Home Editoriale “Per questa volta ve lo faccio io l’articolo”

“Per questa volta ve lo faccio io l’articolo”

6
7

“Per questa volta ve lo faccio io l’articolo”. Così ci scrive una gentile lettrice in merito ad un fatto che risale alla metà del mese che sta scemando. Ci riferiamo alla vicenda del “rave party” (“rave” letteralmente sta per “delirio”, “farneticazione”) che si stava mettendo in piedi sul nostro Appennino, lungo la valle del Secchiello, interrotto però in fase d’organizzazione dalle forze dell’ordine (vedi).

“Più che dei giornalisti sembrate tutti degli sceneggiatori di soap-opera”, afferma carinamente ancora "Lorella Lodi" - così si firma colei che ci scrive. “Nessun giornalista era sul luogo, avete inventato tutto. Non c’era e non ci sarà mai in nessuna festa un cartello del genere (ci si riferisce alle immagini che si possono vedere nel precedente link, ndr). Come al solito cercate di manipolare la verità solo per avere qualche curioso in più che legge e crede alle vostre menzogne”.

Ergo: “Per questa volta ve lo faccio io l'articolo”. Eccolo, quindi, il pezzo “non menzognero” che ci viene proposto: “Si sarebbe dovuta svolgere in un’oasi nel greto del torrente Secchiello, in località Ponte Governara di Villa Minozzo, la manifestazione culturale di musica elettronica che è stata bloccata sul nascere dalle forze dell’ordine, sabato 15 agosto. Gli organizzatori e i partecipanti erano tutti ragazzi di età compresa tra i 18 e i 35 anni, accomunati dalla passione per la musica, unitisi per passare il week-end nel completo rispetto della natura e degli abitanti. Il tutto comunque non ha avuto luogo; ma ciò nonostante sei ragazzi sono stati denunciati dai Carabinieri ed ora si trovano nelle condizioni di doversi difendere. Ci chiediamo quindi dove finisce la nostra libertà di cittadini che vivono la loro età nel rispetto degli altri”.

Questo per quanto riguarda ciò che ci è arrivato alla casella mail.

* * *

Orbene, facciamo noi ora qualche piccolo appunto all’articolo della nostra lettrice-giornalista. Secondo la legge, quando si organizzano manifestazioni su suolo pubblico si chiede preventivo permesso alle preposte autorità. E’ stato fatto nella fattispecie? A giudicare dall’intervento delle medesime non sembrerebbe. Rispetto per la natura e gli abitanti? Secondo lei è rispetto per la natura e gli abitanti, ad esempio, tenere il volume di queste “manifestazioni culturali di musica elettronica” tanto alto che – esempio recente della Puglia – si udivano le note a… 40 km di distanza (sì, avete letto bene)? Senza considerare quel che “passa il convento” durante questi happening, dato che non di rado accade che qualcuno addirittura ci lasci le penne (vedi i recenti esempi sempre in Puglia e nel Molise). Rispetto di cosa, dunque? Parliamone.

Vediamo – tanto per non sembrare noi i “bacchettoni” – come li definisce, questi eventi, Wikipedia, l’internettiana enciclopedia libera: “I rave party (…) sono manifestazioni musicali molto spesso illegali organizzate in tutto il mondo all’interno di aree industriali abbandonate o in spazi aperti, dalla durata di una notte o anche di alcuni giorni (in questo caso vengono solitamente definiti teknival e sono caratterizzati dalla presenza di piu sound system, con diffusori sonori installati su camion). Il termine proviene dalla parola inglese rave che letteralmente significa ‘delirio’, ma in senso più ampio indica la voglia comune di svincolarsi da regole e convenzioni socialmente imposte, la ricerca di una libertà totale fisica e mentale che si esprime attraverso il ballo e anche attraverso il consumo di droghe”.

Allora se ne ricava – se dobbiamo seguire il filo del ragionamento della lettrice – che i sei fermati dalle forze dell’ordine sarebbero magari assimilabili a qualcosa tipo dei martiri della libertà? Circa poi il “dove finisce la nostra libertà”. Si potrebbero scrivere interi saggi su robe del genere, ma limitiamoci a rammentare che trasgredire anche le più elementari regole di rapporti tra cittadini (come appunto chiedere il permesso di occupare un’area) non è un buon inizio per invocarla, questa libertà. Ci pare oggettivamente un po’ eccessiva l’enfasi messa nel pezzo passatoci “come avrebbe dovuto essere”. Lo troviamo, scusi, un po’… “rave”, ecco. Modi di contestare ne esistono molti e di spazi per farlo anche. Ma a parlare di “manipolazione”, in questo caso, andremmo molto cauti. Infatti, per chiudere, diciamo che diverse e distinte fonti (ufficiali e ufficiose), provenienti da “chi era sul posto”, erano concordi nella descrizione dell’episodio così come riportato.

P.S. – “Quasi l'80% si ubriaca almeno una volta alla settimana. A un’età media di 24 anni, tutti hanno dichiarato di usare droghe da circa 8 anni. Il 50% ha avuto problemi, negli ultimi tre anni, a causa del consumo di droghe. I dati arrivano dall’Osservatorio epidemiologico metropolitano dell’Azienda Usl di Bologna, che ha condotto una ricerca sul ‘popolo’ dei raver, in occasione dello ‘Street Rave Parade’ dello scorso 21 giugno (2009, ndr). Le interviste ai giovani – in tutto 375 – sono state raccolte durante i giorni della manifestazione” (fonte: www.edscuola.it).

* * *

Correlati
- No rave, sì denunce (27 agosto 2009)

7 COMMENTS

  1. Rave a domicilio… la signora si offre?
    Poverini, ma guarda a cosa bisogna ricorrere per divertirsi un po’! Colpa della società che non propone svaghi salutari e sempre innovativi! Potrebbe la “gentil lettrice” organizzare un rave a casa sua, magari tenendo il volume nei limiti consentiti, nel rispetto del vicinato (magari un po’ troppo conservatore). Nella sua proprietà può fare quasi di tutto!
    Ci faccia sapere!

    (Celeste Grisendi)

  2. Signora Lorella! Signora Lorella!!!
    Con il massimo ripetto, come d’altra parte la risposta educata e documentata della redazione, mi sembra di interpretare le sue affermazioni come un “torto subito personale”. La redazione nella sua risposta è stata troppo “leggera”! Le sue affermazioni la posizionano anni luce distante da quella che è la realtà: legga un po’ di notizie su questo genere di manifetazioni poi rilegga quanto da lei scritto e forse le risulterà difficile ribadire i concetti di “rispetto della natura” (o forse intendeva come natura non gli alberi, non il fiume e relativo greto, non i monti, ma… solo qualche specie non più tanto rara di… foraggio? erba? arbusto?) e “accomunati dalla passione per la musica”?!
    Signora Lorella, oltre a tutto questo, cosa da non mettere in secondo piano, ci sono delle norme ben precise da osservare per le manifetazioni: le dice nulla la parola “permessi” e la parola “sicurezza” e la parola “verifica dei livelli acustici degli impianti” (lei sicuramente è a conoscenza del danno fisico che può portare l’esposizione dei livelli oltre i limiti consentiti)? Vogliamo lanciare un messaggio ai “giovani dai 18 ai 35 anni” (nessun minorenne naturalmente?!) che è sufficiente nascondersi in una vallata e lì tutto è permesso? Che lì le norme non esistono? Questo le sembra educativo? Forse questo suo articolo se lo poteva risparmiare; ovvero meglio sia stato fatto così; posso cogliere l’occasione per fare le mie più vive congratulazioni alle forze dell’ordine che forse hanno evitato che qualche “giovane dai 18 ai 35 anni” (nessun minorenne naturalmente) si risvegliasse non lungo il fiume ma… chissà dove.
    A lei le risposte.
    Cordiali saluti.

    (Lollo Mariani)

  3. Nel mondo dei sogni
    Gentile signora, news reporter, quando ha scritto questo articolo forse era in una fase onirica molto profonda (sicuramente dovuta ad un sonno naturale…). In quale film ha visto la realtà da lei descritta?
    Cordiali saluti.

    (Enzo Fiorini)


  4. La lettera della signora Lorella è quanto di più ipocrita si possa leggere. Io in passato a qualche rave – più che altro per curiosità – ho partecipato e posso affermare che:
    1. essendo manifestazioni senza alcun controllo da parte degli organizzatori – e quindi illegali – vengono svolte all’aperto in zone poco raggiungibili solo per sviare gli eventuali controlli e non certo per stare in mezzo alla natura;
    2. a parte la musica a volume assurdo (ma su quello posso anche passare da buon rockettaro), alcool e soprattutto droga scorrono a fiumi; da qui poi le solite tragedie;
    3. i luoghi ove vengono effettuati tali raduni vengono devastati; prova è lo stato della golena del Po ove qualche anno fa fu effettuato una tale manifestazione purtroppo non fermata in tempo.
    Se veramente volete fare qualcosa per divertirvi ed ascoltare la vs. musica preferita fate come all’estero (Svizzera, Germania) ove tali rave sono regolamentati. Credo che facendo proposte serie le amministrazioni vi concederebbero i dovuti spazi, ma non sono convinto che vi andrebbe bene… Voi sotto la copertura della musica cercate solo sballo libero ed anarchia. Non a caso i rave che si fanno in Italia sono pieni di stranieri che di quelli organizzati e legali fatti nei loro paesi non sanno di che farsene…

    (Iames Costoli)

  5. Non ho parole
    Non ho parole per commentare l’articolo della Sig.ra Lorella… Sarei curiosa di sapere in che fascia di età si può collocare e se per caso la signora ha figli… Ad occhio e croce mi pare una adolescente; anzi lo spero così almeno possiamo sperare che possa ancora crescere e maturare un po’. Complimenti alla redazione per la risposta e ai carabinieri che hanno bloccato questa schifezza.

    (Silvana Aguzzoli)

  6. Per piacere!!!
    L’articolo della Sig.ra Lorella si potrebbe facilmente traslare in questo modo: “Oktoberfest, Monaco. Migliaia di persone, tutte maggiorenni, si ritrovano ogni anno nella sobria Monaco di Baviera per degustare ottima birra di malto e declamare versi di Dante e Leopardi nel pieno rispetto della natura e della salute umana”.
    E lei ci vorrebbe far credere che a questo genere di feste si va per ascoltare placidamente musica elettronica (se così si può chiamare) ammirando estasiati le bellezze della natura?
    Ma per piacere!

    (Alessio Zanni)