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Gatta-Pianello: “Ripristinare la pista come era prima della piena sarebbe un atto da irresponsabili”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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La notte di Natale il Secchia si è preso la Gatta-Pianello. E' andata bene, non ci sono state disgrazie, e di questo possiamo essere ben contenti. Il giorno dell'Immacolata ho fatto un sopralluogo sulla pista per rendermi conto dei danni arrecati dalla piena del Secchia nei giorni precedenti. Danni rilevanti, che rendevano la pista pericolosa anche per un occhio inesperto: ma perchè non è stata chiusa al traffico?

Così ho fatto il giorno di Natale constatando la rovina totale della struttura viaria. Ora si impone un ragionamento serio, responsabile e diverso dal passato da parte della pubblica amministrazione. Ripristinare la pista come era prima della piena sarebbe un atto da irresponsabili, che non puo' essere condiviso da chi ha la testa sulle spalle. Quella pista, fatta e gestita così, è pericolosa e chi ne chiede il ripristino palesa incompetente leggerezza, stiamo parlando della vita di persone e non si può scherzare.

Quella pista doveva reggere alle piene straordinarie che avvengono mediamente ogni 25 anni, invece è stata inghiottita dal fiume dopo pochi anni dalla sua realizzazione. Basta con gli interventi pasticcioni e pericolosi, tra la Gatta e il Pianello occorre una strada vera e non un rimedio per accontentare la popolazione residente, esponendola però a seri pericoli.

Questa considerazione la propongo al presidente della Provincia, Sonia Masini, che so essere persona concreta e di buon senso. La Gatta-Pianello è chiamata pista perchè non può essere collaudata come strada, in quanto realizzata in contrasto con la legge regionale che disciplina il rapporto tra strade e corsi d'acqua. Nel tracciato attuale, quindi, non può diventare strada nè comunale nè provinciale.

Questo deve essere chiaro a tutti per evitare inutili furbizie e perdite di tempo. La pubblica amministrazione può scegliere tra due soluzioni praticabili.

La prima, mettere in sicurezza reale l'attuale pista. Questo significa impiegare risorse consistenti senza ottenere come risultato una strada vera. E' una scelta che si può fare ma che presenta i limiti di cui sopra: non sarebbe quindi il proseguimento della fondovalle Secchia verso Busana, ma sempre una pista non collaudabile come strada. Cioè la definitiva sepoltura di ogni progetto di prosecuzione della fondovalle verso il crinale.

La seconda, realizzare una strada vera tra Gatta e Pianello, secondo le prescrizioni della legge regionale vigente, come prosecuzione della fondovalle Secchia su un diverso tracciato. Certo è una spesa maggiore, ma sarebbe definitiva e in coerenza con la viabilità provinciale di fondovalle in cui si innesta. Oggi gli investimenti in viabilità realizzati e in progetto riguardano soprattutto il corridoio della via Emilia-TAV-autostrada e le aree limitrofe. Per un giusto riequilibrio occorre una adeguata attenzione anche all'area montana.

Purtroppo ho potuto constatare che i sindaci di questo territorio hanno rinunciato ad ogni battaglia utile per migliorarne l'accessibilità.

(Tarcisio Zobbi)

3 COMMENTS

  1. Analisi seria
    Finalmente un’analisi seria e realistica sulla Gatta-Pianello. Il tuo discorso è però troppo di buon senso senso, troppo democristiano, troppo semplice per poter essere preso in considerazione ed oggetto di riflessione e decisione per i nostri ignavi amministratori locali e per i rappresentanti locali dei partiti di governo tarantolati tra il voler essere comunque sempre in prima pagina e l’inedia del loro governo.

    (Afro Pantani)

  2. Parole chiare
    Finalmente parole espresse chiaramente e non in politichese. Mi pare che non ci siano dubbi che da parte di Tarcisio si voglia fare una strada al servizio dei cittadini, una strada fatta una volta e possibilmente per sempre, e che arrivi fino alle frazioni dell’alto crinale. La strada proposta penso che sia la stessa che propongono quelle persone che fanno parte del comitato Alta Val Secchia e credo anche da parte del resposabile montano della Uil Giovanni Riatti (che non fa una politica di facciata come viene ingiustamente accusato). La strada che si andrebbe a costruire sarebbe sicuramente al servizio dei cittadini che potrebbere vivere in paesi siti nel crinale e non solo nelle cittadine pedecollinaro o al limite a Castelnovo; detti cittadini permetterebbero ai servizi di resistere e nello stesso tempo la montagna (crinale) verrebbe usata e certamente preservata e non abbandonata a se stessa. La strada come viene proposta sarebbe un ottimo biglietto di visita del Parco in quanto arriverebbe al suo centro senza creare alcun problema all’ambiente e a chi viaggia. Certamente vi saranno delle persone che obietteranno che l’ambiente verrebbe deturpato e violentato; io credo che a queste persone bisogna rispondere coi fatti e non con le parole. Ad esempio, se le centrali presenti sul territorio reggiano-modenese o parmense venissero proposte ora verrebbero bocciate, ma sono o non sono inserite correttamente nell’ambiente e danno o non danno energia pulita?; le strade che sono costruite nel fondo delle valli nelle province a noi vicine per non parlare dell’arco alpino sono o non sono costruite ambientalmente parlando in modo corretto?; la strada che da Roteglia passa da Lugo ed arriva fino a Cerrodolo e poi prosegue fino a Gatta é inserita nell’ambiente o no (detta strada ha permesso a Toano di non spopolarsi ed anzi di incrementare la popolazione?
    I politici devono trovare le soluzioni compatibili con l’ambiente per permettere alla gente della montagna di vivere dignitosamente e non solo fare chiacchiere: smettiamo di farci condizionare da pseudo-ambientalisti della domenica e non.

    (Gianni Felici)

  3. In attesa delle necessarie competenze, determinare le priorità
    Sono a mio parere condivisibili le considerazioni dell’analisi di Zobbi. In attesa di potere discutere con la dovuta pacatezza e, soprattutto, con le necessarie competenze scientifiche se esista un ragionevole e sostenibile (anche economicamente) percorso di risoluzione tecnica, credo che sia indiscutibile la prioritaria necessità di ripristinare il tratto viario tra la Gatta e le Fonti di Poiano, già collegato con il paese di Sologno, attraverso la viabilità esistente (certamente migliorabile), in aree esterne ai vincoli del SIC e del Parco.

    (Mauro Chiesi, speleologo)