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“Ci vogliono educatori”

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Ho letto in questi giorni che laici e cattolici si sono ritrovati uniti nel raccogliere “la sfida educativa”, un’emergenza che preoccupa non poco le famiglie e chi vive nella scuola e che noi, preti dell’oratorio e delle periferie, che lavoriamo con ragazzi e giovani in difficoltà, denunciavamo da anni. Con il rettore maggiore dei Salesiani, Don Juan Vecchi, avevo curato, nel 2002, un libro dal titolo: “Globalizzazione. La sfida della carità educativa”, dove il problema dell’urgenza-educazione aveva una dimensione mondiale.

Ora la CEI, attraverso un comitato di esperti, presenta un suo studio, pubblicato da un editore laico, Laterza di Bari, che merita di essere studiato e approfondito da quanti hanno a cuore i giovani e i loro futuro. Nella prefazione, il cardinal Ruini sottolinea come, “almeno in Occidente, l’educazione è diventata, in maniera nuova, un problema: un nodo, cioè, che sembra ogni giorno più difficile da affrontare, un territorio assai cambiato e quasi sconosciuto”. “Ci vogliono educatori, è scritto nel risvolto di copertina, e ci vogliono maestri capaci di insegnare. Ma è difficile avere l’una e gli altri se non c’è un patrimonio di valori e di saperi, diciamo pure, una tradizione, ritenuta degna di essere tramandata”.

Aprendo il volume, che titola appunto “La sfida educativa”, si rilevano alcuni dati interessanti: il 61% delle famiglie considera l’educazione la prima emergenza nazionale, con la nascita dei figli il 6% delle donne perde il lavoro e il 16% decide di lasciarlo per dedicarsi maggiormente alla loro cura. Infine appare che il 92% degli italiani è d’accordo con chi afferma che un bambino per crescere felice ha bisogno di una famiglia con un padre e una madre.

Lo diceva anche Ambrogio, vescovo di Milano, quando nel “De officiis” insegnava ai suoi preti che “prima di tutto bisogna sapere che nessuna cosa è tanto utile, quanto l’essere amati, e niente è tanto inutile quanto non essere amati”. Forse bisogna ricominciare da lì, dalla famiglia, anche se oggi siamo in tanti, accanto alla famiglia, non sempre insieme, ad educare o “diseducare”. Bettelheim sosteneva che “amare non basta” ma è pur sempre un primo inizio, che gli adulti non devono disertare. Anche se la famiglia si sente disorientata, incerta, affaticata, il 93% degli italiani la consideri importante e il 60,23% degli intervistati dice di avere imparato le cose più importanti proprio dalla vita in famiglia (Dati pubblicati sono in “Sfida educativa” dello studio CEI).