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Intervento / “Quell’arma formidabile che è il voto”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Gli elettori sono possessori di un’arma formidabile: il voto. Ne sono consapevoli? Sapranno usarlo in piena libertà, spogli da pregiudizi, infatuazioni, condizionamenti e ricatti ideologici e psicologici?
Ho assistito alla campagna elettorale con il distacco e la partecipazione di chi da tempo non fa più politica attiva, senza però rinunciare al diritto-dovere di essere informato e di giudicare. Ancora una volta, è così da quindici anni, le faccende di un singolo hanno condizionato ogni proposta e ogni discussione. Già questa è un’anomalia di cui l’Italia detiene il triste primato nel mondo e poiché ormai da troppo tempo condiziona la vita democratica, se gli elettori fossero accorti utilizzerebbero il voto per cancellarla. A causa di tale anomalia troppi argomenti sono sfuggiti al confronto, impedendo ai cittadini di farsi un’idea precisa della posta in palio. Tra quelli trattati o anche solo sfiorati, due mi hanno colpito: sicurezza e prestigio dell’Italia in Europa e nel mondo.

Per qualcuno i nemici della sicurezza sono gli immigrati clandestini. Da qui l’idea dei respingimenti, senza curarsi troppo di verificare se sui barconi ci sono delinquenti o non, invece, poveri cristi in fuga dalla miseria, dalla fame, dalle guerre (combattute con armi fabbricate nel civile occidente) e dalle dittature. Da qui anche l’idea del pacchetto sicurezza, ronde incluse.

Sull’argomento ronde si è sviluppato su Redacon un interessante dibattito. Condivido le preoccupazioni, vorrei aggiungere che le ronde e il taglio dei fondi per le forze dell’ordine sono due facce della stessa medaglia. Con meno mezzi le forze dell’ordine sono costrette ad allentare sia il controllo del territorio che l’azione di contrasto della delinquenza, di conseguenza cresce nei cittadini la percezione di insicurezza che la destra cavalca incolpando la sinistra, che sarebbe troppo accondiscendente, e sostenendo che servono le ronde: una sorta di polizia “fai da te”.

Sul tema sicurezza la destra un anno fa ha vinto le elezioni e ancora oggi ci vive di rendita. Ma, a ben vedere, gioca con carte truccate. Se davvero nel paese esiste un problema sicurezza la responsabilità maggiore è della destra. Infatti negli ultimi otto anni ha governato per sei e se ci riferiamo all’ultimo anno la sua responsabilità è totale, in particolar modo della Lega visto che il ministro dell’interno è uno di loro. Siamo quindi di fronte a una vera e propria distorsione della realtà. Parlano e si comportano come se a governare fossero gli altri e non loro, come se ministro dell’interno non fosse il leghista Maroni, come se tutta la materia immigrazione non fosse regolata dalla Bossi-Fini. Sulla questione immigrati si sta giocando una partita con regole non più accettabili. Appena ieri l’altro Berlusconi ha affermato che Milano sembra una città africana. Non ha detto però che senza i muratori rumeni, i facchini sudamericani, i siderurgici africani, i ristoratori cinesi, le badanti ucraine, le colf filippine la città si bloccherebbe e anche moltissime famiglie entrerebbero in crisi.

In una trasmissione ho ascoltato un ex ministro del governo Prodi affermare, non smentito, che loro in due anni hanno respinto o rimpatriato 35.000 irregolari senza fare tanta propaganda; per alcuni barconi rispediti in Libia la destra è stata capace di imbastirci su settimane di propaganda. Nel frattempo gli irregolari sono aumentati: sono solo entrati da altre porte. Se davvero si volesse invertire la tendenza si agirebbe in ben altro modo, si andrebbe a colpire severamente, fino alla confisca dell’azienda, chi li fa lavorare in nero, sottopagati e in condizioni spesso disumane. Nutro però il sospetto che questo la destra non lo farà mai perché molti di quei padroni al nord votano Lega e al sud votano PDL.

Si vota per il rinnovo del parlamento europeo e l’occasione sarebbe stata ghiotta per parlare del ruolo di questa istituzione nel continente e nel mondo e dell’Italia in Europa. Si è invece parlato d’altro. Forse anche per evitare che gli italiani si rendessero conto di quanto poco conta l’Italia da quando Berlusconi è tornato al potere. Non mi riferisco tanto a ciò che hanno scritto praticamente tutti i giornali stranieri dopo le note vicende familiari e personali del premier; mi riferisco piuttosto alla vicenda FIAT/OPEL che più di tante parole testimonia di quanto sia considerato Berlusconi all’estero. Nella trattativa la cancelliera Merkel e il presidente Obama hanno avuto un ruolo determinante. Ebbene, che si sappia nessuno dei due ha sentito il bisogno di fare anche una breve telefonata a Berlusconi. Il tanto bistrattato Prodi ha ricoperto per anni una delle massime cariche a Bruxelles, a Berlusconi nemmeno uno squillo. Non servono commenti. Ma se vogliamo marcare ancor più la differenza tra i due possiamo provare a pensare a Berlusconi che ha fatto lievitare a dismisura i costi dei voli di Stato sui quali carica la numerosa corte al seguito anche quando va in vacanza in Sardegna e a Prodi che parte per le vacanze guidando di persona la sua modesta vettura.

Queste cose all’estero contano, stampa e tv ne parlano e il prestigio dell’Italia nel mondo tocca il fondo. Per colpa di Berlusconi e di un italiano su due che hanno votato lui e la Lega. Casini sostiene che il governo è succube della Lega. Evidentemente lunghi anni di frequentazione di quegli ambienti non sono serviti ad aprirgli gli occhi. Bossi e Berlusconi sono come il gatto e la volpe e non serve starsi a chiedere chi è l’uno e chi l’altro: sono intercambiabili. Qualsiasi cittadino amante della verità, dopo avere assistito alla campagna elettorale e avere riflettuto, non si sarà magari fatto un’idea precisa su chi votare, di sicuro però avrà le idee chiarissime su chi non votare.

(Armido Malvolti)

1 COMMENT

  1. Arma letale è pure il NON voto!
    Mai ho raccolto gli appelli di chi invitava ad andare al mare… Ma quest’anno però ho raccolto l’appello di chi, ad esempio, sostiene che NON si debba ritirare la scheda per le provinciali. Un movimento nazionale trasversale che chiede un segnale forte per l’abolizione delle province. O qualcuno crede davvero che LA CASTA abbia la seria intenzione di ridursi da sè?

    (Umberto Gianferrari)