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Una nuova “guida” per “andare a Canossa”

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“Nach Canossa gehen wir nicht”, cioè: “Non andremo a Canossa” affermava nel 1872 il cancelliere Bismarck; e invece a Canossa vale proprio la pena di andarci!
Ad immergersi in un’atmosfera di particolare fascino e suggestione; a calpestare gli stessi luoghi in cui in pieno conflitto tra papato (o sacerdozio) e impero, accolti dalla grande contessa, un pontefice e un sovrano si incontrarono; a visitare il rinnovato Museo Nazionale; soprattutto se lo si fa accompagnati e supportati dal recentissimo e prezioso libro di Gino Badini “Matilde a Canossa”.

Una pubblicazione veramente utile, assai agevole nelle dimensioni- neppure un centinaio di pagine-, stampata con caratteri nitidi, ben corredate da appropriate illustrazioni a colori. Il racconto si dipana scorrevole dall’origine della rocca sino alla sepoltura di Matilde in San Pietro nel sepolcro progettato dal Bernini; la prima immagine è infatti la riproduzione del disegno del castello effettuato agli inizi dell’800 da Alfonso Chierici e l’ultima è proprio lo schizzo del monumento berniniano.

In mezzo sono presentati i grandi rappresentanti della dinastia attonide: Sigefredo “principe illustre della contea lucchese”, Adalberto Atto astuto come il biblico serpente, Tedaldo, Bonifacio e infine lei, la grande contessa, identificabile per molti studiosi con la “Matelda” dantesca.

E poi il grande dramma di cui la bianca rocca di Canossa fu testimone nel gennaio 1077: lo scontro tra i due poteri del medioevo e l’incontro tra Gregorio VII ed Enrico IV.
Sullo sfondo è l’opera del monaco Donizone, la “Vita Mathildis”, composta nella quiete dell’abbazia di Sant’Apollonio a Canossa; dopo complesse vicende il manoscritto riccamente miniato è ora conservato nella Biblioteca Vaticana.

Pregio del libro è il registro scelto dall’autore: è un’opera di piacevole e facile lettura, divulgativa nel senso alto della parola senza nulla togliere alla scientificità e all’analisi storiografica, non appesantita da note a piè di pagina, ma non priva di fondamentali ed esaurienti riferimenti bibliografici.

Una nuova fatica editoriale, questa di Badini - ulteriore tappa delle sue ricerche canossiane - che gli specialisti e gli appassionati di storia medievale apprezzeranno, ma che tornerà certamente utile a quanti intendono avvicinarsi a Matilde, figura enigmatica e suggestiva, e alla sua rocca; conoscere compiutamente le vicende di una grande dinastia e soprattutto il cruciale snodo del “perdono di Canossa”; una pubblicazione che ha anche una grande valenza e utilità didattica.

Scrive nell’introduzione al volume, edito dal Ministero dei Beni Culturali con il concorso di Arcus e la collaborazione del Comune di Canossa, la direttrice regionale Carla di Francesco che il libro diventa anche un ulteriore strumento per la lettura del patrimonio storico-culturale di Canossa.