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Strana febbre in un piccolo di meno di tre anni: era stato punto da una zecca

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"Pochi mesi fa ad un bimbo di meno di tre anni dopo vari tentativi per scoprire il motivo di una strana febbre, che stava per farlo entrare in coma, è stata trovata proprio una zecca sotto cute difficilmente individuabile ed ora dovrà subire la profilassi antibiotica per più di un anno".

Lo rende noto il consigliere reggiano leghista Romano Albertini. Che contestualmente afferra l'occasione per attaccare politicamente Becchi, presidente provinciale di Legambiente, per via della difesa degli animali - in particolare caprioli - che questa associazione porta avanti.

"Tutti quelli che hanno contribuito nell’ultima tornata elettorale alla mia elezione a consigliere provinciale - dice Albertini - sanno certamente che in uno dei punti della mia campagna denunciavo il vergognoso disinteresse della Provincia e l’impotenza degli amministratori locali nel risolvere il problema dello sproporzionato numero di ungulati nella nostra montagna. Tutto questo in nome del consenso elettorale da parte di alcuni personaggi che pensano di essere gli unici salvatori della specie animale.
Vorrei quindi chiedere al signor Becchi se è al corrente di quante persone sono in profilassi presso l’Ausl del nostro territorio durante l'estate a causa di punture da zecche: farebbe bene ad informarsi".

Per la cronaca "questo bimbo è stato fortunato - sono sempre parole del consigliere - ma si dovrebbe riflettere sulla grande quantità di zecche presenti nei giardini di montagna dovuto ad un elevato numero di ungulati per km quadrato, tanto caro a chi sembra occuparsi appunto di sole percentuali, magari mettendo la vita dei bambini dopo quella degli animali".

"Trovo veramente stupido - prosegue nella sua reprimenda Albertini - questo accanimento per avere sul nostro territorio cervi e caprioli sapendo che non hanno mai fatto parte del nostro Appennino. Mercoledì è stato eletto il nuovo presidente Atc per la caccia, l’ex assessore provinciale Ferruccio Silvetti; a detta di alcuni presenti era già tutto stabilito fin da prima. Non sarebbe un gran vanto per la Provincia responsabile non solo di un democratico funzionamento, ma anche della strana assegnazione delle quote abbattimenti in 15 capi per selettore nella zona collinare (quando la legge regionale stabilisce un massimo di cinque) e della possibilità di vendita nella zona alta. Se non siamo capaci di gestire la loro presenza sul nostro territorio, lasciamo gli ungulati nelle loro zone di origine".

8 COMMENTS

  1. E i cinghiali?
    Sbaglio o in Atc Montagna era pure previsto di abbattere 300 cinghiali (100 ogni distretto) con la caccia di selezione? Quanti ad oggi ne sono stati abbattuti? Quanti cittadini sono felici di pagare i danni che QUEI cinghiai stanno ancora cagionando ogni notte? Il precedente Comitato direttivo, pensata geniale, aveva deciso di investire del problema le stesse squadre dei cinghialai!!! Gli americani direbbero: “COME CHIEDERE AL TACCHINO DI ORGANIZZARE IL PRANZO DI NATALE!”. Come se io dicessi ad uno stagionatore di salumi: “HA TROPPI PROSCIUTTI IN CANTINA? VUOLE CHE IO PASSI A PRELEVARNE ALCUNI?”. La risposta sarebbe certo: “NO GRAZIE, NON NE HO IN SOVRANNUMERO!”. Stessa cosa rispondono i capisquadra da cinghiale… E così, come gli anni scorsi, il prelievo in selezione dei cinghiali NON avviene! Di questo, stia certo, non si può accusare Massimo Becchi! Forse esce domani sui quotidiani un mio articolo, col quale esorto i rappresentanti della minoranza in Consiglio provinciale a pretendere dalla presidente Masini (come, se non erro, da promessa dell’assessore Gennari) di esprimere ALMENO uno dei quattro nomi di pertinenza provinciale per ciascuno dei 4 ATC reggiani. In caso contrario si impugnino le nomine in Regione, affinchè si sappia quanto c’è di DEMOCRATICO in quel partito che si definisce tale! Di certo le cose puoi riuscire a cambiarle SOLO se sei nella stanza dei bottoni… Difficile farlo da fuori, dalla stanza delle ASOLE… Perchè non so se sapete che un maschio adulto di capriolo costa sui 350 euro… Meglio essere lì, in Consiglio direttivo, anche solo contro 19, per operare le verifiche di rito sulle centinaia di vendite…

    (Umberto Gianferrari)

  2. I veri responsabili chi sono?
    Tutta la mia solidarietà ai genitori di questo sfortunato bimbo. Ritengo, però, che coloro che hanno introdotto per PRIMI gli ungulati nel nostro territorio SOLO ed ESCLUSIVAMENTE per fare caccia D’ELITE sono i soli responsabili di tale situazione e che pertanto siano loro a dover porre rimedio al problema, con le proprie risorse economiche, cercando di limitare la nascita di nuovi ungulati (le sterilizzazioni sono costose ma necessarie) o accordarsi con altri enti/regioni/nazioni per il trasporto ad altra ubicazione di parte dei capi presenti. Sicuramente aumentare l’abbattimento di tali animali è di facile applicazione e meno dispendiosa ma non è l’unica soluzione. Oltremodo le zecche presenti possono trovare in gatti, cani, topi un facile veicolo di trasporto e riprodursi. Cosa facciamo: abbattiamo anche loro? Dati certi sono che dei responsabili ci sono (e sarebbe bello vedere nomi e cognomi) e che, in questo momento, gli unici a rischiare la vita sono persone che cercano nelle nostre montagne refrigerio e gli stessi ungulati. La mia non vuole essere la solita polemica di sorta ma un invito a risolvere la questione con meno vittime possibili umane e animali (sempre nel rispetto di ogni forma di vita). Puntare il dito contro coloro che appoggiano o condannano decisioni mirate ad risolvere la situazione non serve. Il/i responsabile/i hanno un nome e vorrei tanto saperlo per poter finalmente puntare il dito nella direzione giusta…

    (Commento firmato)

  3. E’ necessario agire
    Secondo me, al di là di tutte le discussioni sterili che si sono fatte, ora sarebbe necessario trovare un accordo e agire per salvaguardare la salute di tutti ed evitare sofferenze inutili soprattutto ai bambini. Infatti bisogna chiarire che le zecche si trovano nei giardini di casa e nei parchi giochi, non solo in mezzo ai boschi, come molti credono, proprio perchè l’uomo, per vili interessi economici, ha alterato il nostro ecosistema favorendo l’inserimento di caprioli che fino a pochissimi anni fa da noi erano inesistenti.

    (Patrizia Bianchi)

  4. Inserimento? Introduzione?
    E’ quanto emerge da due diversi commenti… Ho fatto il corso, 10 anni fa, e non ricordo bene… ma mi pare che il capriolo NON sia stato introdotto artificialmente ma sia arrivato a colonizare i nostri territori “sconfinando” dalle regioni limitrofe. Ma chiedo il supporto degli esperti in materia, quali ad esempio il dr. W. Reggioni o il dr. M. Picciati.
    Chi come me è stato colpito da zecche (vedi @CRedacon#C) non nega di certo il problema; anzi! Ma non vorrei incolpare i cacciatori di colpe che forse NON hanno…

    (Umberto Gianferrari)

  5. Mah…
    Da quel che so io i caprioli erano stati introdotti in una riserva speciale anni fa e poi si sono disumanamente moltiplicati… Di sicuro non è una specie autoctona italica ma del resto neanche la castagna lo è. Per quanto riguarda le zecche, io vengo morso “quasi” regolarmente e nei posti più impensabili… Un augurio a questo bimbo!!!

    (Mattia Rontevroli)

  6. Mattia sa anche…
    …che i caprioli muoiono di malattia, dopo averne ritrovati due vicino casa. Se non erro, la Polizia provinciale ti disse che saresti stato informato dell’esito dell’autopsia… E’ poi accaduto?

    (Umberto Gianferrari)

  7. In bocca al lupo…
    Anche dal nostro gruppo arriva un augurio sincero di pronta guarigione al bambino che ha subito complicazioni dovute alla puntura di una zecca; a lui e a tutti coloro che sono stati interessati da punture di zecche ed hanno dovuto seguire una profilassi. Anch’io sono padre e quindi quando i bimbi prendono una zecca si cerca sempre di utilizzare tutti i metodi consigliati ma poi si sta spesso in pena nei giorni successivi chiedendosi se era una zecca infetta oppure no, tenendo costantemente controllato la parte del corpo dove si è tolta la zecca per verificare eventuali aloni che indichino eventuali infezioni. Il problema a mio avviso è rivolto ad una parte di zecche, quelle infette, che trasmettono il morbo di Lyme, che a mio avviso sono arrivate in Italia da paesi dove i caprioli presenti nei nostri territori non esistono nemmeno.
    Tutti parlano di caprioli ma nessuno parla della smisurata crescita di quegli uccelli che possono essere definiti piccoli predatori che hanno messo a dua prova tanti insettivori presenti nel nostro territorio, costretti per sopravvivere a nidificare in posti impensabili; e tante altre specie di uccelli che si cibano in prevalenza di insetti. Per fortuna il fenomeno è balzato alle attenzioni della Provincia che negli ultimi anni ha previsto piani di abbattimento ad hoc degli stessi. Tanti parlano di caprioli ma nessuno purtroppo parla di linci o lupi immessi da ignoti nei nostri territori; oppure dell’istrice o altre specie non autoctone ma qui presenti.
    Per quanto riguarda l’accrescimento della densità dei caprioli penso che i meno colpevoli siano proprio i sele-cacciatori in quanto, dati alla mano, pare proprio riuscano bene a fare i censimenti.
    Una volta sul nostro Appennino c’erano migliaia di pecore, adesso ci sono migliaia di ungulati; personalmente lo preferivo prima, ma capisco che gestire ovini in un territorio con mille problematiche, lupi in primis, sia molto complicato e impegnativo.

    (Marino Rivoli, capogruppo “Per la Libertà” Comune di Collagna)