Home Cultura Sorpresa: ecco dove sorgeva l’ospedale delle Centrocroci

Sorpresa: ecco dove sorgeva l’ospedale delle Centrocroci

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PARCO NAZIONALE DELL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO (15 dicembre 2009) – Buone notizie per il progetto Viabilità tra Pianura Padana e Tirreno: Archeologia e Storia tra Canossa e Luni, a cui partecipa il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano insieme al Parco regionale delle Alpi Apuane e agli enti locali. La prima compagna di ricognizione – dal 23 novembre al 4 dicembre – effettuata dal Dipartimento di Scienze Archeologiche dell'Università di Pisa sul crinale dell’Appennino, tra il passo del Lagastrello e quello del Cerreto, ha portato all’identificazione di tutti i principali percorsi riportati nelle carte antiche e alcune tracce individuate hanno suggerito la precisa collocazione dell'ospedale Centocroci di San Lorenzo sul passo dell'Ospedalaccio.

In particolare, sono state identificate la vecchia via Parmesana, che partiva da Sassalbo, e la cosiddetta via di Linari, facendo riemergere un mondo ricco di storia che si collega coi castelli matildici e toscani e con le pievi, come il monastero di Monte dei Bianchi, nel comune di Fivizzano. “Si tratta di scoperte importanti che dimostrano come i territori del Parco, fin dall’antichità, fosse un crocevia centrale nei traffici che legavano l’alta pianura emiliana con il mare – dice Fausto Giovanelli, presidente del Parco – Quando questi reperti saranno riportati alla luce, in nostro compito sarà quello di valorizzare questo fodamentale patrimonio storico”.

Le attività di ricerca sono state proposte da un Comitato Scientifico composto dalla professoressa Letizia Gualandi, dalla dottoressa Daniela Locatelli, dalla dottoressa Emanuela Paribeni, dal dottor Fabio Baroni e dalla dottoressa Clementina Santi, già assessore alla cultura della Comunità Montana dell'Appennino reggiano. Alla ricognizione hanno partecipato 10 studenti dell'Università di Pisa sotto la guida del dottor Massimo Dadà. “I risultati, nonostante le cattive condizioni meteo, sono stati assolutamente incoraggianti – spiega Dadà – L'intenzione dell'Università è quella di procedere nella prossima primavera a una campagna di scavi presso il sito dell'Ospedalaccio per riportare alla luce l’importante monumento medievale dell’ospedale Centocroci”.

Il sito individuato in questa ricognizione si troverebbe proprio vicino al tracciato per il trekking G.E.A., Grande Escursione Appenninica, attrezzato e ideato dal CAI, con lo scopo di camminare attraverso foreste e ampi prati verdi, calpestando antiche mulattiere e attraversando borghi medioevali. “Il sito archeologico ha tutte le potenzialità per diventare un’attrattiva turistica . La nostra intenzione è quella di inserire i siti archeologici nei progetti del Parco Neve natura, che promuove il turismo sull’Appennino nella stagione invernale, e Fare per Capire in Appennino, un’iniziativa di studio-lavoro rivolti agli studenti delle scuole superiori – conclude Giuseppe Vignali, direttore del Parco – Oltre a una valenza ambientale e paesaggistica, i territori del Parco verrebbero ad assumere anche un’importante rilevanza storica”.