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Sadon: alta tensione all’assemblea di ieri sera a Vetto

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Tensione al Consiglio comunale aperto sulla vicenda Sadon che si è svolto ieri sera a Vetto. Anche in questo caso (come già accaduto nei giorni scorsi per l’assemblea di Felina) si è dovuta utilizzare una sala più capiente di quella istituzionale per raccogliere la tanta gente intervenuta. Erano circa un centinaio i presenti, tra i quali parecchi politici – locali, provinciali, regionali (mancava solo la sen. Leana Pignedoli, invitata, trattenuta a Roma, come ha riferito Sara Garofani, dagli impegni per la discussione della legge finanziaria) – sindacalisti, esponenti della Confindustria e naturalmente i più diretti interessati: molti lavoratori della ceramica che ha cessato l’attività. Non mancava neppure la Chiesa, qui rappresentata da don Evangelista Margini, vicario foraneo, e don Giancarlo Denti, responsabile incaricato per la zona di Vetto.

In questo anticipo di resoconto (dobbiamo forzatamente rinviare il completamento della cronaca) diciamo solo che è stato l’intervento del sindacalista Loredano Castagnetti ad avere suscitato la maggiori attenzioni ed approvazioni. Tanti oratori che si sono poi succeduti lo hanno citato per apprezzare le cose che ha espresso e il lavoro che ha svolto finora in questa spinosa faccenda.

“Bisogna che stiamo uniti: solo insieme possiamo farcela. Dobbiamo avere un obiettivo comune e sappiamo che è proprio nei momenti di più acuta difficoltà che spesso le persone sanno tirare fuori il meglio. Al monto si può tranquillamente vivere con meno ed essere ugualmente felici”. Questo l’incipit; parole che sono uscite con una voce che si distingueva chiaramente commossa.

Nel merito del problema, Castagnetti ha detto che “Donelli ha sbagliato, ma non è stato un ‘bandito’, nel senso che comunque all’azienda ci teneva; a questo io credo”. “La situazione è grave, anche perché, oltre i diretti interessati, viene a deprimersi tutto un indotto”. Bisogna dunque che riprendiamo il filo. La Sadon era sottocapitalizzata e con una gestione lacunosa. L’alta redditività andava dispersa in operazioni finanziarie”. Forse un interesse da parte di un imprenditore c’è, viene comunicato. “Ma serve un imprenditore serio e non ‘furbo’; qualcuno che ha voglia di investire; e i motivi ci sarebbero, dato che il prodotto della Sadon era di buona qualità”. “Secondo me – ha spiegato ancora Castagnetti – questa azienda si può salvare, a partire dai suoi punti di forza: il marchio commerciale e il portafoglio ordini”.

“Come prospettiva indico quella ‘industriale’ (cita anche quella ‘commerciale’, ma solo, si può dire, come ipotesi di scuola). E rivela: “I responsabili di un’azienda verranno a visitare gli stabilimenti: ciò significa che c’è interesse e che ci sono contatti già avviati”.

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