma non è certamente quel teologo retrogrado, rigido conservatore come lo dipinge il fronte laico, il quale non perde mai l’occasione, attraverso i potenti mezzi di comunicazione che ha in mano, di dimostrare la propria ostilità a Benedetto XVI..

E’ in atto una campagna internazionale che tende a screditare la Chiesa, il Papa, i vescovi. In Italia si distinguono i vari Scalfari, Rodotà, Flores d’Arcais, che si accaniscono contro Benedetto XVI soprattutto quando si parla di temi etici. Ci sono anche dei cattolici che danno lezione al Papa sul come condurre la Chiesa, far vivere il Concilio, rapportarsi con i vescovi, che da lui “sono trattati per la milionesima volta da scolaretti”.

A me non pare che il nostro cardinale Tettamanzi si senta “uno scolaretto” messo in castigo dal Papa, come vorrebbero alcuni giornalisti laici o cattolici alternativi. Alcuni suoi gesti profetici, come il fondo di solidarietà per gli operai disoccupati, hanno provocato una buona “sequela” da parte di altri vescovi e l’elogio di Benedetto XVI. Così le sue lettere pastorali dedicate alla famiglia hanno ravvivato la stima nei suoi confronti, denunciando anche le incoerenze di chi la vuole “morta”.

Il Papa non è Scalfari e neppure Rodotà. I suoi scritti affondano nella Parola di Dio e i suoi richiami alla coscienza, al compito educativo, non affievoliscono il senso di umanità e di solidarietà ma sono ottime indicazioni per combattere la schiavitù della droga, la violenza sui deboli e rilanciare il valori della vita contro quelli della morte, che si annidano nella cultura laicista.

La Chiesa è sempre in stato di “martirio”, se è la Chiesa di Gesù Cristo, Chiesa del Vangelo. La Chiesa è oggetto di critiche e il Papa ne paga le spese anche quando parla della famiglia. I giornali e la tv hanno ignorato l’omelia nella Messa celebrata da Benedetto XVI, dove tra l’altro ha detto: “La Parola di Dio [tratta dal Siracide] presenta la famiglia come la prima scuola della sapienza, una scuola che educa i propri membri nella pratica di quelle virtù che portano alla felicità autentica e ad un durevole appagamento. Nel piano divino per la famiglia, l’amore del marito e della moglie porta frutto in nuove vite, e trova quotidiana espressione negli ammirevoli sforzi dei genitori di assicurare un’integrale formazione umana e spirituale ai loro figli. Nella famiglia ogni persona,sia che si tratti del bambino più piccolo o del genitore più anziano, viene considerata per ciò che è in se stessa e non semplicemente come mezzo per altri fini […] La famiglia è il primo mattone di costruzione di una società ben ordinata e accogliente” […] Lo Stato è chiamato a sostenere le famiglie nella loro missione educatrice, a proteggere l’istituto della famiglia e i suoi diritti nativi, come pure a far sì che tutte le famiglie possano vivere e fiorire in condizioni di dignità”.

E’ un messaggio “cattolico”, rivolto a tutto il mondo: occorre ridare valore alla famiglia. Essa è alle radici di ogni convivenza. Non si dà educazione vera, se manca la famiglia! I primi a crederci debbono essere i genitori, che non debbono lasciarsi esautorare dalle difficili condizioni in cui compiono il lavoro educativo.

Papà e mamma devono stimarsi di più se vogliono che i figli li stimino e valorizzino la loro testimonianza di vita. Stimarsi nella storia che hanno costruito insieme. Stimarsi nel raccontare la vita di sposi, ma anche la fatica del lavoro per farli studiare, per dare loro una vita dignitosa. Ci sono ragazzi e ragazze che non conoscono il lavoro che fanno il papà e la mamma, quanta fatica tocca loro sopportare per portare a casa uno stipendio, per superare le inevitabili difficoltà che si incontrano nell’ambiente di lavoro con i colleghi o con i superiori… I ragazzi, sin da piccoli, devono conoscere “il prezzo” che papà e mamma pagano per aiutarli a costruire futuro. Come possono stimare i genitori se sono tenuti all’oscuro della loro vita?

I genitori debbono infine stimarsi per essere stati coraggiosi nel mettere al mondo un figlio o una figlia, più figli. Il mondo sarebbe di soli vecchi se nessuno avesse il coraggio di generare una vita! Costruire una famiglia è un’impresa seria anche quando non è pensata nell’ottica del Vangelo. E’ una risposta ad una chiamata del Signore. Come il sacerdozio. Come la vita religiosa.