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Nostra intervista / Walter Baricchi e il sito di monte Castello: “Restituire ai castelnovesi il loro simbolo identitario”

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(CASTELNOVO NE' MONTI) - Se ne parlerà anche domani pomeriggio-sera nel Consiglio comunale di Castelnovo ne’ Monti. Parliamo di monte Castello, il “colle-culla” da cui ha preso avvio la storia del capoluogo montano, un migliaio di anni fa. La nostra redazione aveva già, qualche giorni fa, interpellato al proposito l’arch. Walter Baricchi, noto e stimato professionista, presidente del Club Unesco di Reggio Emilia, che collabora nel progetto di riqualificazione del sito, che potrebbe rivelare interessanti spunti di carattere archeologico. In attesa di conoscere dai responsabili comunali – ovviamente tenuto conto, ora, anche delle condizioni meteo – quando si cominceranno ufficialmente i lavori di scavo sulla cima.

Arch. Baricchi, secondo lei cosa si può ragionevolmente sperare di reperire su monte Castello?
“I resti della cinta muraria e di altre infrastrutture dell'antico castello”.

Qual è la sua idea circa le origini del paese? Crede che Castelnovo ne’ Monti possa essere sorto là sopra?
“No, Castelnovo non è nato là sopra, ma sotto, dove è adesso”.

Oltre gli interessi storico ed identitario, vi è anche un aspetto turistico. Non crede che gli scavi potrebbero aiutare in questo senso e dare una prima, decisa spinta alla valorizzazione complessiva del centro storico, che stenta sempre un po’ nonostante non manche chi vi profonde impegno? La stessa pineta non potrebbe/dovrebbe essere recuperata nel suo complesso, ripulita, con sentieri ritracciati (ora bisogna un po’ indovinarli) e agevoli?
“Sicuramente. Questo è lo spirito con il quale come Club Unesco abbiamo sollecitato e sostenuto il Comune ad intraprendere lo studio ed il recupero dell'area che rappresenta il simbolo stessa della identità di Castelnovo. L'intervento ha come primo obiettivo quello di restituire ai castelnovesi il loro simbolo storico-identitario.In secondo luogo consentirà di integrare la struttura archeologica nel sistema dei castelli canossani per il quale il Club Unesco ha promosso il progetto per il riconoscimento di Canossa e del sistema fortificato canossano tra i siti del patrimonio mondiale UNESCO”.

Castelnovo potrebbe dunque entrare in un circuito più vasto di attenzioni e risonanza. Magari potrebbe anche chiedere alla Regione – come sosteneva già anni fa qualche studioso – l’inserimento nella cerchia dei “comuni matildici”, fregio che ancora manca. Intanto, lei ha una sua personale idea di sistemazione/valorizzazione del luogo? Pensiamo ad esempio al possibile disboscamento (qualcosa si sta facendo, ma ancora è poco) dell'area sommitale per mettere in vista la torre e magari illuminarla...
“E' ancora presto. Prima occorre capire cosa emerge, proseguire con il disboscamento in quanto la sconsiderata piantumazione è stata una delle cause primarie del collasso delle rovine nonché del loro oblio; analizzare poi attentamente lo stato di degrado delle rovine, predisporre un quadro delle priorità di intervento e dei costi ed il conseguente piano economico-finanziario, informare e rendere partecipi tutti i cittadini delle potenzialità del sito e delle scelte da condividere; infine definire le condizioni per la messa in sicurezza ed i percorsi di visita”.

3 COMMENTS


  1. Speriamo che si intensifichino i lavori e che veramente sia possibile trovare il vecchio castello di Castel-novo e che la storia permetta di inserirlo all’interno del circuito di Matilde di Canossa. Sarebbe molto importante per lo sviluppo culturale e turistico del paese.

    (Mimmo Reverberi)


  2. Anni fa iniziammo il recupero della pineta con la pulizia, fu fatto un primo passo. Ma poi il solito problema dei cittadini di Castelnovo fu il non credere nelle proprie possibilità, il non credere che l’unione fa la forza. E così dopo oltre 20 giornate di volontariato la “TRUPPA” si sfaldò. Oggi più di ieri credo che su un progetto fattibile le risorse umane si potrebbero trovare, basta VOLERLO. L’identità del nostro paese, il richiamo delle persone di fuori ruota anche intorno alle tre pinete, un patrimonio che Castelnovo non è stato in grado di valorizzare. Speriamo in un futuro! Io ci sarò, però sono ancora a chiedermi che fine ha fatto il progetto della COFAR donato al Comune???

    (Roberto Malvolti)